Santorso. Un ospedale da film americano e sedie a rotelle da terzo mondo
Le difficoltà arrivano, si accettano e si affrontano, con la
piena consapevolezza che quando arriveremo a toccare il fondo, come per
magia, si innalza una forza all’ultimo battito che non ti fa
sprofondare nel baratro, ma ti fa capire, che forse ce la potresti fare.
Nella società di oggi essere autonomo è molto importante e avere una
struttura sanitaria che ti aiuta a prescindere, sarebbe necessaria per
non sentirsi troppo “diverso”.
Questo è il grido di allarme del signor A.G.N. che nelle ultime
settimane, dopo un intervento chirurgico, per recarsi alle visite di
controllo di routine, ha dovuto utilizzare la sedia a rotelle che,
all’ospedale di Santorso, in realtà sono semplici sedie trasportino,
direzionabili con difficoltà e per giunta è necessario l’aiuto di una
seconda persona.
” Come è possibile che all’ospedale di Vicenza sono presenti delle
vere e proprie sedie a rotelle con lo stesso metodo di accreditamento,
cioè con la tesserina, lasciando in deposito un proprio documento di
riconoscimento?”
” voglio ricordare, inoltre, che il mezzo di aiuto offerto dal ULSS 6
sono delle vere e proprie sedie a rotelle e quindi utilizzabili anche
dalla stessa persona che ne ha bisogno e non necessariamente da un
accompagnatore e soprattutto direzionabili con facilità.”
Offrire un servizio sanitario competente e perfetto al pubblico dovrebbe essere una priorità di tante di tante Ulss.
Nella numero 7 di Santorso sono stati messi tanti soldi a
disposizione, ma bisogna capire, che a volte, per avere le cose
migliori, bisogna avere l’umiltà di costruire dal basso e dalle più
semplici, come ad esempio le carrozzine e non dall’alto per avere poi le
fondamenta pericolanti.
Umberto D’Anna-altovicentinonline
Sempre detto e ribadito, anche ad AVOL, che il "nuovo" ospedale di Santorso
RispondiEliminaè una barriera architettonica totale, ad iniziare dalla "rampa" di accesso
per i disabili.
La quale, conti alla mano, costa più di un ascensore che superi quel dislivello.
Vorrei vedere progettisti e dirigenti costretti a spingere una di queste sedie su per la rampa, con la pioggia, col sole, con la neve...ma anche col meteo mite e confacente... impegnati in una gara a cronometro su quella rampa. Ma anche gara a spinta sul piano, mi accontenterei...
Poi andrei io ad intervistare il vincitore, ed i giornalisti...
Comprendo le osservazioni esposte dal sig.A.G.N.E' proprio così.Con l'accorpamento alla ULSS 7 della nostra autonomia storica di ULSS 4 abbiamo perduto qualità ed efficacia di servizi sopratutto per i Paesi di montagna con popolazione anziana sempre più evidente.I nostri responsabili istituzionali presso la ULSS n.7 dovrebbero inserire, nel breviario personale dei prioritari doveri quotidiani, uno specifico impegno di squadra a difesa della qualità delle strutture sanitarie del territorio con la salvaguardia di autonomia per ogni compito di regia funzionale.Chi vivrà vedrà.Bruno Scalzeri
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