sabato 9 settembre 2017

Ma vardéle!...


 Armida - Antonietta - Rosanna - Lucia
impegnate nel preparare le patate per la semina 
per quel "famoso progetto" che poi...

(Articolo di Lucia scritto al tempo)

Anche nelle nostre Valli, lentamente la primavera sta facendo il suo ingresso: il lungo inverno lascia il posto ad un nuovo ciclo di vita. 
In ogni angolo del territorio i segni di questa rinascita, di questo rinnovarsi, si fanno vedere agli occhi attenti che sanno scorgere ogni più piccolo mutamento. 
Dai timidi e teneri ciuffetti di primule e viole, alle piccole nuove foglie degli alberi, ai prati che verdeggiano giorno dopo giorno, tutti questi segnali portano anche dentro di noi, una voglia di “nuovo”.

Io, che sono un’amante della natura in tutte le sue forme e in tutte le stagioni, riempire gli occhi di questi “doni” è sempre e comunque fonte di gioia. Ma la cosa che da sempre ha reso felice il mio cuore, è la visione di un campo arato: la terra addormentata dal lungo inverno è senza vita, ma quando le zolle vengono mosse, tutto assume un aspetto meraviglioso; 
per me, guardare un campo arato e la scura terra è pronta per accogliere le sementi, mi dà gioia. La terra, l’intervento dell’uomo, il lavoro paziente delle stagioni e sopratutto l’aiuto di chi sta sopra di noi, fa realizzare, anno dopo anno, speranze di continuità, di avere un buon raccolto. Ma se un tempo, per la nostra valle coltivare la terra era cosa normale e dava sostentamento alle famiglie, ora si nota un abbandono del territorio, con le conseguenze che tutti conosciamo
La Comunità Montana Alto Astico e Posina, in difesa del territorio e per salvaguardare le ricchezze delle nostre Valli, ha attuato un progetto per rendere coltivabili i terreni lasciati a sé stessi. 
Con il consenso dei proprietari, anche a San Pietro Valdastico in località “Campagna”, sono stati resi fertili alcuni appezzamenti dove si è provveduto a piantare le patate che poi saranno messe in commercio. 
La scorsa settimana uomini e mezzi hanno lavorato giorni interi per piantare diverse qualità di patate: alcune persone hanno preparato tagliate le patate, mentre il mezzo agricolo e gli uomini le nascondevano nel terreno scuro: un lavoro pesante che sicuramente darà i suoi frutti! Nonostante la stanchezza, è stato piacevole ritrovarsi all’aria aperta, in buona compagnia a fare quattro chiacchiere e anche qualche… canto! 
Sembrava un quadretto d’altri tempi… ai giorni nostri è inusuale, ma era normale una volta, trovarsi insieme, lavorare, raccontarsi e cantare...
Questo lavoro ha attirato molti curiosi che sono arrivati per vedere il lavoro e si sono congratulati per il risultato. Per chi va a camminare in quella zona che è meta abituale di molti, vedere quei terreni una volta pieni di rovi, che ora sembrano rinati, non può far che piacere; la speranza è che questo progetto abbia una continuità e che la tutela del territorio con i profitti che ne potranno venire, vada a favore delle nostre Valli. 
Questo progetto fa parte di una serie di interventi che mirano alla difesa del territorio, al rendere piacevole la visione dello stesso senza tralasciare quello che, con questo intervento, potrà dare la coltivazione del tubero tanto conosciuto. 
Anche per il ripristino dei terrazzamenti ci sarà un prossimo progetto che si spera sia accolto in modo positivo dalla gente che risiede nelle Valli. Per fare tutto questo, c’è bisogno di gente che “crede”, che si impegna, che realizza, che si rende disponibile…, queste persone sono da ringraziare: anche se come sempre le critiche non mancano, l’importante è continuare per la propria strada, con la certezza di agire per il bene della Comunità. Un grazie a tutti coloro che, anche a livello personale, tengono puliti e coltivati anche i “fazzoletti” più piccoli di terra: piacere per gli occhi, orgoglio per i proprietari, gioia per il cuore…
La natura non tradisce mai: si rinnova in primavera, dà i suoi frutti in estate e autunno e si riposa durante l’inverno senza stancarsi mai e senza chiedere nulla in cambio: l’intervento dell’uomo è importante per salvaguardare il nostro territorio, in tutte le sue tante bellezze che a volte non ci rendiamo conto di avere a portata di mano…


Lucia Marangoni




7 commenti:

  1. Sarebbe interessante riscrivere l'articolo con data odierna.

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  2. Come mai le nostre patate sono state ''snobbate'' mentre quelle di Rotzo vanno a ruba ?

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    1. È tutta questione di marketing di pubblicità poi se le patate sono buone o no se vengono vendute a Rotzo ma provengono dalla pianura questo passa in secondo piano

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  3. A so anca mi che le robe non va vanti: fin chei omini i sta cole man in scarsela a vardar le femene a pelare ...

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  4. buongiorno a tutti...I terreni sopra citati negli ultimi anni vengono coltivati da me e mio fratello che con la nostra piccola azienda cerchiamo di portare avanti la coltivazione della patata nella nostra valle.Vi assicuro che quella terra e' effettivamente "magra" e soprattutto ricca di sassi che causano parecchie rottute alle macchine.Sebbene la produzione quantitativamente e' di molto inferiore a quella di pianura viene comunque riscontrata una qualita maggiore proprio grazie alle caratteristiche del terreno che fortunatamente fa apprezzare il nostro prodotto sia nelle famiglie che in alcuni ristoranti che le trasformano nei famosi gnocchi.Tempo fa abbiamo provato ad organizzare una piccola manifestazione per cercare di valorizzare I prodotti della nostra valle come appunto le patate,le trote,I formaggi ma la risposta della gente e' stata un po scarsa...cio comunque non ci ha abbattuti anzi ci ha spinto a lavorare ancora di piu e meglio per cercare di migliorare di anno in anno...oramai da piu di dieci anni siamo "in campo" e speriamo che questa avventura duri ancora a lungo ringraziando sempre chi ci da una mano comprando I nostri prodotti e dandoci terra da coltivare. Toldo Sebastian

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  5. Ma se voi da più di dieci anni le coltivate vuol dire che sarà anche magra, ma qualcosa rende, altrimenti non credo che se non ci fosse un utile sprechereste del tempo così tanto per. Poi ci sarà l'anno più o meno buono, così è in natura.

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  6. logicamente pink panter ma ti faccio un piccolo esempio in pianura sI parla di produzioni di 300/400 quintali a ettaro da noi si parla di 100/150....la differenza c'e....poi grazie alle dovute rotazioni e all'apporto di un centinaio di quintali di letame all'anno sicuamente la terra migliora...Toldo Sebastian

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