venerdì 14 giugno 2019

Dalla sete di libertà alla tirannia



 
La lezione di Platone nel suo libro VIII della Repubblica:


“Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quante ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni.”

“E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi e questi, per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani.”
E avviene, aggiungo io, che nelle scuole scoppino bombe carta (Liceo Virgilio di Roma) e siano derubricate a “goliardate”; che negli stadi ai “poveri” ultras si concedano biglietti omaggio per sostenere la squadra del cuore, infangati da cori violenti e, a volte, dall'irrisione di tragedie storiche.
Come avviene che, se rispetti le regole della strada, fai i 50 km. all'ora nei centri abitati, lasci passare i pedoni sulle striscie, vieni strombazzato duramente da chi ti segue; o se paghi regolarmente le tasse, senza esultare ovviamente, sei uno sprovveduto cui va insegnato lo stare al mondo da parte dei “furbi”; se ai tuoi figli non compri l'Ipad di nuova generazione, magari già in terza elementare, non sei un buon genitore al passo con i tempi e nemmeno se chiedi a tuo figlio, a 14 anni, di comprarsi il motorino con il suo lavoro e la sua fatica.
E avviene che nei posti di lavoro, chi lavora, chi è presente, chi si impegna, dà qualche buona idea all'azienda sulla gestione e sulla produzione, prenda lo stesso incentivo alla produttività di chi, al primo raffreddore, resta a casa: ovviamente in nome di una falsa equità.
“In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. 
In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la TIRANNIA”. 

Alberto Leoni-Pensieri in libertà


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