sabato 9 aprile 2016

Frazione PEDESCALA

Continuiamo la nostra rassegna delle contrade e delle frazioni del comune di Valdastico, presentando la frazione di  PEDESCALA, situata sul conoide di confluenza fra l'Astico e l'Assa, sull'estrema propaggine di sud-ovest dell'antico territorio di Rotzo e a presidio del ponte che ab immemorabili varcava l'Astico.

Come già anticipato a margine dell'ultima scheda ommentata, http://bronsescoverte.blogspot.it/2016/03/san-pietro-centro-parte-quinta.html questi prossimi post riporteranno solo le mappe catastali risalenti alla prima metà del XIX secolo, ovvero quelle riferentesi al periodo napoleonico (1809-12) e/o austriaco (1832-45) ma senza testi di approfondimento. Chi vorrà potrà utilizzare i commenti in calce per completare la lacuna.


Per non lasciare tuttavia priva di un commento storico questa importante località, vorrei affidarlo alla certa penna di Gaetano Maccà, che la visitò nel 1798 e quindi ci offre uno spaccato di quel tempo. Il Padre Maccà era un  frate minore osservante nativo di Sarcedo, che scrisse di questi luoghi nella sua "Storia dei Sette Comuni e ville annesse" edita a Caldogno nel 1816.*  La trascrivo fedelmente nella sintassi di quella redazione, così abbiamo un documento temporalmente vicino alle mappe catastali del periodo della dominazione austriaca [1815-1866].
Gianni Spagnolo
I.IV.MMXVI
CAPITOLO I 
Descrizione di questa villa.
Pedescala è villa situata a piedi di alte mon­tagne appresso il torrente Astico, distante da Vicenza circa 22 miglia, e da Asiago sette in circa. Il suo distretto consiste in lungo tratto delle falde della montagna di Rozzo, e in poco piano situato tra il detto Astico, e il torrente Valdassa che comincia nella montagna di Verena dello Stato Austriaco, il qual torrente Valdassa appresso il Ponte di Pedescala scaricasi nell’ Astico. La porzione montuosa di questa villa in buona parte, cioè la meno alta, è ri­dotta a coltura. Le case sono tutte situare ap­presso la chiesa parrocchiale, e formano borgo. Questa villa fa comune con Rozzo uno de' Sette Comuni, ed è uno de suoi colonnelli, così volgarmente detti, oppure suo memnbro, come lo chiama il P. Barbarano, benché, soggiunge tosto esso Barbarano, che questa villa quanto al temporale è unita con Val d' Astego: e per essere inclusa Dei Sette Comuni, partecipa anch' essa degli stessi privilegi come si può vedere nella raccolta di Leggi Sindicali ec. per non formare comune da sé non trovasi registrata in alcuna lista dei comuni del Terri­torio Vicentino. Essa all'intorno confina con Forni, s. Pietro di Valdastico, Rozzo, Conca, Arsiero. Conca già tempo era contrada di Cogolo, ma ora è da Cogolo divisa, e forma co­mune, e parrocchia da se. Oltre le entrate so­lite delle altre ville, cioè sorgo formento, segala ec. abbonda questa villa di noci, delle quali si fa anche commercio. Sul torrente Valdassa vi sono due ruote di molini. Il P. Barbarano fa menzione di un fiume chiamato Lingola, e dice, che nasce nella montagna di Manazzo, e termina nell' Astico a Pedescala. Di questo fiume, quando sono stato in coceste vil­la, non mi fu data alcuna notizia. Le famiglie quivi sono, secondo le informazioni datemi, sessantadue, le anime in tutte dugento e cin­quanta circa. Nella visita Vescovile Padovana del 1665 erano in tutte 201 circa. Questi abitanti presentemente parlano la lingua Italiana.

CAPITOLO II
Della chiesa parrocchiale.

La parrocchiale di Pedescala situata nella diocesi Padovana, giace in piano appreso il tor­rente Astito, ed è dedicata a s. Antonio dì Pa­dova. Già tempo fu smembrata da quella di Rozzo. Scrive il P. Barbarano, ch'è filiale dell' antica pieve di Caltrano, come lo è altresì la stessa di Rozzo. Oltre di ciò questa di Pedescala è filiale anche di quella di Rozzo; imperciocchè, nella visita Vescovile del 1665, 30 giugno, il Vescovo di Padova ch'era il Beato Gregorio Barbarigo, per supplica presentatagli dal Rettore di Rozzo, decretò, che la chiesa di Pedescala sia obbligata di conoscere per sua Ma­trice la chiesa parrocchiale di Rozzo, e in se­gno di ciò ordinò, che il Rettore della chiesa di Rozzo nel giorno di s. Antonio di Padova titolare della chiesa di Pedescala, possa celebrare la messa solenne in detta chiesa di Pedescala, e fare le funzioni di quel giorno. Aveva motivo di ciò fare, perché la chiesa dì Pedescala, come dissi anche di sopra, era stata smembrata da quella di. Rozzo; e di più che la chiesa di Pedescala dovesse riconoscere per sua Matrice quella di Rozzo era stato con sentenza dichiarato sino dal di 3o giugno 1579 quantunque ricusasse di riconoscerla tale. La chiesa vecchia di Pedescala aveva tre altari. Nel maggiore eravi una bella tavola di Alessandro Maganza. La nuova, che quando nell'anno 1798 mi portai a visitarla si edificava, ne ha cinque, e il maggiore ha la stessa tavola del Maganza. Viene uficiata un solo Rettore eletto dal popolo, e confermato dal Vescovo. Ma dia­mo alcune notizie ancora più antiche di questa chiesa. Nella sua canonica lessi la faccoltà con­cessa da Paolo Zabarella Arcivescovo di Parigi Suffraganeo del Cardinale e Vescovo di Padova Marco Cornaro agli uomini della contrada di Pedescala di fabbricare la loro chiesa sotto il titolo di s. Rocco, quantunque oggidì s intitoli s. Antonio di Padova, e così pure di farsi il loro cimiterio, colla casa pel prete di essa chiesa ec. Ha la data del die jovis VII. mensis Februarii MDXXI.  Posteriormente poi, cioè del 1571 fu riedificata, e dedicata a s. Antonio di Padova, come raccogliesi dalle visite Vescovili di Padova al detto anno 12 settembre ove leggesi Reverendiss. Dominus Episcopus vistitavit ecclesinm Sancii Antonti de pedescala sub cura ecciesie Rotii distantem ab ipsa ecclesiam per duo milliaria in circa que ecclesiam est noviter edificata per homines dicte ville pro eorurn comoditate etc. Nella visita del 1587, 14 settembre dicesi, che questa chiesa intitolata ivi parrocchiale, e cappella della pieve di Caltrano, la quale era altre volte sotto la parrocchia e cura della chiesa di Rozzo, fu eretta in nuova parrocchiale per la distanza del luogo, e per la difficoltà delle strade. Contuttociò nelle visite stesse Vescovili Padovane trovasi la istanza fatta dagli uomini di Pedescala al Vescovo Marco Cornaro nel di 18 settembre i 1615 in occasione che ivi trovavasi in visita, acciocchè erigesse a parrocchiale la loro chiesa fondata da loro Mag­giori, e concedesse loro il perpetuo Juspatronato, e la facoltà di presentare un sacerdote idoneo al Vescovo di Padova per essere appro­vato, ed investito della stessa loro chiesa in qualunque tempo essa vacasse, promettendo essi di dare al detto sacerdote ogn'anno il quartese di tutte le loro entrate, come per lo avanti davano al loro cappellano amovibile, e di sornministrargli in oltre annualmente venti ducati di moneta Veneta. Questa istanza fu dal suddetto Vescovo prontamente esaudita, e l'atto fu scritto nella medesima chiesa di Pedescala In altra visita fatta nell'anno 1620 questa chiesa chia­masi filiale della pieve di Caltrano: est sub Plebe Caltrani; ma come abbiamo veduto di sopra, deve riconoscere per sua matrice quella di Rozzo, e ciò in vigore di un decreto poste­riore. Nella sua facciata leggeri la seguente iscri­zione: D.O.M. In honorem Deiparae  Divique Antonii Patavini.

1809 - Rilievi del corso dell'Astico alla confluenza con l'Assa

1809 Rilievi del corso dell'Astico nel territorio di Pedescala

1810 - Mappatura preparatoria catastale del territorio di Pedescala

1842 Territorio di Pedescala dal Catasto Austriaco
1834 - Mappa fondiaria di Pedescala dal Catasto Austriaco

1842 - Mappali dell'abitato di Pedescala dall'accatastamento austriaco

Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
  • I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali  conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa -  Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso;  Mappa I; IV e Libri partite  e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con  prot. n. 01  del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
  • E fatto divieto di riproduzione e ulteriore divulgazione in qualsiasi forma e modalità.

3 commenti:

  1. Messà che i martarei i ga perso la lingola ante omnia saecula a forsa de barufare, parquelo che noi se la ricordava altro.

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  2. Varda ben Don che i Martarei i ga la memoria confa' i elefanti e i se difende coi denti de fero solo cuando che i ghe fa un torto.
    Se i vien lassa' stare no i ghe fa malagrassia a nessun.

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    1. A go capìo, ciò, grassie par la petenada. Purtropamente te se che mi a son sponcio, elora bion ca sponce. Ciò, ..dato che ti si in vena de precisassion, com’ela chei ve ciama martarei valtri pedescaligeri?

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