Oggi ne rimane solo un tratto di circa 200 metri, ma in alcuni punti raggiunge ancora un’altezza di 10 metri. Ciò che lo rende davvero interessante è il suo design unico: diversamente dalla maggior parte degli acquedotti, che presentano un canale aperto in cima, questo utilizza un ingegnoso sistema di tubature in blocchi di pietra. Fu progettato come un acquedotto a sifone inverso, il che significa che era in grado di spingere l’acqua in salita e attraversare le valli, una vera meraviglia ingegneristica per l’epoca!
I blocchi di pietra utilizzati nella sua costruzione misurano circa 90 cm per lato e sono spessi 50 cm, con un foro centrale di 30 cm di diametro. Ogni blocco presenta una struttura particolare: un lato ha una rientranza e l’altro una sporgenza, così da incastrarsi perfettamente quando vengono sovrapposti, creando una tubatura continua. Utilizzavano malta per sigillare le giunture, garantendo così una conduttura resistente alla pressione e in grado di assicurare un flusso d’acqua costante verso la città.
Un’opera ingegnosa che dimostra l’abilità e la conoscenza tecnica degli antichi ingegneri romani!
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