Molti anni fa, discorrendo con un’anziana signora che abitava in una delle tante contrade della bellissima Val Posina (se questa signora fosse ancora viva avrebbe adesso ben più di cent’anni) arrivammo a parlare della luna e delle sue fasi in relazione alle semine e al taglio della legna. Alla fine della discussione lei però aggiunse, quasi sigillando in modo inappellabile il discorso, che “la luna la xè na lazarona parchè la va in giro de note”. Una poco di buono, quindi, per sua natura inaffidabile, come quelle donne che sfidano il buio e non se ne lasciano intimorire. Chissà dov’era, stasera, la luna, quella lazzarona! Abbiamo scrutato il cielo da un estremo all’altro senza vederne traccia. Forse era sotto lo strato di nubi che nascondevano l’orizzonte o, più semplicemente, doveva ancora sorgere e aspettava il buio più profondo per il suo esordio in scena, come un’attrice di teatro che aspetta il momento migliore per la sua entrata sul palcoscenico.
Delle cose belle ci accorgiamo quando ci sono, ma ancor di più quando ci mancano...
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