Farà certamente discutere il nuovo libro sull’eccidio di
Pedescala ‘L’ultima valle. La Resistenza in val d’Astico e il massacro
di Pedescala e Settecà’ (Nordest nuova serie) di Sonia Residori,
dottoranda all’Università di Verona, che verrà presentato dalla stessa
autrice ad Arsiero venerdì alle 20.30 nella sala conferenze del
municipio in piazza F. Rossi.
Si riapre un capitolo controverso della storia della Valdastico e con
essa una ferita mai chiusa per chi ancora conserva qualche ricordo
diretto del feroce massacro.
La versione più attendibile della vicenda, in cui 82 civili furono
trucidati dall’esercito tedesco dal 30 aprile al 2 maggio 1945, è quella
in cui i partigiani locali, ad armistizio già firmato, ostacolarono i
tedeschi in fuga provocando la loro rappresaglia, per poi nascondersi
nei boschi. Una pagina oscura per la Resistenza italiana, marchiata a
fuoco nel 1983 quando gli abitanti di Pedescala rifiutarono la medaglia
d’argento al valore militare conferita da Sandro Pertini.
Già da alcuni mesi l’assessore alla cultura di Arsiero Alberto
Bortolan sta lavorando all’incontro con attenzione, ben consapevole che
l’argomento è delicato e che richiede di essere trattato con una certa
prudenza.
‘E’ un libro importante e corposo – ha commentato Bortolan – nato da
una ricerca storica rigorosa. Ma è anche equilibrato. Pur mettendo in
discussione, documenti alla mano, la versione più accreditata, quella
che i partigiani spararono e poi scapparono, non manca di mettere in
evidenza le zone d’ombra della Resistenza. Non si vuole certo riscrivere
la storia – ha concluso Bortolan – né trovare nuove colpe o nuovi
meriti, semplicemente chiedersi il perché di certi lati della vicenda
ancora oscuri, e su questi aprire un dialogo’.
L’opera della Residori, basata non solo sui documenti più recenti ma
anche sulla raccolta delle testimonianze dei protagonisti ancora in
vita, colloca l’evento dell’eccidio all’interno del tema più ampio della
Resistenza nella val d’Astico. Non solo: pilastro portante dell’analisi
storica sono i fascicoli sulle stragi naziste grazie ai quali l’autrice
cerca di dare un nome agli autori del massacro, documenti rinvenuti
solo nel 1994 all’interno cosiddetto ‘armadio della vergogna’,
conservato a Roma a palazzo Cesi-Gaddi.
La serata è organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di
Arsiero in collaborazione con l’ANPI (Associazione nazionale partigiani
italiani) di Arsiero.
Marta Boriero-Altovicentinonline
Ah ben, ciò! Se la ga organizà l'ANPI a nemo sul veludo, vitu.
RispondiEliminaAvanti Sponcio spiegati bene altrimenti su certi argomenti commenti del genere sembrano vigliaccate.
EliminaMai crederò che quattro "partigianelli" infrattati sui costoni di Rotzo, con la scarsa artiglieria a disposizione, avrebbero potuto non dico fermare, ma nemmeno fare un baffo all'armata tedesca in ritirata; vuoi per la distanza del tiro, vuoi per i mezzi di tiro.
RispondiEliminaLa strage è stata pianificata a tavolino, a mio giudizio, guidata in loco da due italiani vestiti da soldato tedesco, ne esiste testimonianza se non sbaglio.
Non esiste un perché verso Pedescala, esiste verso Forni, per i tre morti sulla carretta... e queste due stragi sono nettamente distinte.
Questa, "logica" secondo gli editti; l'altra, totalmente anomala, efferata, pazzoide e paranoica...
Gli abitanti di Pedescala sono "cordialmente" divisi in due, convinti che la causa sia da ricercare gli uni contro gli altri... rappacificatevi!
La domanda che resta è: CHI HA PIANIFICATO A TAVOLINO? CHI ERANO I DUE ITALIANI VESTITI DA TEDESCO, ed a chi rendevano conto?
Don Sponcio visto la to battuta ironica sull'ANPI te consiglio de sciaquarte la boca quando che te nomini certe associasion porta rispeto par chi le rapresenta e ricordete che la to opinion la xè uguale a quela dei altri e qualsiasi essa sia va rispettata
RispondiEliminaPenso che il Don voglia riferirsi ai "partigiani" dell'ultima ora, e non possiamo dargli torto!
RispondiEliminaTranquillo non cercare giustificazioni vedrai che lo Sponcio da signore qual è ci fornirà spiegazioni della sua battuta.
EliminaDa quel che mi hanno riferito della presentazione di ieri sera, mi pare che si sia reso evidente anche il significato della battuta. La verità è sempre stata la prima vittima di ogni guerra, figuriamoci quando questa prende la piega che ha preso a Pedescala. La storia non la scrivono né i vinti né i morti.
EliminaInvece di ascoltare l'Anpi leggetevi i libri di Rosangela Marangoni "Margherita Marangoni, l'angelo di Pedescala" con le testimonianze di chi era presente quel giorno durante l'eccidio e quello di Claudio Dal Pozzo "La casa in Contra' Sega - Pedescala 30 aprile 1945, due libri appena dati alle stampe.
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