domenica 16 giugno 2019

La pagina della domenica



LA RIFLESSIONE






Viaggiate

che sennò poi
diventate razzisti
e finite per credere
che la vostra pelle è l'unica
ad avere ragione,
che la vostra lingua
è la più romantica
e che siete stati i primi
ad essere i primi

Viaggiate
che se non viaggiate poi
non vi si fortificano i pensieri
non vi riempite di idee
vi nascono sogni con le gambe fragili
e poi finite per credere alle televisioni
e a quelli che inventano nemici
che calzano a pennello con i vostri incubi
per farvi vivere di terrore
senza più saluti
né grazie
né prego
né si figuri

Viaggiate
che viaggiare insegna
a dare il buongiorno a tutti
a prescindere
da quale sole proveniamo,
viaggiate
che viaggiare insegna
a dare la buonanotte a tutti
a prescindere
dalle tenebre che ci portiamo dentro

Viaggiate
che viaggiare insegna a resistere
a non dipendere
ad accettare gli altri non solo per quello che sono
ma anche per quello che non potranno mai essere,
a conoscere di cosa siamo capaci
a sentirsi parte di una famiglia
oltre frontiere, oltre confini,
oltre tradizioni e cultura,
viaggiare insegna a essere oltre

Viaggiate

che sennò poi finite per credere
che siete fatti solo per un panorama
e invece dentro voi
esistono paesaggi meravigliosi
ancora da visitare.
web

LA POESIA


Stanno appassendo le margherite
e gli spilli di papaveri si arrendono
tra il grano maturo.
Il caldo non conosce tenerezze,
sfianca e avvilisce i fili d'erba
arroventati dal sole;
non li sento tristi
ma pieni di stupore
per l'ignoto avvenire.
Vorrei cogliere
l'istante ultimo di un fiore
che si adagia al suolo
con umiltà e fierezza
e si consegna
al disegno incompiuto dell'Infinito.

Francesca Stassi


LA FRASE


Chi non vuole ascoltarti non lo fa nemmeno se urli,
e chi vuole capirti, ti capisce anche se non parli.


NATURA

I fiori romantici: il Non ti scordar di me ( Myosotis) color del cielo...
Minuscolo e delicato fiore selvatico dai petali azzurro intenso, il non ti scordar di me è sempre stato considerato simbolo del ricordo, della fedeltà,dell’amore eterno e della speranza; Come suggerisce il nome, questo fiore celeste indurrebbe a non dimenticare, ma addirittura alcune specie di Myosotis allo stato selvatico attecchiscono e proliferano così tenacemente da essere classificate come erbacce invasive.
Secondo la tradizione europea il nome risale ad una leggenda medievale: due giovani innamorati durante una passeggiata sul Danubio sarebbero rimasti incantati dalla grande quantità di questi piccoli fiori blu.
Il giovane, intento a raccoglierli, sarebbe stato inghiottito dalle acque e avrebbe esclamato alla sua amata di non dimenticarlo mai. Il fiore è diventato così il simbolo dell’amore fedele ed eterno.

"Lunedì chiusin chiusino,
Martedì bucò l’ovino,
sgusciò fuori Mercoledì,
“Pio, pio, pio” fece al Giovedì,
Venerdì fu un bel pulcino,
beccò Sabato un granino.
La Domenica mattina
aveva già la sua crestina."
La vita si rinnova...
Assistere alla schiusa delle uova e alla nascita dei pulcini era una delle esperienze più belle per i bambini di una volta...
(la campagna appena ieri)


PROVERBI E NON SOLO

Riva giugno col formènto, spighe d'oro e schei d'argento.


CURIOSITA'

Il riposo della domenica.
"Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto." (Cicerone)
- Nel Genesi 2:3 Mosè narra che al termine della creazione "Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò al riposo, perché in esso aveva cessato da ogni opera che egli aveva fatto creando negli altri sei."
Prima dell'avvento del Cristianesimo, questo giorno corrispondeva al dies solis, cioè il "giorno del Sole" in onore della divinità del Sol Invictus..La religione del Sol Invictus restò in auge fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio 380.
Per tale ragione, con decreto del 3 novembre 383 il dies Solis venne rinominato dies dominica (Giorno del Signore) e reso obbligatorio il riposo festivo. In tale forma è giunto fino a noi.


BUONUMORE

1 commento:

  1. Molto bella la frase di Cicerone. Bisogna saper oziare. Ricordo di un vecchietto del nostro paese, un certo Rico "Fucari", che passa ore e ore seduto sulla panchina davanti al vecchio cinema. Guardava le montagne, le rive, le nuvole. Guardava... questo era il suo passatempo. Quello di "saper far nente" e' un mestiere difficile da imparare. Appena ci sentiamo in ozio, cominciamo a rabbrividire, come se ci mancasse la terra sotto i piedi. Ma perché?
    Anonimo

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