A ridosso degli anni settanta, in Paese si sentiva il bisogno
di organizzare una squadra di volontari, per organizzare feste patronali e non.
Le varie pro loco non erano
ancora nate, ma col nascere delle marce
podistiche come la marcia delle puine, del ciclamino, marciaverde ecc., anche in Valle si mise sul tavolo un progetto chiamato ”marciarosa”. Nacque
così in contemporanea alla marciarosa la pro loco di S.Piero che tutti
conosciamo, naturalmente con il passare degli anni molti personaggi non ci sono
più e altri hanno preso le redini della squadra.
L’organizzare la marcia non fu cosa semplice, ma la volontà del fare le cose per bene fece andare in porto la faccenda senza alcun problema.
Il presidente Flavio e i suoi vari collaboratori, misero in piedi la giornata di festa più bella e importante per il paese di allora, mai per le strade si erano viste così tante persone da fuori, e che stupore quando il primo concorrente giunse all’arrivo in piazza con ancora da finire l’allestimento del traguardo.
Impensabile percorrere dal campo sportivo fino a Camprosà e ritorno
in piazza in poco più di un’ora, percorrere la Singéla di corsa era per quel
tempo un’impresa impossibile.
Alla prima marciarosa detti una piccola mano a distribuire delle bevande in cima alla Singéla, precisamente al bivio per la val del Trùgole e Camprosà; in una mattinata splendida e luminosa ricordo il primo concorrente che ci passò davanti senza quasi accorgersi del punto di ristoro, naturalmente non eravamo preparati al passaggio così anticipato e fu una corsa a preparare thè e acqua minerale.
Questo evento durò fino alla fine degli anni settanta, sostituito poi dalla marcia delle contrade, che però non ebbe uguale successo come la precedente, purtroppo in poche edizioni tutto andò perso e quasi dimenticato.
Coppe, trofei, medaglie e vari premi venivano dati a tutti, la marcia era non competitiva e i gruppi o i singoli marciatori più caratteristici venivano premiati molto più del primo arrivato, perfino l’ultimo aveva la sua bella coppa.
Spassoso vedere Colombo “dai Costa” camminare lento in coda alla marcia, arrivare ultimo ci teneva e se non erro si presentò al traguardo della prima marciarosa a pomeriggio inoltrato.
Organizzare come si direbbe oggi il radar della marcia ci
pensava con pennello e secchio del
colore il grande Mario Ortolan, di origine friulana, nato a
Caneva vicino a Sacile, (posti magnifici, se avete occasione visitate Sacile,
una città che sorge su due isole formate dal fiume Livenza, con palazzi in
stile veneziano che si affacciano sulle sue acque).
Mario di buona lena percorreva il tragitto scrivendo su sassi, muri, rocce e alberi una M.R. e la freccia di direzione, ancora oggi se si guarda attentamente si scorge una M.R su delle rocce in cima la Singéla, farebbe onore a rifarle ancora queste scritte...
Citare tutti i volontari che fecero nascere la marciarosa è un’impresa, ma credo che Mario lo meriti per tutti, per il suo attaccamento al lavoro di gruppo e per la sue infaticabili ore di lavoro offerte alla comunità, in silenzio e senza chiedere niente.
Una volta mi mostrò le mani e disse: ”varda che man ca gò, posso nar vanti con ste man?” Con queste mani distrutte dal cemento e dai “cripi” il buon Mario finì a Casale, frazione di Cogollo, con la speranza di momenti migliori, forse ci riuscì e in paese venne presto dimenticato, forse troppo presto.
Riposa ora con il suo pennello e secchio del colore rosa in un angolo del camposanto di Cogollo, dimenticato, ma non da tutti, se ci fosse una lista di uomini giusti o da ricordare per il paese come fanno gli ebrei, Mario meriterebbe sicuramente un posto.
Mandi Mario, mandi...
Piero Lorenzi
Informazioni Turistiche sul comune di
Caneva
Membro della Comunità Montana Friuli Occidentale, il
territorio comunale di Caneva è famoso per la bontà dei suoi prodotti,
su tutti il Formaggio di Malga e il Figo Moro, che ne fanno, insieme ad
un clima particolarmente gradevole soprattutto durante la stagione
estiva e alle sue bellezze naturalistiche, una rinomata e ambita meta
turistica, ideale per un soggiorno all’insegna del relax e della buona
cucina.
Cenni storici:
Già torre di avvistamento e colonia agricola
romana, Caneva acquisì ulteriore importanza durante il medioevo, quando,
sotto la Chiesa di Aquileia, rappresentava uno degli ultimi baluardi di
difesa del Patriarcato contro le truppe trevisane, che arrivavano da
ovest con l’intento di conquistare quei territori.
I resti del
castello costruito in quegli anni, per meglio difendersi dagli
incessanti assalti nemici, sono ancora chiaramente visibili, e
costituiscono una delle principali attrattive storico – architettoniche
della zona.
mi mancano le parole stupendo questo gesto a ricordare Mario, Piero meriti un affettuoso abbraccio bravissimo.
RispondiEliminaera cosi bello quel periodo il mese prima tutti ha formare il gruppo poi finalmente arrivava il giorno c erano tanti emigranti tutti giorni era festa sembra cosi,distante quel tempo comunque è giusto ricordare i primi che l'hanno creata
RispondiEliminaTanti emigranti, ed anche stranieri, si ricordano con piacere delle M.R. nei anni 70 !
RispondiEliminaSarebbe bello conservare, almeno, le indicazioni del sentiero.
Bel omaggio a Mario Ortolan, che lo merita, e che si trova, adesso, quasi anonimo in un piccolo cimitero.
Sacile sembra proprio una piccola Venezia, anche senza gondole !
Gino ha messo nel suo blog questa frase che mi piace troppo: fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Verità sacrosanta. "Le foreste" che crescono, crescono quasi sempre nel silenzio. Bravo Piero che tu sai dare voce a chi voce non ne ha.
RispondiEliminaE visto che oggi è San Piero, tra l'altro nostro Patrono,
RispondiEliminaA U G U R I!!!
Piero la voce dei ricordi bravo come sempre gino
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