lunedì 23 settembre 2019

Sapore di Settembre dal libro: "I nuovi racconti di Nonna Giulia di Dana Carmignani



Iniziava a piovere a settembre, ed era una benedizione, dicevano i vecchi.
Serviva l'acqua del periodo, guarda caso, proprio per il vino.
La campagna tutta ne beneficiava... prati e alberi rifiatavano finalmente e riprendevano il loro aspetto rigoglioso, ma le vigne soprattutto necessitavano dell'acqua settembrina che avrebbe accentuato la produzione di quel nettare di cui i contadini tenevano in grande conto.
Alla prima acquata si buttavan fuori botti e bigonce perchè il legno si riassestasse e non ci fossero pericoli di fuoriuscite..si gonfiava il legno e così poteva trattenere al meglio i grappoli.
Il fermento che nelle aie era perenne, vedeva in questo periodo una accelerazione dei lavori perchè ci si assestava per l'inverno ci si preparava per la vendemmia, e si rifiniva ciò che poi in campagna non finisce mai, perchè c'è sempre qualcos'altro che ricomincia.
Nonna alzava in soffitta, quelli che venivano chiamati “castelli”.
In realtà era vero, perchè erano delle impalcature di legno su basi di pietra, con tanti piccoli perni.. se ne usavano quattro di queste costruzioni.. si distanziavano fra loro formando un quadrato.. si posizionavano delle pertiche lunghe su ogni legno che sporgeva, e sopra si srotolavano i cannicci , tanto da avere delle vere e proprie torri a strati dove l'aria circolava benissimo.
Servivano un tempo per i bachi da seta.. ma all'epoca mia di bambina non si facevano più e allora erano queste impalcature, delle vere e proprie dispense a più piani per quello che c'era di conservabile.
E tutto si conservava... la soffitta era già piena a settembre, di mucchi di patate di ogni dimensione e di mazzi di agli, cipolle e pomodori .. di sacchi di fagioli bianchi e neri, di ceci, di grano, granturco, avena, farina bianca e gialla. Il necessario, e anche il di più per bestie e cristiani che doveva durare per l'inverno e oltre.
Sui “castelli” si metteva l'uva , quella che serviva per il governo per il vino e quella da mangiare per noi finito l'autunno.. pere e mele, se c'erano, noci, e frutta secca, fichi, cachi, ogni frutto donato dall'autunno che già con settembre si cominciava a vedere.
Nell'aia un profumo inebriante si spandeva in quelle giornate. L'uva fragola maturava un po' prima dell'altra, ed era la prima ad essere riposta. Io cercavo con nonna le pigne più belle, stando attenta a non calpestare i ciclamini che sotto la pergola facevano tappeto, regalando col loro colore acceso ancor un po' di sensazione primaverile.
Cambiava il tempo, cambiavano i colori, cambiava il cielo , l'aria raffrescava se pur le giornate restavano calde, ma più che altro tutto mi pareva saporito.. come se settembre avesse un sapore oltre al colore diverso.. mi sembrava assomigliare più ad un piatto prelibato al quale attingere di ogni ben di Dio.
Saporito e profumato era settembre, ricco denso di inizi e iniziative. La Festa del santo del paese era proprio alla fine del mese e coincideva con la chiusura di un ciclo di lavori e di avventure per me, che finivano con l'inizio della scuola ad ottobre..
Con settembre finiva anche l'estate, finiva l'esteriorità.. si sarebbe entrati in un periodo che col mese successivo, avrebbe portato riflessione e calma, forse malinconia, ma anche interiorità vissuta al meglio nelle sere autunnali piene di fuoco e fiamme calorose. Sere che avrebbero visto anche la ricorrenza della mia nascita... e quello pensavo anche a settembre, si avvicinava il mio compleanno, che non festeggiavo se non con poche cose, ma sicuramente con una complicità fra me e nonna che non lasciava dubbi sulla mia realtà.

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