“ La guazza di San Giovanni guarisce tutti i malanni ”
Post nostalgico di tradizioni antiche, di cose viste fare, di gesti che piace ripetere.
A chi di solito mi chiede: - Ma non crederai mica a queste cose?- rispondo
sempre che non è questione di credere o non credere, visto che quello
in cui credo o meno è una questione personalissima, ma semplicemente di
ritrovare dentro quei gesti le persone con le quali li ho condivisi.
Mi
piacciono le tradizioni, le usanze, non solo le mie ma anche quelle di
altri popoli e paesi e spesso ritrovo in posti sconosciuti quelle di
casa mia.
Pensare
che un gesto è fatto da anni e anni, che sempre, almeno nel mio caso, è
fatto per portare bene, gioia, salute, me lo fa compiere senza poi
domandarmi se ha funzionato o meno.
Sto già bene nel farlo.
Non
ha molta importanza che sia legato alla religione, spesso la religione
si è appropriata di riti già in uso prima, di frequente legati al
volgere delle stagioni, ai ritmi di sole e luna e così via.
In
questo caso la festa di San Giovanni Battista, l'unico santo del quale
si festeggia la data della nascita e non quella della morte (sei mesi
prima di Gesù con il quale sembra essere cugino) per tradizione più o
meno coincidente con il solstizio d'estate, sostituiva quelle del Dio
Giano, il dio degli inizi, bifronte, custode di ogni cambiamento, di
ogni entrata e uscita, anche guardia delle “porte solstiziali”.
La similitudine tra Janus e Joannes è
fin troppo facile da notare, e anche per il solstizio d'inverno si è
usato un San Giovanni, in questo caso l'Evangelista.
“Quando la lavanda sente arrivare San Giovanni vuole fiorire”,
Tornando
all'Acqua di San Giovanni, per chi non la conoscesse, è semplicemente
un'acqua dove la sera del 23 Giugno vengono poste corolle di fiori e
erbe.
Lasciata tutta
la notte all'aperto, godrà dei benefici della rugiada di questa notte
magica e il mattino dopo sarà pronta per essere usata per lavarsi viso,
occhi e corpo avendo acquisito anch'essa poteri straordinari proteggerà
dalle malattie, dalle disgrazie, dall'invidia.
La ricetta è quanto meno semplicissima, un bacile, acqua, erbe e fiori.
Per
tradizione le erbe e i fiori dovrebbero essere raccolti da mani di
donna, meglio a digiuno, al tramonto del 23, in numero dispari.
L'acqua meglio di fonte, il bacile non di plastica.
Quali erbe, quali fiori? Il più possibile, tutte quelle dalle comprovate proprietà particolari di guarigione o ritenute magiche.
Non può mancare l' Iperico, (qui>>>) ritenuto scacciadiavoli, l' Achillea (qui>>>) per preservare dalle ferite, l' Assenzio volgare pianta legata a Diana, protettrice della buona salute delle donne, il Finocchio selvatico, per per proteggere dagli inganni, e poi l'Avena per portare abbondanza, Tiglio (qui>>>) e Valeriana (qui>>>) per calmare, Felce d'acqua che solo in questa notte fiorisce e fortunato chi riesce a vedere il suo fiore, Alloro (qui>>>) che dà forza, Melissa l'erba dell'allegria, Elicriso (qui>>>), Vinca, Sambuco (qui>>>), Erba di Santa Maria, Lavanda (qui>>>), Timo (qui>>>), Rosmarino (qui>>>), Rosa (qui>>>), Calendula (qui>>>), Salvia (qui>>>), Ruta e tutte quelle che vengono in mente, con riconosciute proprietà terapeutiche
Preparato il tutto e coperto d'acqua si porta fuori e si lascia tutta la notte.
L'indomani mattina, 24 giugno, al risveglio, l'acqua sarà usata per lavarsi viso, occhi e corpo, godendone i benefici.
Non si conserva, va regalata agli amici se avanza.
Una
interpretazione possibile è quella che essendo la figura di San
Giovanni legata al Battesimo e necessariamente all'acqua, se ne
rinnovano le promesse con questo rito.
Il 24 giugno è più o meno legato anche al solstizio d'estate, notte nella quale le streghe danzano, e vanno raccolte le Erbe
per essere essiccate e usate per tisane o oleoliti, grazie alla
particolare rugiada che cade in questa notte rafforzano le loro
proprietà.
- E domani è Santo Giovanni,
fratel caro: è San Giovanni
Su la Plaia me ne vo’ gire
per vedere il capo mozzo
dentro il Sole all’apparire,
per vedere nel piatto d’oro
tutto il sangue ribollire
-La figlia di Iorio - G. D'Annunzio
L' Acqua di San Giovanni e pure le Erbe raccolte in questa notte sono solo uno dei tanti riti propiziatori da compiere in questa notte magica.
Anche
la raccolta delle noci, quelle immature per fare il nocino, sempre in
numero dispari, di solito 33 per litro di alcol, avviene per tradizione
la notte tra il 23 e il 24 ... « Sic mihi Nox, Nux Fuit ante diem » così
per me ci fu, prima del giorno, la Notte e la Noce...
Molti rituali sono legati alla possibilità di trovare marito, o di sapere chi sarà o come sarà ricco o povero...
Come
narra D'Annunzio, riportando un'antica tradizione delle fanciulle
abruzzesi, Ornella andrà all'alba di San Giovanni a cercare di scorgere
nel sole nascente il profilo della testa mozzata e nel contorno
infuocato il sangue del santo e questo sarà segno che si sposerà entro
l'anno.
O
l'usanza delle tre fave, che incartate e poste sotto il cuscino daranno
il mattino dopo la misura di quanto sarà ricco il marito...
Così
come si accendono grandi falò, perché le lingue delle fiamme vadano a
dare rinforzo al sole che accorciandosi le giornate inizia a perdere
energia.
E poi saltarne le ceneri, buttarsene un po' tra i capelli per preservarsi da tutti i mali...
Insomma, prepariamoci che c'è da fare ...
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