Un sincèro saluto a tutti i lettori di Bronsescoverte. Grazie Michele per la bellissima foto della contra che hai fatto. Per me e una sorgente di molti ricordi ,non senza nostalgia però! Il paese dove si e nati,i posti dove si ha fatto i primi passsi,quei posti dove si conosceva ogni canton ,direi ogni sasso,perche eravamo sempre li fuori nei prati,nelle corti ,su per le rocce ,oltra sulla valle,era così per noi tutti in quei tempi. La contra dei Lucca e bella ,come tutte le contra haveva le sue particolarita,le sue personalita che si distinguevono! Penso che questo si trovava in ogni contra. Tra questi c'era il "Camparo" Primo dei Valéri, Basilio, detto Ravissa ,i scarpari con Piero Bonato,dove nella bottega durante le lunghe serate d'Inverno ci trovavamo tutti li chi per giocare a dama,altri per giocare a carte chi per fare una ciacola tutto questo vicino alla stufa. Si potrebbe parlare di altri personaggi, tra i quali ricordo: Ricordo (Nane Suchetti) Giovanni sicuramente abitava su in contra ( gallina) mi dispiace di non ricordarmi il suo vero nome , so che era il nonno di Gianni che ora vive à Piovene.Quando si metteva à raccontare le sue avventure in America,avute durante i suoi soggiorni;era da tornato in paese ha fatto anche il Camparo. Noi tutti i ragazzini eravamo lì ad ascoltarlo, e guardare i suoi gesti démonstrativo che ci rendevano muti , e questo senza battere un ciglio ma con gli occhi meravigliati ,si immaginava tutto quello che ci raccontava. Vorrei dire anche un fatto che mi è successo perché allora era un altro mondo che non tornerà più,ma che dobbiamo conservare per dire come era la vita di quel tempo: siamo durante il mese del fieno negli anni 1952/3.. tagliato giù nei pra dell'astego, una volta fatto su i fassi, venivano portati su ai Lucca col (barosso) però spesso i "tarlesuni" erano portati su a spalle dalle mamme.....Per noi ragazzini salire sul barosso vuoto quando tornava in dietro era come salire su una automobile,figuriamoci adesso!!! E così ho fatto io. Davanti la Toldona ai lucca ,sono salito sul barosso vuoto, senza farmi vedere da (Gigiota) bagaria arrivati davanti i Mardemini la gamba mi era scivolata tra la traversa del barosso e la strada bianca traiinandomi per una decina di metri!!! la gamba era tutta in sangue,per fortuna che la mula di Bagaria andava molto molto piano,e à potuto fermarsi a tempo.Quando sono ritornato a casa insanguinato ,me le sono prese due sberle che ancora mi ricordo!! e come anche!!! perché allora era cosi, che certe cose non si potevano fare.
Un sincèro saluto a tutti i lettori di Bronsescoverte. Grazie Michele per la bellissima foto della contra che hai fatto. Per me e una sorgente di molti ricordi ,non senza nostalgia però! Il paese dove si e nati,i posti dove si ha fatto i primi passsi,quei posti dove si conosceva ogni canton ,direi ogni sasso,perche eravamo sempre li fuori nei prati,nelle corti ,su per le rocce ,oltra sulla valle,era così per noi tutti in quei tempi. La contra dei Lucca e bella ,come tutte le contra haveva le sue particolarita,le sue personalita che si distinguevono! Penso che questo si trovava in ogni contra. Tra questi c'era il "Camparo" Primo dei Valéri, Basilio, detto Ravissa ,i scarpari con Piero Bonato,dove nella bottega durante le lunghe serate d'Inverno ci trovavamo tutti li chi per giocare a dama,altri per giocare a carte chi per fare una ciacola tutto questo vicino alla stufa. Si potrebbe parlare di altri personaggi, tra i quali ricordo: Ricordo (Nane Suchetti) Giovanni sicuramente abitava su in contra ( gallina) mi dispiace di non ricordarmi il suo vero nome , so che era il nonno di Gianni che ora vive à Piovene.Quando si metteva à raccontare le sue avventure in America,avute durante i suoi soggiorni;era da tornato in paese ha fatto anche il Camparo. Noi tutti i ragazzini eravamo lì ad ascoltarlo, e guardare i suoi gesti démonstrativo che ci rendevano muti , e questo senza battere un ciglio ma con gli occhi meravigliati ,si immaginava tutto quello che ci raccontava. Vorrei dire anche un fatto che mi è successo perché allora era un altro mondo che non tornerà più,ma che dobbiamo conservare per dire come era la vita di quel tempo: siamo durante il mese del fieno negli anni 1952/3.. tagliato giù nei pra dell'astego, una volta fatto su i fassi, venivano portati su ai Lucca col (barosso) però spesso i "tarlesuni" erano portati su a spalle dalle mamme.....Per noi ragazzini salire sul barosso vuoto quando tornava in dietro era come salire su una automobile,figuriamoci adesso!!! E così ho fatto io. Davanti la Toldona ai lucca ,sono salito sul barosso vuoto, senza farmi vedere da (Gigiota) bagaria arrivati davanti i Mardemini la gamba mi era scivolata tra la traversa del barosso e la strada bianca traiinandomi per una decina di metri!!! la gamba era tutta in sangue,per fortuna che la mula di Bagaria andava molto molto piano,e à potuto fermarsi a tempo.Quando sono ritornato a casa insanguinato ,me le sono prese due sberle che ancora mi ricordo!! e come anche!!! perché allora era cosi, che certe cose non si potevano fare.
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