Armida - Antonietta - Rosanna - Lucia
impegnate nel preparare le patate per la semina
per quel "famoso progetto" che poi...
(Articolo di Lucia scritto al tempo)
Anche
nelle nostre Valli, lentamente la primavera sta facendo il suo
ingresso: il lungo inverno lascia il posto ad un nuovo ciclo di vita.
In ogni angolo del territorio i segni di questa rinascita, di questo
rinnovarsi, si fanno vedere agli occhi attenti che sanno scorgere
ogni più piccolo mutamento.
Dai timidi e teneri ciuffetti di primule
e viole, alle piccole nuove foglie degli alberi, ai prati che
verdeggiano giorno dopo giorno, tutti questi segnali portano anche
dentro di noi, una voglia di “nuovo”.
Io,
che sono un’amante della natura in tutte le sue forme e in tutte le
stagioni, riempire gli occhi di questi “doni” è sempre e
comunque fonte di gioia. Ma la cosa che da sempre ha reso felice il
mio cuore, è la visione di un campo arato: la terra addormentata dal
lungo inverno è senza vita, ma quando le zolle vengono mosse, tutto
assume un aspetto meraviglioso;
per me, guardare un campo arato e la
scura terra è pronta per accogliere le sementi, mi dà gioia. La
terra, l’intervento dell’uomo, il lavoro paziente delle stagioni
e sopratutto l’aiuto di chi sta sopra di noi, fa realizzare, anno
dopo anno, speranze di continuità, di avere un buon raccolto. Ma se
un tempo, per la nostra valle coltivare la terra era cosa normale e
dava sostentamento alle famiglie, ora si nota un abbandono del
territorio, con le conseguenze che tutti conosciamo.
La Comunità Montana Alto Astico e Posina,
in difesa del territorio e per salvaguardare le ricchezze delle
nostre Valli, ha attuato un progetto per rendere coltivabili i
terreni lasciati a sé stessi.
Con il consenso dei proprietari, anche
a San Pietro Valdastico in località “Campagna”,
sono stati resi fertili alcuni appezzamenti dove si è provveduto a
piantare le patate che poi saranno messe in commercio.
La scorsa
settimana uomini e mezzi hanno lavorato giorni interi per piantare
diverse qualità di patate: alcune persone hanno preparato tagliate
le patate, mentre il mezzo agricolo e gli uomini le nascondevano nel
terreno scuro: un lavoro pesante che sicuramente darà i suoi
frutti! Nonostante la stanchezza, è stato piacevole ritrovarsi
all’aria aperta, in buona compagnia a fare quattro chiacchiere e
anche qualche… canto!
Sembrava un quadretto d’altri tempi… ai
giorni nostri è inusuale, ma era normale una volta, trovarsi insieme, lavorare, raccontarsi e cantare...
Questo lavoro ha attirato molti
curiosi che sono arrivati per vedere il lavoro e si sono congratulati
per il risultato. Per chi va a camminare in quella zona che è meta
abituale di molti, vedere quei terreni una volta pieni di rovi, che
ora sembrano rinati, non può far che piacere; la speranza è che
questo progetto abbia una continuità e che la tutela del territorio
con i profitti che ne potranno venire, vada a favore delle nostre Valli.
Questo progetto fa parte di una serie di interventi che mirano
alla difesa del territorio, al rendere piacevole la visione dello
stesso senza tralasciare quello che, con questo intervento, potrà
dare la coltivazione del tubero tanto conosciuto.
Anche per il
ripristino dei terrazzamenti ci sarà un prossimo progetto che si
spera sia accolto in modo positivo dalla gente che risiede nelle
Valli. Per fare tutto questo, c’è bisogno di gente che “crede”,
che si impegna, che realizza, che si rende disponibile…, queste
persone sono da ringraziare: anche se come sempre le critiche non
mancano, l’importante è continuare per la propria strada, con la
certezza di agire per il bene della Comunità. Un grazie a tutti
coloro che, anche a livello personale, tengono puliti e coltivati
anche i “fazzoletti” più piccoli di terra: piacere per gli
occhi, orgoglio per i proprietari, gioia per il cuore…
La natura non
tradisce mai: si rinnova in primavera, dà i suoi frutti in estate e
autunno e si riposa durante l’inverno senza stancarsi mai e senza
chiedere nulla in cambio: l’intervento dell’uomo è importante
per salvaguardare il nostro territorio, in tutte le sue tante
bellezze che a volte non ci rendiamo conto di avere a portata di
mano…
Lucia
Marangoni
Sarebbe interessante riscrivere l'articolo con data odierna.
RispondiEliminaCome mai le nostre patate sono state ''snobbate'' mentre quelle di Rotzo vanno a ruba ?
RispondiEliminaÈ tutta questione di marketing di pubblicità poi se le patate sono buone o no se vengono vendute a Rotzo ma provengono dalla pianura questo passa in secondo piano
EliminaA so anca mi che le robe non va vanti: fin chei omini i sta cole man in scarsela a vardar le femene a pelare ...
RispondiEliminabuongiorno a tutti...I terreni sopra citati negli ultimi anni vengono coltivati da me e mio fratello che con la nostra piccola azienda cerchiamo di portare avanti la coltivazione della patata nella nostra valle.Vi assicuro che quella terra e' effettivamente "magra" e soprattutto ricca di sassi che causano parecchie rottute alle macchine.Sebbene la produzione quantitativamente e' di molto inferiore a quella di pianura viene comunque riscontrata una qualita maggiore proprio grazie alle caratteristiche del terreno che fortunatamente fa apprezzare il nostro prodotto sia nelle famiglie che in alcuni ristoranti che le trasformano nei famosi gnocchi.Tempo fa abbiamo provato ad organizzare una piccola manifestazione per cercare di valorizzare I prodotti della nostra valle come appunto le patate,le trote,I formaggi ma la risposta della gente e' stata un po scarsa...cio comunque non ci ha abbattuti anzi ci ha spinto a lavorare ancora di piu e meglio per cercare di migliorare di anno in anno...oramai da piu di dieci anni siamo "in campo" e speriamo che questa avventura duri ancora a lungo ringraziando sempre chi ci da una mano comprando I nostri prodotti e dandoci terra da coltivare. Toldo Sebastian
RispondiEliminaMa se voi da più di dieci anni le coltivate vuol dire che sarà anche magra, ma qualcosa rende, altrimenti non credo che se non ci fosse un utile sprechereste del tempo così tanto per. Poi ci sarà l'anno più o meno buono, così è in natura.
RispondiEliminalogicamente pink panter ma ti faccio un piccolo esempio in pianura sI parla di produzioni di 300/400 quintali a ettaro da noi si parla di 100/150....la differenza c'e....poi grazie alle dovute rotazioni e all'apporto di un centinaio di quintali di letame all'anno sicuamente la terra migliora...Toldo Sebastian
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