mercoledì 20 settembre 2017

Oramai sémo tuti invelenà... purtroppo...

Ho trovato interessanti queste considerazioni che ha pubblicato in rete la Biblioteca civica di Rotzo e desidero condividerle con voi.

Negli anni ’80 e ’90 c’erano la simazina e l’atrazina. Erano due diserbanti fra i più diffusi in agricoltura, usati senza risparmio un po’ in tutta Italia, ma sopratutto nelle fertili distese della pianura padana. 
Il granoturco e le altre colture crescevano libere dalle infestanti e le produzioni erano abbondanti. Poi iniziarono i primi dubbi sulla salute degli animali e degli uomini esposti a questi formulati, che manifestavano effetti addirittura mutageni sulle rane e cancerogeni sull’uomo. Si scoprì anche, ahimè, che questi composti avevano ormai abbandonato la fascia superficiale del terreno ed erano penetrati nel sottosuolo, inquinando in profondità le acque di falda. I limiti di legge erano superati quasi ovunque e praticamente i pozzi dell’intera pianura padana risultavano fuorilegge. 
Come si risolse il problema? All’italiana, ovviamente, vale a dire alzando i limiti stessi e portandoli al di sopra delle percentuali riscontrate nelle acque: i pozzi ritornarono così magicamente potabili. Qualcosa di simile, ma molto, molto più in grande, sta succedendo oggi con il glifosate, il diserbante della Monsanto definito innocuo e quasi biologico e proprio per questo usato allegramente in tutto il mondo. E’ lo stesso che usiamo anche noi per eliminare i due metri quadri di erba attorno a casa. A contatto con il terreno, il glifosate doveva miracolosamente degradarsi in anidride carbonica e acqua e quindi sparire del tutto senza lasciare traccia. Era la perfezione della chimica, il prodotto ideale. 
Invece lo scorso anno è stato ritrovato in ben 14 marche di birra tedesche ed è presente in pressoché tutte le acque, sia superficiali che profonde, in tutte le zone dove viene usato. Massiccio l’uso che ne viene fatto sia nel nord che nel sud America, sopratutto in abbinamento a colture modificate geneticamente per resistere al prodotto, e preoccupanti le notizie che filtrano dalle zone più esposte, come l’Argentina, che parlano di un aumento spaventoso non solo dei tumori, ma anche delle malformazioni a carico dei neonati. Per il momento è stato classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, l’ente, notoriamente prudente, che rappresenta la massima autorità in materia. Ti vien da pensare che fra tanti animali che popolano la Terra l’uomo è di gran lunga quello più stupido, perché è quello che non impara mai niente dai propri sbagli e li ripete continuamente. Mi viene in mente una frase attribuita al grande capo indiano Toro Seduto, che si era valorosamente quanto inutilmente opposto all’invasione dei coloni bianchi: 
“quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, catturato l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”.

Nella foto: una scarpata stradale, trattata con il glifosate, con evidenti segni di erosione dovuta alla mancanza di vegetazione.

 (fonte: Biblioteca civica di Rotzo)

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