domenica 16 marzo 2014

Curiosità

Osteria senza Oste a Valdobbiadene



OSTERIA SENZ’OSTE, CONVIVIALITA’ e AMICIZIA
L’osteria senza l’oste a Santo Stefano di Valdobbiandene, patria del cartizze e del prosecco, si trova in un eremo collinare dal quale si possono ammirare vigneti e dolci vallate dal verde riposante. Questa osteria è stata attrezzata di tutto punto per appetitosi spuntini da consumarsi in solitaria o meglio con parenti, ospiti e amici o in gruppo.
Ma ecco la particolarità: l’oste non c’è, ci si serve liberamente e l’offerta per ciò che si è gustato è lasciata all’onestà degli avventori, soprattutto turisti, che possono depositare in una cassetta sul tavolo della cucina il denaro. I cibi (di ottima qualità) sono ben conservati in contenitori su cui sono leggibili i vari prezzi. Alla fine sazi e soddisfatti si tirano le somme e si lasciano i soldi nell’apposito cassetto.

“L’OSTERIA SENZ’OSTE” A VALDOBBIADENE:
UN’OASI INCANTEVOLE DI PACE, BELLEZZA E CIVILTA’
L’osteria senz’oste esiste.
Non è una leggenda metropolitana come alcuni credono.

L’osteria senz’oste è un luogo ”magico” che si trova immerso nelle splendide colline del comune di Valdobbiadene (TV); un luogo da “vivere” con intensità, dove poter ammirare un paesaggio incantevole in tutte le stagioni e in tutte le ore e dove mangiare cibi semplici, ma di ottima qualità.

L’oste, come suggerisce il nome del posto, non c’è; ogni persona che arriva in questa osteria si serve da sola scegliendo tra scaffali, mensole e frigoriferi quello che preferisce.
Si paga poi alla fine, seguendo un listino prezzi e mettendo il denaro in un contenitore/musigna che funge da cassa.



Non è facile arrivare qui visto che non ci sono indicazioni di nessun tipo, il proprietario vorrebbe che questo luogo rimanesse “esclusivo” e fosse conosciuto solo tramite il “passa parola“ tra persone amiche che conoscono bene il senso dell’onestà e del rispetto.
Io ci sono stata la prima volta la scorsa estate e da allora questo posto è diventato “un rifugio” dove respirare il silenzio, il profumo della natura, il senso del bello e l’armonia della nostra terra.

L’interno della vecchia casa rurale è accogliente (spesso d’inverno c’è anche il caminetto acceso) e la piccola terrazza panoramica sembra un trampolino di lancio verso l’infinito.
Qui, anche se non si è soli il “clima” è sempre magicamente inconsueto, la non presenza dell’oste fa sentire tutti “custodi” di un luogo tanto prezioso quando delicato. I confini tra i tavoli spariscono, lo scambio di opinioni ed emozioni è sorprendentemente facilitato e le amicizie nascono con spontaneità. Ci si sente tutti più liberi e sereni in un luogo dove il proprietario (che a volte gira in borghese tra le persone) ha deciso di fidarsi, cosa rara al giorno d’oggi, del genere umano. Chissà forse anche il signor Cesare (questo il nome del proprietario) la pensa un po’ come Ghandi che affermava:
“Non bisogna perdere la fiducia nell’umanità. L’umanità è come l’oceano. Se poche gocce dell’oceano sono sporche, non per questo l’oceano diventa sporco.”
…o forse ha solo trovato un modo originale per guadagnare senza investire troppo e mettendo alla prova l’onestà delle persone attraverso il senso di responsabilità, esclusività e segretezza.
Lascio ad ognuno di voi le considerazioni in merito e vi auguro di “scoprire” prima o poi quest’osteria.

Buon viaggio tra le nostre bellissime colline venete e buona “caccia al tesoro”.




(segnalato da Odette)


23 commenti:

  1. “Non bisogna perdere la fiducia nell’umanità" ; ci vuole "onestà e rispetto" per questo modo di fare.
    Qui, nel mio paesino di Chartreuse, anni fà, (forse Lino avrà sperimentato ?) c'era un paneficio artigianale. La gente si serviva in pane e pagava in una cassa messa sul banco. Ha funzionato per qualche anno, poi il panettiere ha comprato un negozio e cambiato paese. Diceva che la gente era, in maggioranza, onesta. Non perdeva soldi.

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    1. E perché allora se ne andato in un altro paese??? Raccontala giusta fino in fondo.

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    2. Non perdeva soldi ma non ne guadagnava molti in un paese di 450 abitanti vicino ad altre agglomerazioni importanti. Poi :
      1) Il locale (con il forno a legna) non era suo, ed il proprietario ha voluto ricuperare l'uso del suo bene.
      2) Ha avuto l'opportunità di acquistare un locale nel quale ha potuto creare un paneficio che impiega, oggi, 5 persone. Il negozio è situato in una zona di forte densità di popolazione.

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    3. GRAZIE . Stoffa da buon imprenditore lungimirante; pero' come affermi non ha perseverato in quel tipo di gestione.Scusami non voglio essere pedante ma segno evidente che qualcosa non quadrava. CIAO sempre cordialissima.

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  2. "Non bisogna perdere la fiducia nell'umanità" mi sta anche bene ma grazie all'amministrazione comunale ed al fisco questa idea straordinaria di fiducia reciproca si è presa una multa di 62.000 euro.
    Proprio così, sessantaduemila euro.
    Anche le idee più belle riescono a mandarle in VACCA.............. e fine della storia.
    Controllate le notizie di questi ultimi giorni.

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    1. Anonymous, raccontala tu la notizia visto che ne sei informato, grazie

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    2. Ma varda che la notisia a te la go za contà.
      Par saerghine de pì basta clicare su gugol ostaria sensa oste sesantadomilaeuro ( ma par talian me racomando parchè gugol nol sa el dialeto veneto)) e tete informi mejio.
      Dai, date un scorlon.

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  3. Anni fa a VIENNA c'erano dei distributori di giornali(cassette)appese agli alberi dei viali dove ognuno prendeva il quotidiano e metteva le monete .Son sicuro che fosse fatto un'esperimento simile da noi non esisterebbero piu' neanche i viali alberati;perche ruberebbero anche le piante.Siamo in italia!

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  4. Mi sembra che questo sistema esiste ancora, per i giornali, in Svizzera (visto a Ginevra)

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  5. Sono andata a guardare: cliccate OSTERIA SENZA OSTE e dilettatevi a leggere.

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  6. Ma el DON che el ghesse la pronòspera o che 'l sia dal bon de purga al sabo come che 'l dise?
    Serto che la gà da soministràrghene na dose... parchè el me pare costipà fin al luni inoltrà... gavìo fato caso?
    Che marca de purga ghetu DON?

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  7. Certo che in italia, paese di evasori con un capo condannato che vuole ancora la grazia, mettersi a
    vendere vin, pan e sopressa sensa scontrini, sensa ricevute, sensa pagare tasse, el gavarìa bele pretese!
    Doveva rubare veramente tasse alla granda, per correre il rischio di farla franca, nemo, dài!

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    1. Datosi che dai vostri commenti traspare chiaramente che ritenete di abitare in un paese coprocratico, non dovreste stupirvi del mio rito sabbatico dovuto purtroppamissimamente alla carenza di moto. In Italia siamo già più avanti che la suiss, i giornali (Leggo, 20', Metro,ecc.) li distribuiscono anche gratis e la cosa va a gonfie vele. Perché site così disfattisti, il paese è pieno di eccellenze (e di eminenze e di onorevoli e di cavalieri...). Mai disperare

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    2. No, non riteniamo, siamo purtroppamente convinti.
      che diresti di un "politico" nostrano, il quale aveva il sadismo di andare ad assistere
      alle autopsie?? e non era certamente medico... peggio dei coprofagi, te lo assicuro...
      infatti... la fan mangiare a noi...

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    3. Vanamarchi, senpre a rumegare su Berlusconi, ma ghetu mai vardà cossa ca se trovemo in casa, cuà, a San Piero?
      E dopo no parlare de tasse se no te sè destinguerle dale femene dei tassi.

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    4. Qua ghe vole l'onto de tasso. Na bela smirada e via....

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    5. VannaMarchi, va a controllare oggi cosa sta succedendo nella procura di Milano con i tuoi amici magistrati politici.

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    6. Parchè te pensi ca sia dala parte dei ladri? Gheli anca a spiero? Paremoli via, no?!

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    7. Mai disperare come dice il Don...
      Come lo vedete il futuro : sempre con la logica dell'homo oeconomicus, o, con la logica di un uomo donatore come l'hanno scritto certi filosofi, o sociologi ed antropologici (per es. Marcel Mauss nel suo saggio del dono) ? Il potlatch, nelle società arcaiche.

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  8. Tanti anni fa abitavo in un paese qui vicino, Fontaine ,di scarsa fama.Al mattino quando andavo
    a lavorare,molto presto,passavo davanti all'edicola ,ancora chiusa,mi prendevo il giornale dal
    pacco che avevano scaricato sui scalini i distributori,e gettavo i dieci centesimi in un barattolo.
    Non so quanto duro'. So solo che il mio giornalaio, qua vicino, mi racconto' che qualche tempo fa
    le avevano rubato il pacco intero di giornali !!!! O tempora!! O mores!!!

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  9. Il giornale di Vincenza17 marzo 2014 alle ore 10:30

    Lino, in tempo de crisi, se sa che la vojia de cultura xe pi granda !

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Avvisi funebri (FC)