Penso che gran parte dei lettori di questo blog abbiano sentito dolore e paura per l’avvenimento accaduto in Francia, ma non solo perché la strage poteva accadere, in qualsiasi posto, da noi. I francesi hanno combattuto per la nostra indipendenza e sono stati nostri alleati durante le due guerre mondiali. Molti nostri valligiani, nel dopoguerra e fino ai primi anni ‘70 si sono recati in Francia e hanno potuto, lavorando sodo, mantenere la propria famiglia. Penso che l’Italia, per riconoscenza, dovrebbe fare un po’di più delle semplici parole di circostanza pronunciate dai nostri governanti finora.
Grazie Claudio per queste parole. Anche se non siamo a Parigi, se non conosciamo direttamente persone decedute o ferite in questo tragico avvenimento, si sentiamo molto tristi e vicini alle vittime e famiglie, fra le quali pure una giovane veneziana. Si sentiamo tristi anche di dover combattere per garantire la libertà di pensare, di andare e venire senza paura del futuro.
Ho letto certi commenti di lettori sui giornali italiani, commenti che mi hanno fatto male. Ho pensato all'ultima guerra mondiale, a mio padre, lavoratore-emigrante come tantissimi in Francia quando hanno chiuso le frontiere.(7 anni di separazione con moglie e prima figlia seguirono). All'inizio, l'Italia era il "nemico" della Francia, assieme alla Germania. Malgrado questa triste realtà, il popolo francese, padrone, colleghi, vicini di mio padre l'hanno sempre "protetto" e nascosto quando i Tedeschi lo cercavano. Per me, è questa la Francia.
Nell’estate del 1969, studente, desideroso di guadagnarmi qualcosa, di testa mia, sono andato a Le Fayet, in Francia, per lavorare qualche mese in alta montagna. In quell’impresa, la Guelpa, lavoravano pure dei fuoriusciti spagnoli e portoghesi (quest’ultimi tutti, meno uno, analfabeti), in quanto nei loro paesi, molto poveri, vigevano le dittature di Franco e di Salazar. Eravamo lavoratori raccogliticci, però tutti alloggiavamo presso la “Cantine” dell’impresa, eravamo in regola con i contributi e ricevevamo la medesima paga oraria (di manovali edili) di fr. 4,30, buona per l’epoca. A distanza di quasi 50 anni, su mia richiesta, l’impresa conservava ancora la mia cartella lavorativa e ciò mi ha permesso di fruire di ben 52 settimane di contribuzione ai fini pensionistici. Sembra una banalità, però anche questa è la Francia, purtroppo anche allora diversa anni luce dall’Italia, in cui, anche nel nord, il lavoro nero rimane una piaga sociale molto grave.
Grazie Claudio per mettere in evidenza l'efficienza dei servizi pensionistici francesi. E sono contento che prendi anche dalla Francia un contributo. Vive la France! Non sono proprio d'accordo sulla ... distanza "anni luce" della nostra Italia. Ho un amico in Australia che prima di emigrare aveva fatto qualche lavoretto saltuario con la Forestale, per un totale di circa 30 marchette. Dopo il servizio militare, a 21 anni, nel 1953 è emigrato.... Quando ha raggiunto d'età della pensione italiana, a 60 anni, ha iniziato a ricevere il suo giusto contributo dall'Italia. (Un minimo lo ricevono anche coloro che hanno fatto solo il servizio militare). Anche adesso, a 83 anni, e quindi per un periodo di ben 23 anni lo riceve. Non è molto, credo che sia stato ridotto a qualcosa come 400 EURO all'anno..... ma solo per dire che anche l'Italia fa il suo dovere verso chi ha lavorato. C'è un'Italia che gira.... e bene, nonostante tutto.
Ti ringrazio Paesano di darmi la possibilità di precisare meglio il discorso. Mi riferivo, non tanto ai lavori estivi con la Forestale che consentivano agli studenti, doppiamente fortunati di lavorare (sotto lo Stato), nei mesi estivi, in attività di bonifica di boschi, e di vedersi poi gratificati, oltre che dalla paga contrattuale, anche da 52 settimane di contribuzione. Sono a conoscenza che a San Pietro, per esempio, alcuni studenti hanno beneficiato di questa condizione di favore per aver lavorato nei boschi ASUC durante le vacanze. Mi riferivo piuttosto alle condizioni di lavoro di qualche straniero, magari analfabeta, assunto regolarmente da un’impresa privata, cioè, non in nero, per una attività di breve durata e che, dopo 40 anni, scrive all’impresa desideroso di un riscontro sulla contribuzione effettuata, trovandone immediata soddisfazione e incredibile efficienza (nel mio caso, infatti, il lunedì avevo scritto all’impresa francese la richiesta sotto forma di e-mail e il giovedì seguente, grazie all’organizzazione dell’Ufficio preposto, avevo già in mano la risposta positiva in forma di lettera scritta in cui si precisava esattamente il periodo lavorato e la mansione svolta). Da studente, durante successivi periodi estivi, avevo pure lavorato come cameriere di sala a Folgaria e come animatore di colonia alle dipendenze del Comune di Valdagno, ebbene, secondo l’INPS, in entrambi i casi, non mi erano stati versati i contributi.
Non ci sono parole per le barbarie, la violenza e la morte di tante persone innocenti a opera di infami assassini senza anima, senza un briciolo di parvenza umana! Tutto il mio cordoglio, il mio dolore, la mia solidarieta' alle giovani vittime inermi ed indifese, alle loro famiglie e al " grande " popolo Francese, ma non certo ai loro governanti che con gli altri governi occidentali sono macchiati di questo sangue
E' vero talvolta il silenzio del saggio vale di piu' del ragionamento del filosofo: e'una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli, e ancora, fa le veci della saggezza per il povero di spirito, e della sapienza per l' ignorante. J. A. D.
Peta che rispondo senò si pensa che sono sparito.. :-))
Sul calcificio si sta attendendo il consiglio comunale che approverà il regolamento per la consultazione. Quando questa verrà fatta non lo so (posso ipotizzare in gennaio..).
Nel frattempo le due amministrazioni confinanti di Lastebasse e Pedemonte hanno dichiarato la contrarietà al calcificio ed a breve (credo 1-2 mesi) dovrebbero portare nei rispettivi consigli comunali un documento che definisca la posizione.
Sulla Valdastico Nord.... tutto tace: la storia infinita, ma io preferivo quella di Bastiano Baldassarre Bucci.
Sì xe' vero quei de pedescala i ga porta' do da montagna do Albari, uno i lo ga messo a Pedescala e l'altro ai Furni pero' no so parche' a Sanpiro nol ghe xe'.
Thiene online oggi pubblica l'iniziativa del Sindaco di Malo ,che intende devolvere l'addizionale IRPEF alle imprese che assumono. Spero che qualche altro cittadino ne prenda spunto, anziché sprecare i soldi per inutili progetti di fattibilità o per sagre paesane.
Le sagre portano voti e da magna'. I progetti di fattibilità che portano al nulla,garantiscono la pagnotta agli amici e amici degli amici. Così gira il mondo.
Apprendo,( anche se lo leggo in ritardo dal Gioska), che i comuni di Pedemonte e Lastebasse si stanno schierando contro il calcificio. Si usa dire, meglio tardi che mai, però, qualche mese addietro, se avessero manifestato apertamente la loro contrarietà , qualche punto di forza in più al '' no'' , senz'altro si sarebbe ottenuto . Comunque grazie alle due Amministrazioni per essersi schierati apertamente ,al contrario di qualcun'altra. L'unione fa la forza.
Anonymous 09.55 non è così perchè nessuno si era preso la briga di andare nel bosco per scegliere l'abete che poteva soddisfarlo. La ragione è, purtroppo, un'altra.
Ohhh, ..là! Finalmente qualcosa si muove. Vediamo un po' se riusciamo a far montare una bella polemichetta natalizia. Tipo la secchia rapita o il ratto delle Sabine, così facciamo un po' di letteratura. Quale arcana motivazione si celerà dietro un fatto così misterioso? 2^ MMS a Sanpiero volevano una araucaria, per differenziarsi dalle frazioni, ma non sono riusciti ancora a trovarla.
Anonymous 18.17 informati meglio, al momento del rifiuto da parte di Sanpietro nessun abete era ancora stato scelto. I motivi sono altri. Cercateli voi o chiedete a Bepiti che sa tutta la storia. E così facciamo contento anche el Don.
Purtroppo la verita' su questa storia e' molto triste, desolante, sconfortante, deludente. La colpa non e' della gente di San Pietro ma solo di uno, che soffre di protagonismo, di boria e magalomania. L' idea che era partita era ottima, soprattutto in questo periodo Natalizio. Abbiamo perso, per colpa di uno, una grande occasione di avere una grande armonia fra le frazioni, un' unione che non si era mai avuta, forse l' inizio di una nuova fase senza rancori, peccato davvero.
No stavolta non c'entra gnente quelo de pedescala. I se gaveva messi d'accordo Bepiti e El Turati par portare a tutti l' albero e gnera tuto pronto ma El presidente de San Piero El se ga sentio taja fora e allora messo su dal vecio El ga fato saltar tuto.Na vergogna.se poteva restare uniti anca parche' a semo Soto Nadale
Anonimo de ora de sena, cossa ca...o centra Pedescala? Sti cua' i xe' ca...i de Sanpiro. Par la precision ca...i sta par cavoli e no par ca..i. Se ghemo capio?
A me sembrano quelle beghe fra comari di tanti anni fa. Allora le donne si tiravano per i capelli e se le davano di santa ragione. Per cosa poi ?! Futili motivi. Né più né meno di come osservo ora. Giovanotti, cercate di vedere oltre...... e pace sia fatta.
Il fatto non e' se l'albero c'e' o no. E' logico che ci sarebbe stato a prescindere, forse come l'anno scorso che di albero non aveva nemmeno le sembianze senza parlare delle luci, inesistenti. Il fatto sta che visto che il comune ha dei problemi finanziari si rischiava di avere degli alberi ancora piu' poveri degli anni passati. Due consiglieri delle separate, uno di Pedescala e uno di S. Pietro avevano pensato di donare gli alberi natalizi. L'idea era arricchita, visto anche che si donava l' abete anche alla frazione di Forni, visto che le frazioni di Forme e Setteca', contrade di Pedescala si recano alle sante funzioni nella parrocchia dei Forni e ne vivono la vita parocchiale, inoltre con il trasporto dell' albero di S. Pietro doveva essere incluso un'altro, anche di dimensioni minori, per le nostre scuole. In tutto questo non vedo niente di cosi' oscuro, di sbagliato. Forse per la prima volta c'era un'idea pacata, intelligente, lungimirante, come sono questi due consiglieri. Un'idea senza calcoli politici che avrebbe trovato il plauso dell'intera comunita'. Un'idea semplice, per sentirsi uniti, per essere una sola comunita'. Ma grazie a qualcuno, che davanti a tutto questo, mette il suo ego, la sua arroganza, la sua superbia, tutto questo e' saltato. E' vero gli alberi ci sono, belli, maestosi, ma divisi. Forse per la prima volta non c'erano tre frazioni ma un'unica comunita'. Dal prosssimo anno si ritornera' come l'anno scorso, ognuno egoisticamente per conto suo. Caro Bepiti e Nicola e' inutile che vi sforzate a cambiare le cose, grazie a pochi tutto deve restare come sempre, divisi. Scusate lo sfogo ma tutto questo lo trovo demoralizzante. Buon Natale.
Perché non si scrivè il nome di queste persone. Non è un pettegolezzo ma serve a fare capire a chi vive nonostante tutto in questa comunita chi ci amministra. Essere uniti, ragionare come valle e non come Sanpiero e Pedescala è fondamentale ne va della nostra sopravvivenza sociale.
I nomi di queste persone le dovete cercare, esclusivamente, a San Pietro. La guerra, per qualcuno, non è ancora finita, come qualche soldato giapponese nella giungla delle Filippine ancora in attesa dell'ordine di resa.
L'ho visto anche io. C erano i vv.uu che stavano facendo i rilievi, ma ho visto solo un'auto seriamente danneggiata, pressapoco dove abita la famiglia marocchina.
Penso che gran parte dei lettori di questo blog abbiano sentito dolore e paura per l’avvenimento accaduto in Francia, ma non solo perché la strage poteva accadere, in qualsiasi posto, da noi.
RispondiEliminaI francesi hanno combattuto per la nostra indipendenza e sono stati nostri alleati durante le due guerre mondiali.
Molti nostri valligiani, nel dopoguerra e fino ai primi anni ‘70 si sono recati in Francia e hanno potuto, lavorando sodo, mantenere la propria famiglia.
Penso che l’Italia, per riconoscenza, dovrebbe fare un po’di più delle semplici parole di circostanza pronunciate dai nostri governanti finora.
Grazie Claudio per queste parole. Anche se non siamo a Parigi, se non conosciamo direttamente persone decedute o ferite in questo tragico avvenimento, si sentiamo molto tristi e vicini alle vittime e famiglie, fra le quali pure una giovane veneziana.
EliminaSi sentiamo tristi anche di dover combattere per garantire la libertà di pensare, di andare e venire senza paura del futuro.
Ho letto certi commenti di lettori sui giornali italiani, commenti che mi hanno fatto male. Ho pensato all'ultima guerra mondiale, a mio padre, lavoratore-emigrante come tantissimi in Francia quando hanno chiuso le frontiere.(7 anni di separazione con moglie e prima figlia seguirono).
All'inizio, l'Italia era il "nemico" della Francia, assieme alla Germania. Malgrado questa triste realtà, il popolo francese, padrone, colleghi, vicini di mio padre l'hanno sempre "protetto" e nascosto quando i Tedeschi lo cercavano.
Per me, è questa la Francia.
Nell’estate del 1969, studente, desideroso di guadagnarmi qualcosa, di testa mia, sono andato a Le Fayet, in Francia, per lavorare qualche mese in alta montagna. In quell’impresa, la Guelpa, lavoravano pure dei fuoriusciti spagnoli e portoghesi (quest’ultimi tutti, meno uno, analfabeti), in quanto nei loro paesi, molto poveri, vigevano le dittature di Franco e di Salazar. Eravamo lavoratori raccogliticci, però tutti alloggiavamo presso la “Cantine” dell’impresa, eravamo in regola con i contributi e ricevevamo la medesima paga oraria (di manovali edili) di fr. 4,30, buona per l’epoca.
EliminaA distanza di quasi 50 anni, su mia richiesta, l’impresa conservava ancora la mia cartella lavorativa e ciò mi ha permesso di fruire di ben 52 settimane di contribuzione ai fini pensionistici.
Sembra una banalità, però anche questa è la Francia, purtroppo anche allora diversa anni luce dall’Italia, in cui, anche nel nord, il lavoro nero rimane una piaga sociale molto grave.
Grazie Claudio per mettere in evidenza l'efficienza dei servizi pensionistici
Eliminafrancesi. E sono contento che prendi anche dalla Francia un contributo. Vive la France!
Non sono proprio d'accordo sulla ... distanza "anni luce" della nostra Italia.
Ho un amico in Australia che prima di emigrare aveva fatto qualche lavoretto
saltuario con la Forestale, per un totale di circa 30 marchette. Dopo il servizio militare,
a 21 anni, nel 1953 è emigrato.... Quando ha raggiunto d'età della
pensione italiana, a 60 anni, ha iniziato a ricevere il suo giusto contributo dall'Italia.
(Un minimo lo ricevono anche coloro che hanno fatto solo il servizio militare).
Anche adesso, a 83 anni, e quindi per un periodo di ben 23 anni lo riceve. Non è molto,
credo che sia stato ridotto a qualcosa come 400 EURO all'anno..... ma solo per dire che anche l'Italia
fa il suo dovere verso chi ha lavorato. C'è un'Italia che gira.... e bene, nonostante tutto.
Ti ringrazio Paesano di darmi la possibilità di precisare meglio il discorso.
EliminaMi riferivo, non tanto ai lavori estivi con la Forestale che consentivano agli studenti, doppiamente fortunati di lavorare (sotto lo Stato), nei mesi estivi, in attività di bonifica di boschi, e di vedersi poi gratificati, oltre che dalla paga contrattuale, anche da 52 settimane di contribuzione. Sono a conoscenza che a San Pietro, per esempio, alcuni studenti hanno beneficiato di questa condizione di favore per aver lavorato nei boschi ASUC durante le vacanze.
Mi riferivo piuttosto alle condizioni di lavoro di qualche straniero, magari analfabeta, assunto regolarmente da un’impresa privata, cioè, non in nero, per una attività di breve durata e che, dopo 40 anni, scrive all’impresa desideroso di un riscontro sulla contribuzione effettuata, trovandone immediata soddisfazione e incredibile efficienza (nel mio caso, infatti, il lunedì avevo scritto all’impresa francese la richiesta sotto forma di e-mail e il giovedì seguente, grazie all’organizzazione dell’Ufficio preposto, avevo già in mano la risposta positiva in forma di lettera scritta in cui si precisava esattamente il periodo lavorato e la mansione svolta).
Da studente, durante successivi periodi estivi, avevo pure lavorato come cameriere di sala a Folgaria e come animatore di colonia alle dipendenze del Comune di Valdagno, ebbene, secondo l’INPS, in entrambi i casi, non mi erano stati versati i contributi.
Non ci sono parole per le barbarie, la violenza e la morte di tante persone innocenti a opera di infami assassini senza anima, senza un briciolo di parvenza umana! Tutto il mio cordoglio, il mio dolore, la mia solidarieta' alle giovani vittime inermi ed indifese, alle loro famiglie e al " grande " popolo Francese, ma non certo ai loro governanti che con gli altri governi occidentali sono macchiati di questo sangue
RispondiEliminaTutto tace.
RispondiEliminaNell’orizzonte blu del mare,
nessuna nave,
nessun ricordo.
Tutto tace.
Nel vuoto del tempo,
nessun richiamo,
nessun lamento.
Tutto tace.
Nel vento che annuisce,
in silenzio.
tutto tace.
Il più bel tacere
Eliminanon fu mai scritto
E' vero talvolta il silenzio del saggio vale di piu' del ragionamento del filosofo: e'una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli, e ancora, fa le veci della saggezza per il povero di spirito, e della sapienza per l' ignorante. J. A. D.
EliminaCiò, Che nona! Ed i diritti di autore, dove sono?
EliminaDi notte, più del canto dei grilli, mi impressiona il silenzio di milioni di formiche che ascoltano
Elimina(Tudor Vasiliu).
Va meglio così?
Tuto sbalià, le formighe le xe sorde!
EliminaLe formighe le xe formighe e i sorde xe sorde. No me par mia che ghe sia tanta possibilità de sbaliarse. salvo che no te fussi orbo patoco.
EliminaHo letto sul bollettino parrocchiale che sabato 12 in Contra' Lucca si inaugurerà un crocifisso. Qualcuno sa dirmi dov'è o qualcosa di più? Grazie
RispondiEliminaE intanto il nostro caro sindaco si fa le passeggiate a Roma ...
RispondiEliminaNovita' riguardo il calcificio?
E riguardo la Valdastico Nord ?
Peta che rispondo senò si pensa che sono sparito.. :-))
RispondiEliminaSul calcificio si sta attendendo il consiglio comunale che approverà il regolamento per la consultazione.
Quando questa verrà fatta non lo so (posso ipotizzare in gennaio..).
Nel frattempo le due amministrazioni confinanti di Lastebasse e Pedemonte hanno dichiarato la contrarietà al calcificio ed a breve (credo 1-2 mesi) dovrebbero portare nei rispettivi consigli comunali un documento che definisca la posizione.
Sulla Valdastico Nord.... tutto tace: la storia infinita, ma io preferivo quella di Bastiano Baldassarre Bucci.
Cio' tusi qualchedun sa dirme de na roba. A so passa' par Pedescala e Furni e ghe gera su i pessi de Natale e a San Piro no come mai
RispondiEliminaSì xe' vero quei de pedescala i ga porta' do da montagna do Albari, uno i lo ga messo a Pedescala e l'altro ai Furni pero' no so parche' a Sanpiro nol ghe xe'.
RispondiEliminaPerchè a quelli di S. Piero non comodava quello che è stato scelto.
RispondiEliminaThiene online oggi pubblica l'iniziativa del Sindaco di Malo ,che intende devolvere l'addizionale IRPEF alle imprese che assumono. Spero che qualche altro cittadino ne prenda spunto, anziché sprecare i soldi per inutili progetti di fattibilità o per sagre paesane.
RispondiEliminaLe sagre portano voti e da magna'. I progetti di fattibilità che portano al nulla,garantiscono la pagnotta agli amici e amici degli amici. Così gira il mondo.
EliminaApprendo,( anche se lo leggo in ritardo dal Gioska), che i comuni di Pedemonte e Lastebasse si stanno schierando contro il calcificio. Si usa dire, meglio tardi che mai, però, qualche mese addietro, se avessero manifestato apertamente la loro contrarietà , qualche punto di forza in più al '' no'' , senz'altro si sarebbe ottenuto . Comunque grazie alle due Amministrazioni per essersi schierati apertamente ,al contrario di qualcun'altra. L'unione fa la forza.
RispondiEliminaAnonymous 09.55 non è così perchè nessuno si era preso la briga di andare nel bosco per scegliere l'abete che poteva soddisfarlo.
RispondiEliminaLa ragione è, purtroppo, un'altra.
Chi ha scelto per Forni e Pedescala l'ha fatto anche per S.Piero, ma a quelli di S.Piero non è piaciuto la scelta e così lo hanno rifiutato.
EliminaA quei de Sanpiero no ghe comoda mai gnente.(con preghiera di pubblicare)
RispondiEliminaOhhh, ..là! Finalmente qualcosa si muove. Vediamo un po' se riusciamo a far montare una bella polemichetta natalizia. Tipo la secchia rapita o il ratto delle Sabine, così facciamo un po' di letteratura. Quale arcana motivazione si celerà dietro un fatto così misterioso? 2^ MMS a Sanpiero volevano una araucaria, per differenziarsi dalle frazioni, ma non sono riusciti ancora a trovarla.
RispondiEliminaAnonymous 18.17 informati meglio, al momento del rifiuto da parte di Sanpietro nessun abete era ancora stato scelto.
RispondiEliminaI motivi sono altri. Cercateli voi o chiedete a Bepiti che sa tutta la storia.
E così facciamo contento anche el Don.
No caro i abeti erano scelti. Tutti e tre delle stesse dimensioni e bellezza
EliminaPurtroppo la verita' su questa storia e' molto triste, desolante, sconfortante, deludente. La colpa non e' della gente di San Pietro ma solo di uno, che soffre di protagonismo, di boria e magalomania. L' idea che era partita era ottima, soprattutto in questo periodo Natalizio. Abbiamo perso, per colpa di uno, una grande occasione di avere una grande armonia fra le frazioni, un' unione che non si era mai avuta, forse l' inizio di una nuova fase senza rancori, peccato davvero.
RispondiEliminaCarla fa male scrivere la verità?
RispondiEliminaScusa Carla
RispondiEliminaElo el solito, sì???
RispondiEliminaSe te riferisci a quelo de San Piero, si
RispondiEliminaScusate ma chi è'?forse sono fuori dal giro ma chi è costui?
EliminaParchè, a Pedescala, elo mia eel solito? Me pare ca semo sempre lì, piantà!
RispondiEliminaNo stavolta non c'entra gnente quelo de pedescala. I se gaveva messi d'accordo Bepiti e El Turati par portare a tutti l' albero e gnera tuto pronto ma El presidente de San Piero El se ga sentio taja fora e allora messo su dal vecio El ga fato saltar tuto.Na vergogna.se poteva restare uniti anca parche' a semo Soto Nadale
Eliminala verità non è star sopra un albero
RispondiEliminanon è neanche il solito megalomone
la verità è un paese libero
verità è partecipazione
Anonimo de ora de sena, cossa ca...o centra Pedescala?
RispondiEliminaSti cua' i xe' ca...i de Sanpiro.
Par la precision ca...i sta par cavoli e no par ca..i.
Se ghemo capio?
O Don non sta' storpiarme El me Gaber
RispondiEliminaAnche se te ghe tuta la rajon. Se ghe fusse pi partecipasion narra tuto meio
EliminaQualcuno può per cortesia spiegare bene e scrivere corretto e in italiano cosa è successo?
RispondiEliminaGrazie
A me sembrano quelle beghe fra comari di tanti anni fa. Allora le donne si tiravano per i capelli e se le davano di santa ragione. Per cosa poi ?! Futili motivi. Né più né meno di come osservo ora. Giovanotti, cercate di vedere oltre...... e pace sia fatta.
RispondiEliminaL 'albero adesso c'è anche a S.Pietro!qual 'era il problema?
RispondiEliminaSì, un bel cipresso.
EliminaIl fatto non e' se l'albero c'e' o no. E' logico che ci sarebbe stato a prescindere, forse come l'anno scorso che di albero non aveva nemmeno le sembianze senza parlare delle luci, inesistenti. Il fatto sta che visto che il comune ha dei problemi finanziari si rischiava di avere degli alberi ancora piu' poveri degli anni passati. Due consiglieri delle separate, uno di Pedescala e uno di S. Pietro avevano pensato di donare gli alberi natalizi. L'idea era arricchita, visto anche che si donava l' abete anche alla frazione di Forni, visto che le frazioni di Forme e Setteca', contrade di Pedescala si recano alle sante funzioni nella parrocchia dei Forni e ne vivono la vita parocchiale, inoltre con il trasporto dell' albero di S. Pietro doveva essere incluso un'altro, anche di dimensioni minori, per le nostre scuole. In tutto questo non vedo niente di cosi' oscuro, di sbagliato. Forse per la prima volta c'era un'idea pacata, intelligente, lungimirante, come sono questi due consiglieri. Un'idea senza calcoli politici che avrebbe trovato il plauso dell'intera comunita'. Un'idea semplice, per sentirsi uniti, per essere una sola comunita'. Ma grazie a qualcuno, che davanti a tutto questo, mette il suo ego, la sua arroganza, la sua superbia, tutto questo e' saltato. E' vero gli alberi ci sono, belli, maestosi, ma divisi. Forse per la prima volta non c'erano tre frazioni ma un'unica comunita'. Dal prosssimo anno si ritornera' come l'anno scorso, ognuno egoisticamente per conto suo. Caro Bepiti e Nicola e' inutile che vi sforzate a cambiare le cose, grazie a pochi tutto deve restare come sempre, divisi. Scusate lo sfogo ma tutto questo lo trovo demoralizzante. Buon Natale.
EliminaPerché non si scrivè il nome di queste persone.
EliminaNon è un pettegolezzo ma serve a fare capire a chi vive nonostante tutto in questa comunita chi ci amministra.
Essere uniti, ragionare come valle e non come Sanpiero e Pedescala è fondamentale ne va della nostra sopravvivenza sociale.
I nomi di queste persone le dovete cercare, esclusivamente, a San Pietro.
EliminaLa guerra, per qualcuno, non è ancora finita, come qualche soldato giapponese nella giungla delle Filippine ancora in attesa dell'ordine di resa.
C'è stato un brutto incidente stradale stasera a Barcarola... qualcuno sa qualcosa???
RispondiEliminaL'ho visto anche io. C erano i vv.uu che stavano facendo i rilievi, ma ho visto solo un'auto seriamente danneggiata, pressapoco dove abita la famiglia marocchina.
RispondiElimina