martedì 22 dicembre 2015

Mondo porcello


No, tranquilli, non è come avete pensato dal titolo; qui il simpatico suino lo utilizziamo solo come metafora temporale.
El mastcio nol ién mai vecio” 

"Il maiale non viene mai vecchio", dicevano i nostri nonni. Nel senso che l’utile suino, del quale notoriamente non si butta via niente,  è fatalmente destinato ad una morte prematura perché le ferree leggi dell’utilitarismo lo condannano ad essere macellato giovane, entro l’anno.  Non si ha quindi esperienza alcuna di come si sarebbe comportata la bestia con l’avanzare dell’età. Credo che nemmeno i veterinari più scafati conoscano le problematiche del maiale malato di demenza senile, problemi erettili, decadimento organico, arteriosclerosi, infarto e di cos’altro possa mai colpire questa specie in veneranda età e condurla ad un decesso naturale. Bisognerebbe sperimentarlo, così da disporre di una casistica utile a comprenderne la dinamica. Dicono viva in media circa vent’anni, forse venticinque, ma le opinioni al riguardo sono piuttosto confuse. Mah!

Un concetto a cui il nostro eroe non pensa neppure per sbaglio è il suicidio. Nossignori, non appartiene alla sua etica. Lui vorrebbe giocare la sua partita sino alla fine, fino all’ultimo respiro; crepasse il modo!
In verità ci sarebbe un caso, addirittura evangelico, con i maiali dei Geraseni; ma quello è più unico che raro; e poi c'erano altre potenze in gioco. 
Se il nostro amico porcello avesse forza e intelletto sufficiente ad opporsi agli appetiti umani, lotterebbe infatti con tutte le sue forze per evitare la sua prematura dipartita. Ciò perché è nella sua natura, come in quella di ogni essere vivente, preservarsi in vita il più a lungo possibile, con ogni mezzo e in ogni circostanza e propagare la sua specie.
Questo per dire, che fare delle previsioni sulla vita del maiale oltre l’anno sarebbe materia di veggenti o astrologi, non certo di compunti scienziati che devono basarsi su dati provati.

Ci sono però anche altre situazioni che sottostanno agli stessi limiti del maiale: i sistemi economici e politici, per esempio. Nessuno di essi  pare infatti esser morto di morte naturale, ma tutti a causa di soverchianti forze esterne. E nessuno s’è mai suicidato;  non c’è letteratura in merito. Proprio come per il nostro porcello.  Quindi, per la proprietà transitiva, saremmo autorizzati a dedurre che anche quei sistemi abbiamo intrinsecamente un’indole squisitamente porcella e tendano a svilupparsi con la medesima vorace ed egoistica mentalità del nostro simpatico amico.


Hegel sosteneva che la guerra fosse la levatrice della storia; tesi senz’altro cinica, ma non peregrina. I Futuristi, addirittura che fosse la sola igiene del mondo. La nostra storia è infatti costellata di guerre; uno stillicidio continuo da quando al primo uomo se ne aggiunse un secondo. La guerra è il pulsante di reset di un sistema e la modalità più praticata per uscire da situazioni di impasse. Come quando si impalla il computer e non si riesce a ripartire con le solite ordinarie e pacifiche procedure: si tiene premuto per qualche istante il pulsante d’accensione, et voilà che si spegne tutto. Poi basta in genere ripremerlo per riavviare le cose e sperare di ricominciare a lavorare. In verità, con la guerra è un po’ più complicato. Non è detto infatti che chi spegne sia lo stesso che riavvia, così come non è del tutto automatico che il pc riparta come prima. In ogni caso per il pc sembra sia uno stress assoluto.
Vabbè, mica tutti i paragoni devono per forza calzare a pennello.

La guerra, (ma anche le rivoluzioni o le crisi economiche) è sempre stata quello che è il coltello del massante per il maiale, cioè un evento che impedisce il naturale decorso delle cose, così da vedere come andrebbero a finire se questo spiacevole intoppo non ci fosse stato.
Prendiamo ad esempio il due sistemi economici contrapposti più recenti, cioè Capitalismo e Comunismo. Con due guerre mondiali e svariati conflitti intermedi, i due non hanno effettivamente mai dovuto fare i conti con gli esiti ultimi delle proprie teorie. C’è sempre stata (oppure è stata cercata) la scusa o l’opportunità per scaricare sulle società il prezzo dei loro errori. Fascismo e Nazismo, pare sfocino costituzionalmente nella guerra, quindi sono di fatto regimi relativamente precari che non faranno mai i conti con i risultati di lungo termine delle loro politiche. Ecco perché, nonostante tutto, figliano sempre smemorati pargoli, destinati a loro volta a ripeterne i metodi.

Economia e politica sono di fatto sinonimi e sfaccettature d'un unico archetipo: il Potere; e il potere tende sempre a perpetuare se stesso come unico scopo. 
I suoi comportamenti sono fatalmente calibrati sul breve periodo e sul realizzo immediato. Ciò perché rimane essenzialmente un bambino egoista, al massimo un adolescente in tempesta ormonale, giacché per le ragioni di cui sopra non è mai riuscito a diventare adulto e prendersi le sue responsabilità. E da un siffatto soggetto non possiamo aspettarci un granché. Men che meno pensare che sia intrinsecamente assennato, giudizioso e autoregolante. 
No, esso perdura imperterrito perseguendo il suo unico scopo fino a che qualche evento non lo sconfigga. 
Come il nostro maiale, infatti, il Potere intuisce che l'uomo è infido: prima lo vezzeggia e lo nutre con ogni leccornia, poi, sul più bello, gli farà la festa.
Magari anche lo sviluppo dell'uomo è fermo ai brufoli.

Però, ....però, una cosa nuova c’è! 
Tra poco non si potrà più macellare da noi il nostro caro porcello. 
Vietato per ragioni d’igiene!
Che sia un messaggio subliminale?

Gianni Spagnolo
XX.XII.MMXV

6 commenti:

  1. 2° MMS questo ragionamento è una vera porcata.

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    1. Stavolta Don devo darti ragione. Ma non eri in penitenza meditabonda?

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    2. Me toca. I me ga messo in castigo!

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  2. "Fascismo e Nazismo, pare esitino costituzionalmente nella guerra"

    Credo che al ESITINO sia un errore di battitura... o sbaglio?? :-)

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    1. Acc.. il congiuntivo. Mettiamo "sfocino", così non c'è ambiguità.

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  3. Fascino nazismo e comunismo siamo completi

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