martedì 10 settembre 2019

Troppa scelta, nessuna scelta.

                                                               【Gianni Spagnolo © 190909
Quando la televisione arrivò nelle nostre case, segnando la fine di un'epoca e l'inizio della moderna società della comunicazione, si presentò con un solo canale, un orario limitato dal pomeriggio alla sera ed un solo film, che veniva trasmesso, se non sbaglio, al lunedì. Come bravi bambini, piccoli e adulti sorbivano dunque avidamente la pappa cucinata da Mamma Rai, senza possibilità di scelta alcuna. I dialoghi erano lenti e ponderati, il linguaggio curato ed appropriato, le scene emendate di tutto ciò che potesse minimamente turbare la nostra acerba maturità di novelli consumatori.
E Deo gratias!
Ovviamente, poiché eravamo appunto un pubblico immaturo e facilmente impressionabile, era il Potere che si preoccupava di sollevarci dall'onere di scegliere e ci somministrava la pappa che riteneva più adatta al nostro metabolismo e, soprattutto, alla propria sussistenza. Per amor di verità, va riconosciuto che ciononostante passarono anche contenuti di qualità e cultura che contribuirono ad una postuma scolarizzazione e alla crescita del sentimento di appartenenza, nonché alla diffusione della lingua nazionale.
Oggi fra palinsesti digitali e satellitari, Sky, Netflix, Infinity, ecc. abbiamo a nostra disposizione sostanzialmente una scelta infinita di programmi di ogni fatta, gusto e lingua. Non solo: possiamo anche guardarli spezzettati, leggere le trame, programmarne la visione a piacimento. Abbiamo di fatto una finestra aperta sul mondo intero. Possiamo, volendo, anche seguire i combattimenti di galli della Thailandia o le corse dei cammelli di Abu Dhabi, oppure i sermoni dei telepredicatori americani.
Una pacchia, sembrerebbe!
In realtà mai come ora io non riesco ormai a vedere una trasmissione intera che sia una; tendo a saltare di palo in frasca perché tutto viene presto a noia. Non aiuta il fatto che le scene e i dialoghi siano diventatati sempre più sincopati e fuggevoli, tali da renderli incomprensibili al pubblico più lento o attempato. Per quest'ultimo sono state appositamente concepite telenovele e sceneggiati che se anche ti perdi venti puntate di seguito, riesci comunque a riannodare la trama. Ma non è per misericordia, è solo un diverso target pubblicitario.
La reazione più istintiva è saltellare qua e là e cercare di cogliere quel che più ci colpisce ed attira, evitando approfondimenti e riflessioni e cogliendo quindi solo alcuni aspetti superficiali delle cose. Riflesso che conoscono bene gli addetti ai lavori e i pubblicitari, che infatti confezionano spesso i programmi al ribasso sui nostri istinti meno encomiabili. 
Ah, si, la scelta, dicevamo! 
Oggi possiamo scegliere. Così tanto che spesso finiamo per non farlo limitandoci a quelle solite quattro cose note che ci danno sicurezza. Sì, perché anche scegliere costa fatica, per cui viene spontaneo sposare qualche linea di gusto o di pensiero che ce la riduca e volteggiare leggiadri in superficie.
Già, perché troppa scelta favorisce la superficialità ed è appunto in tempi assai superficiali ed effimeri che mi pare stiamo vivendo. 
Mi viene in mente quanto invidiassi mia madre che aveva lavorato in una fabbrica svizzera di cioccolato, immaginando le scorpacciate che poteva farsi dei residui di lavorazione. Lei mi raccontava invece che i proprietari lasciavano inizialmente libere le lavoranti di consumare quanto cioccolato volessero, sapendo che in questo modo il prodotto sarebbe venuto loro prestissimo a noia e già dalla settimana successiva all'ingaggio nessuna si sarebbe più nemmeno sognata di mangiarne.

2 commenti:

  1. Mi viene in mente quando a casa mia non avevamo la televisione… Andare per mezz'ora a vedere quella scatola magica a casa di un conoscente riempiva di attesa e di gioia quasi fosse un evento straordinario, anzi per me era straordinario! Ora invece, come dici tu Gianni, tutto quello che viene proposto dalla scatola magica , è diventato tanto abitudinario che spesso stanca per i pochi contenuti…. LUCIA

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