IL TOPINAMBUR
Io credo di averlo mangiato casualmente solo una volta. Passeggiavo per il mercato di Schio tanti anni fa e sono stata attirata da questo strano tubero. Ricordo che era buonissimo e sapeva un po' di carciofo. Non so perchè poi non ne ho più fatto uso, forse perchè la Marina non ne ha mai tenuto😉ma credo che ora lo inserirò più spesso nella mia alimentazione.
Quello che invece è da poco a mia conoscenza è che tutte quelle meravigliose "margherite", copiose in questo periodo nel nostro territorio, fossero appunto dei topinambur selvatici. Ho provato a tirarle..., ma ghe vole par forsa la sapa...😉 Desso i me gà incuriosìo e dovrò provare prima che scappi la stagione.😊
Questo topinambur mi suggerisce pure un'ideuccia:
"... e se iniziassimo a coltivarlo nelle nostre terre incolte e a farlo "prodotto locale"? Forse potremmo superare anche la fama delle "patatederosso"... chissà...😊😊😊
Abbelliremmo pure la Valle con queste macchie gialle dei suoi fiori... Pensiamoci😉
Il topinambur selvatico cresce in maniera disordinata, è una pianta rustica e robustissima, detto anche margherita dei fossi perché è facile incontrarlo lungo le strade di campagna, nei campi e negli incolti. Fiorisce da fine agosto e può andare avanti per tutto ottobre, e lo si nota per la sua esuberanza.
Esposizione: sole
Esigenze nutrizionali: medie
Esigenze idriche: basse
Propagazione: tuberi
Periodo di impianto: da febbraio a maggio
Parti utilizzate: tuberi
Il topinambur è la pianta ideale per chi non ha il pollice verde, ma vuole un raccolto garantito: si tratta di uno degli ortaggi più semplici che si possono coltivare: non teme parassiti e malattie ed è anche molto produttivo.
Originario del Nord America, era utilizzato a scopo alimentare già dagli indigeni nativi, nei secoli ha girato il mondo con alterne fortune: c'è chi lo considera cibo prelibato e chi lo usa come foraggio per animali. In Italia lo possiamo trovare anche spontaneo, in particolare sulle rive di fossi e piccoli canali, dove crescono varietà selvatiche.
Il topinambur (o topinambour) si è guadagnato nelle diverse località nomi esotici e originali: rapa tedesca, girasole del Canada, patata di canna, carciofo di Gerusalemme. Anche il suo nome scientifico è singolare: Helianthus tuberosus, che tradotto in italiano sarebbe una cosa tipo “fiore del sole tuberoso”.
Questa pianta presenta uno sviluppo molto vigoroso, può arrivare a superare anche i 5 metri di altezza. Sulla sommità emette dei bei fiori gialli, abbastanza simili a quelli del girasole, di cui il topinambur è parente. Se i girasoli sono stati immortalati da Van Gogh anche il fiore di topinambur vanta una presenza nella storia dell'arte, in un quadro di Monet.
La parte che viene raccolta è quella sotterranea: i tuberi di topinambur sono un ortaggio molto gustoso, il cui sapore delicato ricorda quello del carciofo. Coltivare topinambur coi bambini è bellissimo: quando vedranno crescere l'altissimo fusto della pianta si sentiranno come Giacomino coi fagioli magici della favola, e poi si divertiranno a cercare nella terra i tuberi. Potrete poi preparare delle ottime “patatine fritte” di topinambur, piatto dal successo assicurato.
La pianta di Helianthus tuberosus si caratterizza per un fusto centrale eretto e robusto che può superare i 3 metri d'altezza e in alcuni casi arrivare fino ai 5. Il fusto procede in verticale senza diramazioni, con le sue foglie di buona dimensione, in cima alla pianta durante l'autunno avviene la fioritura. Il fiore assomiglia a quello del girasole, ma un po' più piccolo, dai petali giallo vivo. Per arrivare a seme questo fiore necessita di tempo, nelle zone del nord Italia spesso non riesce a farlo a causa delle temperature troppo rigide, comunque la pianta si propaga benissimo dal tubero. Parallelamente alla fioritura nel terreno si sviluppano appunto i tuberi, che sono l’organo per cui la pianta viene coltivata.
La parte aerea della pianta dissecca con l'arrivo dell'inverno, la sua continuazione è affidata proprio al tubero e per questo potremmo classificare il topinambur come pianta perenne. Dal punto di vista della coltivazione invece la pianta viene trattata come annuale, visto che ogni anno si scavano i tuberi per il raccolto e li si ripianta poi a debita distanza l'uno dall'altro.
Il ciclo colturale dura 6-7 mesi: comincia in primavera e si protrae fino all'autunno, per cui il topinambur occupa la sua aiuola dell'orto praticamente per tutti i mesi utili, da marzo a novembre.
Reperibilità dei tuberi:
Per cominciare a coltivare questa pianta conviene partire dal tubero che rispetto al seme è molto più semplice sia da reperire che da piantare. Trovare tuberi di topinambur non è difficile: si possono acquistare da fruttivendoli ben forniti, a volte anche nei supermercati. Basterà quindi comprarli come verdura e poi piantarli direttamente in campo per cominciare la coltivazione.
Non serve esagerare nell'acquisto: in un orto familiare possono bastare due o tre chili di tuberi come semente, che andranno a occupare circa 10-15 metri quadrati di terreno e produrranno 10 volte il loro peso.
ESIGENZE DELLA PIANTA
Questa pianta è molto tollerante in termini di suolo e in genere si adatta alle caratteristiche che trova. A differenza della maggior parte delle piante da orto il topinambur non patisce esageratamente il ristagno di acqua, non per niente si trova spontanea in riva ai fossi, tuttavia sempre meglio garantire un minimo drenaggio.
Anche come clima la pianta può essere coltivata in ogni situazione, con predilezione per le zone temperate, mentre come altitudine si può stare fino agli 800/900 metri d'altezza. I topinambur richiedono una discreta esposizione solare per dare un buon risultato. Nel decidere dove metterli all'interno di un orto bisogna tenere conto della loro crescita in altezza, perché non vadano poi a rubare luce e spazio alle altre colture. Si possono anche sfruttare le loro dimensioni in fase di progettazione dell'orto: una fila di topinambur può formare una sorta di siepe naturale da maggio a novembre, riparando dal vento un fianco del campo coltivato.
TECNICHE DI COLTIVAZIONE
Preparazione del terreno e concimazione
Lo scopo della coltivazione è ottenere tuberi di buone dimensioni e di forma regolare, in modo che siano semplici da pulire e sbucciare. Per ottenere questo è molto importante lavorare il terreno a fondo, in modo che la pianta incontri un suolo soffice e non troppo sassoso. Anche una buona concimazione organica di fondo è d'aiuto: l'ideale è usare letame equino o bovino maturo, magari arricchito da un po' di cenere. Un dosaggio medio indicativo può essere di 3-4 kg concime al metro quadro. Come sostituto del letame va bene anche il compost, da incorporare allo stesso dosaggio.
Attenzione alla sua invadenza
Prima di piantare questi tuberi nel vostro orto è bene essere consapevoli che si tratta di una specie molto invadente: una volta piantati sarà molto difficile liberarsene negli anni a venire. Basta scordarsi nel terreno qualche pezzetto di tubero per vedere l'anno successivo la pianta ricacciare e tornare come infestante. Per questo può valer la pena separare chiaramente l'aiuola dove vengono messi i topinambur, interrando assi di legno a tracciare un confine.
Semina
Il periodo in cui piantare i tuberi è la primavera, si può iniziare già a febbraio, a patto che il suolo non sia gelato, arrivando fino all'inizio di maggio. Il tubero si pone a circa 10 cm di profondità, piantandolo intero. Le file di topinambur si tengono a 70 cm di distanza, mentre lungo la fila bisogna lasciare almeno 40 cm tra una pianta e l'altra.
Operazioni colturali
C'è veramente poco da scrivere sulla coltivazione di questa pianta: una volta interrati i tuberi in un suolo vangato e concimato il topinambur è in grado di cavarsela praticamente da solo. Non occorrono aggiunte di fertilizzante e neppure interventi contro parassiti o malattie e questo rende la coltura ideale anche nelle coltivazioni biologiche.
Lo sviluppo della pianta in altezza rende poco fastidiosa la competizione con eventuali erbe spontanee, per tener pulita l'aiuola basta quindi intervenire di rado. L'irrigazione va fatta solo al bisogno, le radici della pianta sono in grado di reperire acqua in autonomia nella maggior parte dell'anno.
Se si coltiva in una zona ventosa vale la pena costruire dei supporti per evitare che i fusti si pieghino crescendo, basta piantare dei pali a inizio e fine fila e tirare uno o due fili a cui far appoggiare il fusto. Anche un rincalzo alla base della pianta effettuato a inizio estate può aiutare a stabilizzarla.
La coltivazione in vaso del topinambur è resa difficoltosa dalle dimensioni della pianta, che richiederebbe un contenitore di notevoli dimensioni.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Il momento di raccolta è variabile e prolungato, in genere si comincia a partire da fine settembre, fino all'arrivo delle gelate d'inverno. I tuberi si formano in corrispondenza della fioritura, per essere certi che siano ingrossati al massimo delle loro possibilità possiamo aspettare di vedere la pianta seccarsi, ma anche se colti prima sono commestibili.
Si raccolgono scavando il terreno fino a 40 cm di profondità tutto intorno alla pianta, con una vanga o meglio ancora con una forca da vangatura.
I topinambur si mantengono bene nel terreno ma una volta colti durano poco più di una settimana, per questo conviene effettuare una raccolta scalare in relazione ai consumi previsti e non una raccolta unica.
UTILIZZO
I topinambur si possono consumare sia crudi che cotti e si prestano a molte ricette.
La parte più impegnativa della loro preparazione è rappresentata dalla pulizia del tubero, che spesso è piccolo e contorto o bitorzoluto. Si può decidere di sbucciarlo oppure di pulirlo, spazzolando la buccia, operazione che deve essere molto accurata visto che il tubero cresce immerso nella terra.
Come verdura cruda ha un utilizzo piuttosto limitato: si affetta sottile oppure si grattugia in aggiunta alle insalate, come si fa con i rapanelli. Cotto si presta a numerose preparazioni: saltato in padella, cucinato al forno, al vapore o fritto, un po' come facciamo con le patate. Il topinambur è anche molto buono per vellutate o come ingrediente originale nel minestrone.
[da terranuova.it]
Bella idea Carla, da proporre ai pochi agricoltori che ancora coltivano il nostro territorio.
RispondiEliminaI fiori gialli che vediamo lungo l'Astico
RispondiEliminaSono tupinambur? Grazie
Se sono come da foto sì. Ne ho visti anch'io in cavallara
EliminaMovimenti di pancia, e flatulenza orribile per qualche giorno... provare per credere...
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