venerdì 28 giugno 2019

Il radicchio di Treviso


Secondo alcuni studiosi, la coltivazione del radicchio iniziò da metà del XVI secolo anche se non vi è alcuna traccia nei testi di divulgazione agronomica pubblicati nel'700 a Venezia. 
Le prime notizie del radicchio si hanno nella seconda metà dell'800: un libretto dedicato alle operazioni necessarie per la cura dell'orto durante i vari mesi dell'anno.
La consacrazione vera e propria del radicchio rosso come pregiato ortaggio invernale simbolo di Treviso e protagonista delle tavole avviene per opera di Giuseppe Benzi, un agronomo di origine lombarda trasferitosi nel 1876 a Treviso come insegnante e che, divenuto responsabile dell'Associazione Agraria Trevigiana, darà vita, nel dicembre del 1900, alla prima mostre dedicate alla «rossa cicoria».
Non è mai stata ben chiara l'origine della tecnica dell'imbianchimento (fondamentale per questo ortaggio) e a riguardo vi sono due teorie.
La prima e più probabile, riguarda Francesco Van den Borre, il quale, giunto nel 1860 nel Veneto dal Belgio, specializzato nell’allestimento di parchi e giardini, si ritiene abbia usato sui radicchi di campo la tecnica dell’imbiancamento, allora assai diffusa in Belgio.
La seconda, più fantastica e mistica, è quella che i contadini, con l’arrivo dell’inverno, avessero tentato di conservare i radicchi nelle stalle e che, casualmente, si fossero accorti che invece di marcire alcuni cuori di radicchio fossero anzi buoni e croccanti: avendo poi a disposizione l’acqua sorgiva utile per tenerli sempre freschi si ritiene che abbiano iniziato questa nuova coltura.
Buon appetito!
Veneto a 360°

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