Le nostre valli e tutte le montagne circostanti offrono scorci, visuali, panorami, manufatti particolari e spesso ricchi di storia. Accade spesso che, abituati a quello che ci circonda, non riusciamo a valorizzare e comprendere la bellezza e unicità della nostra terra; se poi vicino alla natura ci mettiamo anche la storia, il tutto diventa ancora più prezioso.
Da molti decenni, si sono riscoperti con interesse luoghi diventati mete turistiche visitate da molte persone.
Uno di questi è il Forte di Punta Corbin, situato nel comune di Roana e meta, in ogni mese dell’anno, di molti turisti e appassionati.
La costruzione, eretta nella Prima Guerra Mondiale, è rimasta integra nella struttura esterna, pur avendo subito l’asportazione di molti materiali a opera dei recuperanti che a fine conflitto, hanno denudato il forte di tutto quello che poteva servire per ricostruire i paesi distrutti dalla guerra.
Ridotto a un cumulo di macerie, il Forte fu messo in vendita dal Demanio per 3000 lire, in un periodo tragico per l’Italia.
Dopo non pochi ripensamenti, nel 1942, Emilio Panozzo di Treschè Conca, decide di acquistarlo perché confinante con una sua proprietà dove teneva le mucche al pascolo.
In quegli anni, con la guerra alle porte, non si poteva pensare al futuro, quindi le cose importanti che il Forte poteva fornire erano il pascolo, l’acqua e qualche materiale rimasto ancora da prelevare.
Per arrivare ai nostri giorni, ci sono voluti molti sforzi, tenacia e tanta volontà di ben tre generazioni; nel 1982, il figlio di Emilio, Severino, con il supporto della moglie Costanza, ha sistemato la prima pietra che ha dato il via a una lunga serie di lavori di ristrutturazione che non sono ancora terminati.
In tutti questi anni, il Forte, da un mucchio di detriti, si è trasformato in un luogo dove natura e storia si incontrano; apprezzato dai tanti turisti di tutta Italia, è un monumento da visitare, un museo all’aperto che è ritornato all’antico splendore, grazie a Severino, Costanza e ai figli Federico e Ilaria che, con le loro famiglie, si prendono cura con passione di tutto ciò che riguarda questa costruzione, il museo attiguo e il punto ristoro.
Sabato 24 giugno 2022, nel pomeriggio, tutta la zona del Forte si è animata con figuranti e oggetti che hanno reso ancora più interessante la visita.
Per festeggiare gli ottanta anni dall’acquisto e i quaranta dall’inizio del restauro, la famiglia Panozzo ha accolto con gioia tutte le persone che hanno condiviso questo traguardo: Ilaria ha intrattenuto gli ospiti raccontando la storia della sua famiglia a cominciare dal nonno fino ai giorni nostri, evidenziando l’impegno e gli sforzi profusi in questi quarant’anni. Con vero orgoglio e tanta emozione, ha presentato le novità del 2022: un libro scritto da lei che, oltre alla storia, racconta fatti interessanti e inediti; la birra del Forte, fatta preparare appositamente per questa occasione; la nuova tracciabilità Google Maps, per arrivare sicuri sul posto (molte persone arrivavano a Pedescala dove c’è la via Forte Corbin…); l’App del Forte Corbin, che potrà aiutare il visitatore lungo il percorso della fortezza, tramite un audio guida, collegato al proprio smartphone. Ilaria, perfetta padrona di casa, ha saputo spiegare in modo esaustivo ogni cosa, facendo capire quanto sia legata a quel luogo e come sia grande la sua volontà di continuare le innovazioni e le ristrutturazioni che sono l’intento degli anni a venire. Dopo le foto di rito, è stato offerto un momento conviviale, dove si è potuta assaggiare la birra fatta con cereali e tarassaco per brindare a questo importante traguardo.
Bisogna ricordare che essendo privato, l’accesso al Forte e all’interessante museo, è possibile grazie al pagamento di un biglietto ed è solo grazie a questi introiti, che è possibile pensare al futuro e fare progetti importanti.
Un ambiente famigliare e sereno, una visuale da brivido quando ci si sporge per ammirare la valle sottostante, un percorso accuratamente disposto e ampliamente descritto, sono gli ingredienti che fanno del Forte di Punta Corbin, un luogo che soddisfa gli amanti della natura e della storia.
Consiglio di visitarlo, ma più di tutto consiglierei ai ragazzi che studiano la Prima Guerra, di appoggiare i piedi in quel suolo, toccando con mano la storia che sarebbe certamente più comprensibile di ciò che studiano sui libri.
Questi luoghi, queste fortezze costruite sulla cima delle montagne, parlano di una storia che ha interessato paesi e valli e che è ancora lì, dopo 100 anni, per darci la possibilità di fermarsi, pensare e di conseguenza essere strumenti di pace.
In questo nostro periodo storico, dove riecheggiano rumori e immagini di guerra, dove la distruzione e il dolore sono ancora presenti, dove l’uomo sembra non aver imparato nulla dal passato, c’è bisogno di cercare in ogni modo la pace, la serenità che è la vera e unica ricchezza di ogni persona.
Lucia Marangoni Damari
Pedescala 6/08/2022
parole saggie, Lucia.
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