Deporranno la libertà ai nostri piedi e ci diranno: ‘Fateci schiavi, ma sfamateci!’. Alla fine lo capiranno da sé, che non potranno mai essere neppure liberi, perché sono deboli, inetti e ribelli. Ci guarderanno come dèi, per aver accettato di metterci alla loro testa e di dominarli, sopportando il peso di quella libertà che a loro faceva paura. (…)
Certo, ricevendo il pane da noi, vedranno benissimo che quello è il loro pane, guadagnato con le loro mani, e che noi lo prendiamo a loro per distribuirlo, senza fare nessun miracolo, vedranno benissimo che non abbiamo mutato in pane nessuna pietra; ma in verità, più che del pane stesso saranno felici del fatto di riceverlo da noi! Perché noi daremo loro l’umile, quieta felicità degli esseri deboli. Dimostreremo loro che sono soltanto dei bambini, ma che la felicità dei bambini è più dolce di ogni altra.
Diventeranno timidi, e nella paura si stringeranno a noi come i pulcini alla chioccia. Avranno una gran paura della nostra collera, la loro intelligenza perderà ogni audacia, i loro occhi diventeranno facili al pianto come quelli delle donne e dei bambini; ma a un nostro cenno passeranno dalle lacrime al riso e all’allegria e alle liete canzoncine infantili.
Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov.
[G. Middei]
Nella foto: Van Gogh, La ronda dei carcerati
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