Continuiamo la nostra rassegna delle contrade e delle frazioni del comune di Valdastico, presentando la frazione di PEDESCALA, situata sul conoide di confluenza fra l'Astico e l'Assa, sull'estrema propaggine di sud-ovest dell'antico territorio di Rotzo e a presidio del ponte che ab immemorabili varcava l'Astico.
Come già anticipato a margine dell'ultima scheda ommentata, http://bronsescoverte.blogspot.it/2016/03/san-pietro-centro-parte-quinta.html questi prossimi post riporteranno solo le mappe catastali risalenti alla prima metà del XIX secolo, ovvero quelle riferentesi al periodo napoleonico (1809-12) e/o austriaco (1832-45) ma senza testi di approfondimento. Chi vorrà potrà utilizzare i commenti in calce per completare la lacuna.
Per non lasciare tuttavia priva di un commento storico questa importante località, vorrei affidarlo alla certa penna di Gaetano Maccà, che la visitò nel 1798 e quindi ci offre uno spaccato di quel tempo. Il Padre Maccà era un frate minore osservante nativo di Sarcedo, che scrisse di questi luoghi nella sua "Storia dei Sette Comuni e ville annesse" edita a Caldogno nel 1816.* La trascrivo fedelmente nella sintassi di quella redazione, così abbiamo un documento temporalmente vicino alle mappe catastali del periodo della dominazione austriaca [1815-1866].
Gianni Spagnolo
I.IV.MMXVI
Descrizione di questa villa.
Pedescala è villa situata a piedi di alte
montagne appresso il torrente Astico, distante da Vicenza circa 22 miglia, e
da Asiago sette in circa. Il suo distretto consiste in lungo tratto delle falde della montagna di
Rozzo, e in poco piano situato tra il detto Astico, e il torrente Valdassa che
comincia nella montagna di Verena dello Stato Austriaco, il qual torrente Valdassa
appresso il Ponte di Pedescala scaricasi nell’ Astico. La porzione montuosa di questa villa in buona parte,
cioè la meno alta, è ridotta a coltura. Le case sono tutte situare appresso
la chiesa parrocchiale, e formano borgo. Questa villa fa comune con Rozzo uno
de' Sette Comuni, ed è uno de suoi colonnelli, così volgarmente detti, oppure
suo memnbro, come lo chiama il P. Barbarano, benché, soggiunge tosto esso
Barbarano, che questa villa quanto al temporale è unita con Val d' Astego: e
per essere inclusa Dei Sette Comuni, partecipa anch' essa degli stessi
privilegi come si può vedere nella raccolta di Leggi Sindicali ec. per non
formare comune da sé non trovasi registrata in alcuna lista dei comuni del
Territorio Vicentino. Essa all'intorno confina con Forni, s. Pietro di
Valdastico, Rozzo, Conca, Arsiero. Conca già tempo era contrada di Cogolo, ma
ora è da Cogolo divisa, e forma comune, e parrocchia da se. Oltre le entrate solite
delle altre ville, cioè sorgo formento, segala ec. abbonda questa villa di
noci, delle quali si fa anche commercio. Sul torrente Valdassa vi sono due ruote di molini. Il P.
Barbarano fa menzione di un fiume chiamato Lingola,
e dice, che nasce nella montagna di Manazzo, e termina nell' Astico a Pedescala.
Di questo fiume, quando sono
stato in coceste villa, non mi fu data alcuna notizia. Le famiglie quivi sono,
secondo le informazioni datemi, sessantadue, le anime in tutte dugento e cinquanta
circa. Nella visita Vescovile Padovana del 1665 erano in tutte 201 circa.
Questi abitanti presentemente parlano la lingua Italiana.
CAPITOLO II
Della
chiesa parrocchiale.
La parrocchiale di Pedescala situata nella
diocesi Padovana, giace in piano appreso il torrente Astito, ed è dedicata a
s. Antonio dì Padova. Già tempo fu smembrata da quella di Rozzo. Scrive il P.
Barbarano, ch'è filiale dell' antica pieve di Caltrano, come lo è altresì la
stessa di Rozzo. Oltre di ciò questa di Pedescala è filiale anche di quella di
Rozzo; imperciocchè, nella visita Vescovile del 1665, 30 giugno, il Vescovo di
Padova ch'era il Beato Gregorio Barbarigo, per supplica presentatagli dal
Rettore di Rozzo, decretò, che la chiesa di Pedescala sia obbligata di conoscere
per sua Matrice la chiesa parrocchiale di Rozzo, e in segno di ciò ordinò,
che il Rettore della chiesa di Rozzo nel giorno di s. Antonio di Padova
titolare della chiesa di Pedescala, possa celebrare la messa solenne in detta
chiesa di Pedescala, e fare le funzioni di quel giorno. Aveva motivo di ciò
fare, perché la chiesa dì Pedescala, come dissi anche di sopra, era stata
smembrata da quella di. Rozzo; e di più che la chiesa di Pedescala dovesse
riconoscere per sua Matrice quella di Rozzo era stato con sentenza dichiarato
sino dal di 3o giugno 1579 quantunque ricusasse di riconoscerla tale. La chiesa
vecchia di Pedescala aveva tre altari. Nel maggiore eravi una bella tavola di
Alessandro Maganza. La nuova, che quando nell'anno 1798 mi portai a visitarla
si edificava, ne ha cinque, e il maggiore ha la stessa tavola del Maganza.
Viene uficiata un solo Rettore eletto dal popolo, e confermato dal Vescovo. Ma
diamo alcune notizie ancora più antiche di questa chiesa. Nella sua canonica
lessi la faccoltà concessa da Paolo Zabarella Arcivescovo di Parigi
Suffraganeo del Cardinale e Vescovo di Padova Marco Cornaro agli uomini della
contrada di Pedescala di fabbricare la loro chiesa sotto il titolo di s. Rocco,
quantunque oggidì s intitoli s. Antonio di Padova, e così pure di farsi il loro
cimiterio, colla casa pel prete di essa chiesa ec. Ha la data del die jovis
VII. mensis Februarii MDXXI. Posteriormente poi, cioè del 1571 fu riedificata,
e dedicata a s. Antonio di Padova, come raccogliesi dalle visite Vescovili di Padova
al detto anno 12 settembre ove leggesi Reverendiss. Dominus Episcopus vistitavit
ecclesinm Sancii Antonti de pedescala sub cura ecciesie Rotii distantem ab ipsa
ecclesiam per duo milliaria in circa que ecclesiam est noviter edificata per
homines dicte ville pro eorurn comoditate etc. Nella visita del 1587, 14 settembre
dicesi, che questa chiesa intitolata ivi parrocchiale, e cappella della pieve
di Caltrano, la quale era altre volte sotto la parrocchia e cura della chiesa
di Rozzo, fu eretta in nuova parrocchiale per la distanza del luogo, e per la difficoltà
delle strade. Contuttociò nelle visite stesse Vescovili Padovane trovasi la
istanza fatta dagli uomini di Pedescala al Vescovo Marco Cornaro nel di 18
settembre i 1615 in occasione che ivi trovavasi in visita, acciocchè erigesse a
parrocchiale la loro chiesa fondata da loro Maggiori, e concedesse loro il
perpetuo Juspatronato, e la facoltà di presentare un sacerdote idoneo al
Vescovo di Padova per essere approvato, ed investito della stessa loro chiesa
in qualunque tempo essa vacasse, promettendo essi di dare al detto sacerdote
ogn'anno il quartese di tutte le loro entrate, come per lo avanti davano al
loro cappellano amovibile, e di sornministrargli in oltre annualmente venti
ducati di moneta Veneta. Questa istanza fu dal suddetto Vescovo prontamente
esaudita, e l'atto fu scritto nella medesima chiesa di Pedescala In altra visita
fatta nell'anno 1620 questa chiesa chiamasi filiale della pieve di Caltrano:
est sub Plebe Caltrani; ma come abbiamo veduto di sopra, deve riconoscere per
sua matrice quella di Rozzo, e ciò in vigore di un decreto posteriore. Nella
sua facciata leggeri la seguente iscrizione: D.O.M. In honorem Deiparae Divique Antonii Patavini.
1809 - Rilievi del corso dell'Astico alla confluenza con l'Assa |
1809 Rilievi del corso dell'Astico nel territorio di Pedescala |
1810 - Mappatura preparatoria catastale del territorio di Pedescala |
1842 Territorio di Pedescala dal Catasto Austriaco |
1834 - Mappa fondiaria di Pedescala dal Catasto Austriaco |
- I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa - Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso; Mappa I; IV e Libri partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
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Messà che i martarei i ga perso la lingola ante omnia saecula a forsa de barufare, parquelo che noi se la ricordava altro.
RispondiEliminaVarda ben Don che i Martarei i ga la memoria confa' i elefanti e i se difende coi denti de fero solo cuando che i ghe fa un torto.
RispondiEliminaSe i vien lassa' stare no i ghe fa malagrassia a nessun.
A go capìo, ciò, grassie par la petenada. Purtropamente te se che mi a son sponcio, elora bion ca sponce. Ciò, ..dato che ti si in vena de precisassion, com’ela chei ve ciama martarei valtri pedescaligeri?
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