venerdì 1 aprile 2022

MIX. di tutto un po'...



DALLA RIVOLUZIONE ALLA BANALITA’

Capita, che si dicano sciocchezze. 

Per ignoranza, approssimazione, superficialità. 

E capita che te lo facciano, giustamente, notare. Ci sta.

Purtroppo però chi ti contesta spesso non contrappone alla tua un’opinione diversa, non ti dice cosa c’è che non va nel tuo pensiero; tutto quello che sa fare è accusarti di becero qualunquismo e dirti che sei populista, massimalista, polemista, retorico, e che spari un mucchio di banali ovvietà.

E’ che bisognerebbe averla un’opinione, per sviluppare un pensiero, ma è faticoso. 

Molto meglio prendere per buono quello che politica, informazione e media fanno di tutto per imporci.

Molto più semplice insomma decidere che le cose debbano andare come ci dicono che vanno, che si debbano accettare senza dubbio alcuno e che tutto il resto, non conforme alle verità del pensiero unico, siano deliri populisti, massimalisti, e bla bla bla.

La mia generazione chiedeva pace, equità, diritti e giustizia sociale. Erano valori rivoluzionari. A crederci eravamo in tanti e c’è stato un momento in cui quel sogno è parso realizzarsi. Un attimo felice in cui quella rivoluzione avrebbe potuto compiersi. 

Abbiamo perso, ma ci abbiamo provato, e ancora oggi, acciaccati, delusi, stanchi, rincoglioniti dal tempo, ma mai rassegnati, con le forze rimaste ci battiamo per quelle stesse cose, evochiamo quegli stessi valori. Però adesso, quelle idee un tempo rivoluzionarie, sono diventate "banali ovvietà". Eppure hanno lo stesso senso di allora, la stessa importanza, ce n’è lo stesso bisogno, visto che il mondo è diventato una cosa ancora più putrida.

E allora perché?

Perché avremmo dovuto continuare a batterci, per quei valori, ma non l’abbiamo fatto, e adesso anche solo sentirne parlare ci costringerebbe a cercare risposte che non ci piacerebbero dentro la nostra cattiva coscienza. Così le abbiamo derubricate a "banali ovvietà", come se nel libro del destino fosse scritto che non saranno mai realizzabili.

Ma le pagine di quel libro siamo noi, che però non siamo nemmeno più capaci di sognare.

Definire quei valori "banali ovvietà" è il segno della nostra sconfitta.

Peggio: della nostra resa.

(dal web-anonimo)

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