Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte. A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria.
La parola di oggi è:
- Sànga
- Indica la pinza.
Deriva invariato dalla voce cimbra: Sànga, che ha il medesimo significato (Ted. mod. : Zange)
Questo sostantivo deve essere stato presente nel nostro dialetto più vecchio perché l'ho sentito pronunciare soltanto da mio padre in un periodo in cui in paese veniva già chiamato comunemente: pinsa.
Questo sostantivo deve essere stato presente nel nostro dialetto più vecchio perché l'ho sentito pronunciare soltanto da mio padre in un periodo in cui in paese veniva già chiamato comunemente: pinsa.
- Aggettivi: Sangà / Pinzato
- Frase: Slòngheme la sanga ca indrisso el ciò! / Passami la pinza che raddrizzo il chiodo.
È sinonimo di: pinsa.
Eh sì, quello che non sta nascosto dietro le parole che usiamo, senza che ce ne accorgessimo.
RispondiEliminaUn piccolo complemento su questo termine, estratto dal dizionario cimbro-tedesco di Hugo Resch:
Agostino dal Pozzo e Schmeller forniscono indizi - esempi di frasi si trovano sia nel dizionario del Vescovi che da Domenico Frigo e Martello - quest'ultimo si riferisce anche all'uso come insulto ad una "moglie avara, contraria e assillante", le forme zanga e zang – l’antico alto tedesco zanga e il medio-alto tedesco zange corrispondono all’anglosassone tonge (in inglese tongs) e all’antico nordico tong per “pinza”- il germanico comune tangô si basa su un danká pregermanico e appartiene ad un danc radice per "mordere" in sanscrito - Tzangar significa in realtà "Morsicatore" - la pinza (Beißzange ) tedesca conferma questa connessione così come il vecchio zangar alto tedesco (e longobardo) per "mordente, tagliente, vivace" - da qui deriva il tanghero italiano con significato di "rozzo" o "balordo" – da confrontare anche col cimbro tzank per "goffo" e lo tzankhan per "trascinare di qua e di là" -.
Non esistono lingue morte ma solo cervelli in letargo.
RispondiElimina