Lo confesso, sono un inguaribile caffetista; il tè non ha potere alcuno su di me, pur dovendone sorbire in quantità industriali.
Sulla storica fornéla di mia nonna, (Datata 1936, dei Rossi Balansa delle Seghe e rottamata pochi anni fa), la cògoma era sempre in azione. Sarà per quei primordiali effluvi che il caffè è entrato a far parte delle mie abitudini.
Il problema è che ormai
passo buona parte del mio tempo in un emisfero, quello di levante, che di
questa bevanda ha ben poca tradizione. Ben che vada te lo preparano con Nescafè
e latte in polvere, come in India, ma non ci siamo proprio mica. (mica non ci
andrebbe, lo so, ma lì ci sta proprio bene).
Di tè invece ne ho
provato a bizzeffe, di ogni tipo e genere. Per convertirmi mi hanno persino
portato su remote montagne, dove colgono le foglioline apicali alla brezza
dell’alba per preparati delicatissimi che costano un’eresia. Poi coinvolgendomi negli elaborati e coreografici rituali delle cerimonie del tè su stupendi
tavolini in radiche massicce e con pareciti
che avrebbero beato le fanciulle della mia generazione.
Niente da fare!
Niente da fare!
Va
detto che qui il tè lo bevono prevalentemente senza zucchero né altro, per cui al
mio palato richiama un po’ il sapore dell’acqua nel caliero dela polenta usata
per smorbiar le groste. (Ebbene si, ho
provato anche quella!)
Così è stata una
gradevole sorpresa capitare in Vietnam e realizzare che qui col caffè ci sanno
fare. Si vede che la colonizzazione francese qualcosa di buono ha pur lasciato,
oltre a patate fritte, baguette e crème caramel. Per la verità il Vietnam è interessante anche per molti altri aspetti: è pulito, ospitale,
con una bella natura e un popolo cordiale, ma non sottomesso.
Il caffè si può gustare
in diversi modi e in locali carini, ma quello che mi ha colpito è il cà phê trứng, ovvero il caffè con l’uovo,
specialità di Hanoi.
Un caffè vietnamita viene
fatto con chicchi macinati grossolanamente e preparato individualmente in tazza
con un filtro metallico a goccia (tipo caffettiera francese). L’operazione richiede una decina di minuti, ma
il caffè ne risulta ricco di sapore e oli essenziali, acquisendo un gusto forte
ma morbido, con note di cioccolato che proviene dal sistema di torrefazione.
(Pare lo trattino con il burro, ma anche con lo zucchero, il sale, così come
con altri ingredienti tenuti segreti dai torrefattori). Ne viene anche naturalmente
ricco di caffeina.
Le versioni più popolari
del caffe vietnamita sono il cà phê den (caffe nero) – simile al nostro, e il cà phê nau (caffe marrone), che viene preparato per filtrazione attraverso il latte
condensato, il che gli conferisce un gusto molto particolare.
Ma torniamo al cà phê trứng, che è quello che mi ha
particolarmente ispirato. Si narra che sia stato inventato nel 1946 dal signor
Giang, barista presso l’Hotel Metropole di Hanoi, in un periodo in cui il latte
era scarso e costoso mentre l’uovo era più accessibile. So che
è fatto con i tuorli d’uovo sbattuti a crema, ma la ricetta ha diverse varianti
e in città lo si può gustare in vari locali, dove ognuno lo fa a modo suo.
Certo è che quello che ho assaggiato in quella minuscola caffetteria di Hanoi era assolutamente superlativo; purtroppo non hanno voluto rivelarmi la ricetta originale.
Certo è che quello che ho assaggiato in quella minuscola caffetteria di Hanoi era assolutamente superlativo; purtroppo non hanno voluto rivelarmi la ricetta originale.
Gianni Spagnolo
Bon ciò, ... anca mi ale volte a me sbato du uvi intel cafelate e me godo a sbatociarli rento col sucaro e la nutela.
RispondiEliminaGianni, molto interessante il tuo libro di viaggio, ricco di tante esperienze vissute. Per me (e PR) il caffè è 100% arabica, di Etiopia, regione d'origine, ed espresso, all'italiana, dopo pranzo. Vedo che, per DS, o SMS, non basta solo caffè. Forse è perchè è di un paese on cartoon, il paese dell'imaginazione ?
RispondiEliminaMa Cherie, ... peut-être que Moi Même est éclaboussé, mais pas à cause de l'œuf.
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