venerdì 12 febbraio 2016

Si scrive una nuova pagina sull’eccidio di Pedescala e sui nomi degli autori del massacro 11/02/2016



Farà certamente discutere il nuovo libro sull’eccidio di Pedescala ‘L’ultima valle. La Resistenza in val d’Astico e il massacro di Pedescala e Settecà’ (Nordest nuova serie) di Sonia Residori, dottoranda all’Università di Verona, che verrà presentato dalla stessa autrice ad Arsiero venerdì alle 20.30 nella sala conferenze del municipio in piazza F. Rossi.

Si riapre un capitolo controverso della storia della Valdastico e con essa una ferita mai chiusa per chi ancora conserva qualche ricordo diretto del feroce massacro.

La versione più attendibile della vicenda, in cui 82 civili furono trucidati dall’esercito tedesco dal 30 aprile al 2 maggio 1945, è quella in cui i partigiani locali, ad armistizio già firmato, ostacolarono i tedeschi in fuga provocando la loro rappresaglia, per poi nascondersi nei boschi. Una pagina oscura per la Resistenza italiana, marchiata a fuoco nel 1983 quando gli abitanti di Pedescala rifiutarono la medaglia d’argento al valore militare conferita da Sandro Pertini.

Già da alcuni mesi l’assessore alla cultura di Arsiero Alberto Bortolan sta lavorando all’incontro con attenzione, ben consapevole che l’argomento è delicato e che richiede di essere trattato con una certa prudenza.

‘E’ un libro importante e corposo – ha commentato Bortolan – nato da una ricerca storica rigorosa. Ma è anche equilibrato. Pur mettendo in discussione, documenti alla mano, la versione più accreditata, quella che i partigiani spararono e poi scapparono, non manca di mettere in evidenza le zone d’ombra della Resistenza. Non si vuole certo riscrivere la storia – ha concluso Bortolan – né trovare nuove colpe o nuovi meriti, semplicemente chiedersi il perché di certi lati della vicenda ancora oscuri, e su questi aprire un dialogo’.

L’opera della Residori, basata non solo sui documenti più recenti ma anche sulla raccolta delle testimonianze dei protagonisti ancora in vita, colloca l’evento dell’eccidio all’interno del tema più ampio della Resistenza nella val d’Astico. Non solo: pilastro portante dell’analisi storica sono i fascicoli sulle stragi naziste grazie ai quali l’autrice cerca di dare un nome agli autori del massacro, documenti rinvenuti solo nel 1994 all’interno cosiddetto ‘armadio della vergogna’, conservato a Roma a palazzo Cesi-Gaddi.

La serata è organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di Arsiero in collaborazione con l’ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani) di Arsiero.

Marta Boriero-Altovicentinonline

8 commenti:

  1. Ah ben, ciò! Se la ga organizà l'ANPI a nemo sul veludo, vitu.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avanti Sponcio spiegati bene altrimenti su certi argomenti commenti del genere sembrano vigliaccate.

      Elimina
  2. Mai crederò che quattro "partigianelli" infrattati sui costoni di Rotzo, con la scarsa artiglieria a disposizione, avrebbero potuto non dico fermare, ma nemmeno fare un baffo all'armata tedesca in ritirata; vuoi per la distanza del tiro, vuoi per i mezzi di tiro.

    La strage è stata pianificata a tavolino, a mio giudizio, guidata in loco da due italiani vestiti da soldato tedesco, ne esiste testimonianza se non sbaglio.
    Non esiste un perché verso Pedescala, esiste verso Forni, per i tre morti sulla carretta... e queste due stragi sono nettamente distinte.
    Questa, "logica" secondo gli editti; l'altra, totalmente anomala, efferata, pazzoide e paranoica...

    Gli abitanti di Pedescala sono "cordialmente" divisi in due, convinti che la causa sia da ricercare gli uni contro gli altri... rappacificatevi!
    La domanda che resta è: CHI HA PIANIFICATO A TAVOLINO? CHI ERANO I DUE ITALIANI VESTITI DA TEDESCO, ed a chi rendevano conto?

    RispondiElimina
  3. Don Sponcio visto la to battuta ironica sull'ANPI te consiglio de sciaquarte la boca quando che te nomini certe associasion porta rispeto par chi le rapresenta e ricordete che la to opinion la xè uguale a quela dei altri e qualsiasi essa sia va rispettata

    RispondiElimina
  4. Penso che il Don voglia riferirsi ai "partigiani" dell'ultima ora, e non possiamo dargli torto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquillo non cercare giustificazioni vedrai che lo Sponcio da signore qual è ci fornirà spiegazioni della sua battuta.

      Elimina
    2. Da quel che mi hanno riferito della presentazione di ieri sera, mi pare che si sia reso evidente anche il significato della battuta. La verità è sempre stata la prima vittima di ogni guerra, figuriamoci quando questa prende la piega che ha preso a Pedescala. La storia non la scrivono né i vinti né i morti.

      Elimina
  5. Invece di ascoltare l'Anpi leggetevi i libri di Rosangela Marangoni "Margherita Marangoni, l'angelo di Pedescala" con le testimonianze di chi era presente quel giorno durante l'eccidio e quello di Claudio Dal Pozzo "La casa in Contra' Sega - Pedescala 30 aprile 1945, due libri appena dati alle stampe.

    RispondiElimina

Avvisi della settimana

Sabato 1 e domenica 2 febbraio alle porte delle chiese di tutta la valle ci sarà la vendita delle primule a favore del Centro di aiuto alla ...