Aprile è solitamente il mese che porta con sé la primavera, se pur con giornate piovose o fredde, quando il sole appare, scalda, rinvigorisce, dà energia, vita e gioia.
Eppure, quando si avvicina il 30 aprile, a Pedescala, qualcosa di diverso si sente nell’aria, si percepisce che l’atmosfera è di silenzio, mestizia e tristezza.
Si ripetono, anno dopo anno, da quel tragico 30 aprile 1945, le stesse celebrazioni di suffragio, di ricordo di quei terribili giorni e si prega per le tante persone innocenti.
Non entro nel contesto degli avvenimenti: so solo che ciò che è accaduto, ha tolto alla comunità di Pedescala tutto ciò che possedeva: persone care, affetti profondi, speranze per il futuro, gli oggetti personali, la storia di famiglie, le abitazioni… ha tolto tutto e ha portato tanto dolore, disperazione, rabbia, tristezza, sgomento, paura…
Continuare a vivere non è stato facile, anzi…, i fantasmi della crudeltà di quei giorni, sono stati compagni inseparabili per tante persone sopravvissute a quel massacro. Ricominciare, ricostruire, tornare a vivere: deve esserci stata una grande forza perché, dopo aver vissuto quegli orrori, nulla può far vedere qualcosa di buono.
Eppure la forza della vita ha preso il sopravvento e con dolore e tanto coraggio, si è ripreso il cammino. Ma nei cuori, sempre e comunque, è rimasto vivo quel ricordo, una ferita che nessuno è riuscito a rimarginare; nelle iscrizioni di alcune lapidi, al cimitero di Pedescala, ci sono riportate le parole che erano nel cuore di tutti:
"""Vittime dell’Eccidio--- Assassinati dai Barbari--- Vigliaccamente uccisi ed oltraggiati dai criminali nazisti e dai sicari fascisti, benedite dal cielo il nostro inconsolabile strazio, madre, spose, figli e sorelle--- Tragico destino troncava all’alba dei tempi migliori per la Patria la giovane esistenza, la moglie e le tenere figlie lo piangono--- Richiamiamo la mente e il cuore dei buoni, a pietosi suffragi il martirio di cui foste vittima---"""
Parole che fanno capire i sentimenti di allora… Si può dire che a causa di questo eccidio, Pedescala abbia perso generazioni che avrebbero potuto continuare a vivere e a contribuire alla crescita demografica del paese che invece è stato decimato.
Ora, a distanza di tanti anni il pensiero torna a quei giorni terribili, la tristezza invade l’animo e ci si ritrova come sempre, a ricordare, a pregare perché non succedano più stragi come quella di Pedescala, Forni e Settecà.
Eppure, ancora oggi, sentiamo il rumore di tante guerre che ci giunge da varie parti del mondo: ancora vittime innocenti, sangue versato, orfani e vedove…Non posso fare a meno di chiedermi: "Quando arriverà il giorno in cui l’uomo comprenderà il valore della vita?"
E’ questa la speranza che voglio continuare a coltivare e per cui prego, ogni 30 aprile più che in altri giorni, partecipando alle celebrazioni e ricordando quello che mi è stato raccontato da chi ha vissuto quell’esperienza, prego per la pace, la giustizia, la verità.
Lucia Marangoni
Purtroppo, Lucia, qua il valore della vita vien sempre dopo il valore... dei schei!
RispondiEliminaUna ròda che gira sempre su quel perno. Fin che si romperanno asse, semiassi, cuscinetti, supporti e bulloni vari, e si andrà a sbattere malamente.
Dimenticavo... un pensiero alle povere vittime innocenti ed alle famiglie!
EliminaLucia,come puo' dimenticare un simile orrore uno che lo ha vissuto.Dai Baise,come in un tragico palcoscenico,si é potuto assistere,ora per ora alle cannonate, ai tiri delle mitraglie,
RispondiEliminaal fumo e all'odore...Si viveva nel terrore.IL paese era deserto,il prete e le suore si erano rifugiati per tre giorni su alle Valpiane..Orrore....Orrore..Non si puo' dimenticare......