settore di Asiago “domani mattina alle quattro si aprirà contemporaneamente il fuoco
dalle opere e dalle batterie di obici da 280 e batterie di mortai da
210 di cotesto settore, con i seguenti obbiettivi: Forte Verena
dirigerà il tiro verso Spitz Verle e cima Mandriolo, il forte Corbin
rivolgerà il suo tiro verso cima Norre, Campolongo verso Campo
Luserna, Casa Ratti non aprirà il fuoco a meno che le circostanze
non consiglino l’entrata in azione, il resto delle batterie
apriranno il fuoco verso l’opera corazzata di Busa di Verle.”
Questo l’ordine pervenuto ai comandanti dei forti la sera del 22
maggio 1915. Il giornalista vicentino Giuseppe De Mori così si
esprimeva: sulla valle scrosciò il rombo delle artiglierie, era uno
spettacolo terribilmente superbo. La volta della Valdastico era
coperta da un nembo di fuoco, saettanti boati ne laceravano il cielo
e incupivano di echi fragorosi ogni spaccatura e ogni recesso della
valle tragicamente silente. Vezzena direzione 33°, elevazione 203
scostamento 106’; Busa Verle, direzione 5340, elevazione 108,
scostamento 100, Campo Luserna direzione 4727, elevazione 57,
scostamento 101. Questi sono i dati di tiro dettati dal capopezzo
Duso Beniamino da Lugo di Vicenza alla batteria da 149 del forte
Verena. La prima vittima del forte di Campolongo fu una sedicenne di
Luserna, Berta Nicolussi, ferita mortalmente al ventre da una
scheggia mentre scendeva la scala di casa. Il 30 maggio ci furono
scoppi di cannoni sia nel Verena che nel Campolongo, i primi caduti
del forte a guardia della Valdastico furono due artiglieri, il
caporale Marchesin Sebastiano e il soldato Saggin Pietro, sepolti il
giorno dopo nel cimitero di Rotzo. Nello stesso giorno su
segnalazione del comandante del battaglione di fanteria dislocato a S. Pietro, le opere Casa Ratti e punta Corbin indirizzarono il tiro
verso il campanile di Casotto, perché poteva essere un osservatorio
d’artiglieria nemica. Il giorno dopo, su segnalazione dello stesso
battaglione, fu chiesto al comando dell’artiglieria di sospendere
il tiro verso Casotto dal quale era giunta la richiesta di un cessare
il fuoco per lo sgombero del paese. (dal libro “il dramma del
forte Verena” di Leonardo Malatesta).
Piero Lorenzi
ciao Piero
RispondiEliminaricambio il saluto, e buona primavera ciao
EliminaDa una vita che devo andare al forte Ratti. E' tanto sopra la trattoria?
RispondiEliminaSi deve andare a piedi? Mi vergogno a non essere ancora andato. Questa fotografia qui sopra mi ispira sembra diverso dagli altri. Però a ben pensarci potrebbe essere una attrativa turistica mica da poco! Possibile che nessuno ci pensi? O è perchè mi par di capire che sia privato? Peccato proprio. grazie
la batteria non è visitabile ma la polveriera e l'entrata merita la passeggiata e poi che dire sulle formelle in rilievo sopra le gallerie? stupende, con dei particolari commoventi, vedi il compressore per l'aria compressa fatto tutto a mano dai soldati del genio, è meglio andarci adesso, prima che il verde nasconda tutto
EliminaE' un cumulo di macerie, hai visto la foto precedente?
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