venerdì 1 settembre 2017

La patata di Rotzo

La storia: 
La patata di Rotzo ha un’antica tradizione agricola, data dal fatto che il tubero ha trovato nei prati, boschi e nel clima della zona un contesto ambientale ideale per esaltare le sue qualità organolettiche. La prima testimonianza documentale che attesta della coltivazione del tubero nella zona di Rotzo risale alla fine del 1700, nel volume “Memorie storiche dei Sette Comuni Vicentini” scritto dall’abate Agostino Dal Pozzo ed edito dal Comune di Rotzo nel 1820. 
L’antica varietà non è più coltivata, ma la produzione odierna è ancora molto apprezzata. La proverbiale bontà di queste patate di montagna deriva da un concorso di elementi ambientali: suolo di struttura ideale, inverni rigidi che neutralizzano molte malattie, estati fresche e asciutte che favoriscono al meglio la fruttificazione. La maggiore concentrazione di amidi che ne deriva, contribuisce a dare al prodotto qualità uniche e inconfondibili. 
La prima domenica di settembre di ogni anno, si svolge la tradizionale Festa della Patata, occasione per poter assaggiare molti piatti tipici a base di patate.
Descrizione del prodotto: Le varietà coltivate sono: la Bintje, la Desirèe, la Spunta, la Monalisa, l’Alba che sono tutte patate a pasta bianca o giallo-chiara e buccia bianca o rossa. Le patate di questa zona si distinguono per un’alta presenza di sostanza secca che ne consente una maggiore conservabilità (soprattutto la Desirèe) e vengono commercializzati direttamente dai produttori in sacchetti di diverso peso (da 5 a 50 kg.)
Processo di produzione: La patata viene coltivata in terreni di montagna, ad una altezza variabile da 700 a 1.000 metri. Il seme per la riproduzione viene acquistato o riprodotto direttamente in azienda. La concimazione si attua con letame bovino o con sovescio di prato di leguminose, integrata da piccole quantità di concimi minerali. I trattamenti fitosanitari, quando vengono fatti, sono ridotti al controllo della peronospora; dorifora e afidi vengono trattati una o due volte all’anno e solo in annate particolari. Le lavorazioni e la raccolta, che avviene in ottobre, sono manuali o meccaniche. La conservazione del prodotto avviene in cantine adatte (fresche e buie). Il confezionamento e la pesatura sono eseguite manualmente. 
L’ammasso delle patate viene effettuato in cantine o locali aziendali, spesso interrati, adatti alla conservazione del prodotto, opportunamente oscurati, aerati o chiusi al fini del mantenimento della temperatura ideale di conservazione.
Reperibilità: Prodotto di nicchia, coltivato da poche piccole aziende, le patate di Rotzo si possono trovare durante la festa della patata o presso i rivenditori della zona, nei mesi autunnali.
Usi: Il tradizionale piatto locale preparato con le patate di Rotzo è la “polenta considera”, che è una polenta di mais bianco a cui vanno aggiunte le patate lessate, farcita di burro e un pizzico di cannella, da accompagnare al formaggio mezzano e alla sopressa.

 RICETTA DELLA POLENTA "CONSIDERA"
 INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
 1 Kg di patate di Rotzo
 50 g di farina bianca tipo "00"
 40 g di burro o preferibilmente strutto
 una cipolla
 un pizzico di cannella in polvere
 sale
 formaggio grattugiato

Preparazione:
Lessare le patate già sbucciate e salate. Soffriggere una cipolla con burro o, meglio, strutto.
Togliere la cipolla ed aggiungere la farina bianca e la cannella, mescolare fino a far assumere al composto la colorazione nocciola. Schiacciare le patate lessate ed unirle al composto amalgamando il tutto con l'aggiunta di formaggio grattugiato e dell'acqua di cottura.
Versare sul tagliere e servire a fette dopo 5 m'. Si accompagna perfettamente con formaggio mezzano e sopressa.

9 commenti:

  1. Fursi che el Reverendo el podaria parlarne de ste patate, ello chel se conosce en "gratin" ? Nol sarà mia ancora in sfinimento col caldo passà ?

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  2. Par prepare la considera, bisogna tenere in considerazione alcune considerazioni, datosi che la farina di mais bianco e la farina bianca non sono la stessa cosa. Ordunque urge far chiarezza:
    Ci va la farina bianca 00 o quella di mais bianco? Andò nàveli a tor la farina de mais bianco cuili da Rosso? a Treviso con birocin?
    Inoltremente voria saere se fusse possibile cambiarghe el nome ala patata Spunta e ciamarla Sponcia? Dato che gh'è già el mais Sponcio, la me pararia na bela roba.

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    1. Esagerato !!!! Anca la patata desso, dopo el maïs ?
      Tuto considerà, credo che me piase mejio la polenta gialla parche le patate co la canela e seola, anca se le xe de tipo Sponcio, no le me va.
      Ma xelo cussi chi fasea la torta alle patate na volta ?
      Mi sembra che mia mamma mi diceva che mettevano uva passa.

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    2. Ody, te ghe capìo pan par polenta! La considera la xe un mestieramento salà, ... quela cola uéta gera la pinza, un dolse, ma nol ghéa mia patataminti rento, almeno soto al me coerto.

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    3. Setù cossa Sponcy, saria mejio che te me la fassi provare, ti che te ghe des lettres (de recettes). A vegno su a Rosso, soto al to coerto, se te va ben cussi.
      Sarà na specie de Matafan come chi fa in Savoia, scometo ? Tuto el mondo xe paese, my dear.

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  3. E per la rinomata patata della comunità montana del presidente Munarini in quel di San Piero a quando la festa?

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  4. <bellissimo racconto ma non del tutto veritiero, forse anni fa. Come sempre quando un prodotto diviene di nicchia, cioè famoso e quindi la domanda supera l'offerta si fa uso di prodotti non del tutto naturali per sottostare alla richiesta. Un esempio molto semplice e vicino a noi sono le mele del bellissimo trentino.Queste per stare al passo delle richieste vengono trattate dalle venti a venticinque volte a produzione. A fine ciclo le stesse piante di melo non vengono nemmeno usate per legna da ardere dagli stessi produttori, visto le miriadi di volte che sono state trattate dagli stessi. Come sempre non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ci sono ancora delle aziende agricole che producono patate in modo abbastanza biologico vedi quelli della foto, ma quando si arriva a produrre per un ricavo o si sottosta' a quei prodotti o non c'è guadagno.

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  5. Ma semo proprio sicuri che "Tutte" quelle patate che i vende in Rozzo le sia prodotte là....Ma se nel periodo di guerra ( 1940--1945) con terreni coltivati
    almeno quattro volte piu'grandi degli attuali,nessuno voleva venderci( di contrabbando,si intende...e a caro prezzo!!! sti Slappari...quelle ricercate patate, perché, dicevano :" non ghin femo gnanca abbastanza per noialtri!!!!"
    Ma in una maniera od un'altra, in quel periodo di guerra all'autunno, molti quintali di "vere patate de Rozo" arrivarono a sfamare gli abitanti dei Lucca!!!!!

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  6. Mi ricordo da bambino quanta polenta di patate si mangiava, ecco perchè eravamo piccoli, rispetto ai giovani d'oggi.

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