Oggi vi racconterò una storia d’amore e di povera gente che
secondo me arriva alla polpa delle cose. Ruggero è un muratore di
Montebelluna. Si innamora di Mariarosa e ci fa un figlio, poi il filo si
allenta e nel 1990 la coppia divorzia. Venticinque anni dopo Mariarosa è
una signora sola e cardiopatica che dorme dentro una catapecchia in
compagnia dei topi e trascina la vita con una pensione di invalidità da
270 euro al mese. Viene visitata da un tumore che senza l’intervento del
chirurgo la porterebbe via in pochi mesi. Ma ora le servono i soldi per
le medicine e per un giaciglio decente. Arriva a fare un appello in
chiesa, durante la messa della domenica. Dalla nebbia dei ricordi
riappare Ruggero ed è come se venticinque anni si dissolvessero in un
istante. Ci penso io, le dice, avrò cura di te. La accoglie in casa
propria, un alloggio popolare. Ma le regole - le regole! - non
consentono di concedere la residenza negli alloggi popolari a persone
estranee al nucleo familiare. Ruggero non fa una piega: se è solo questo
il problema e Mariarosa è d’accordo, io la risposo.
Non capita così spesso di essere orgogliosi di un rappresentante del
proprio sesso. Questo è un uomo che ha sofferto quando la moglie lo ha
lasciato, ma ha accettato la sua decisione e l’ha lasciata andare senza
tormentarla, perché chi ama veramente è sempre dalla parte della
libertà. Poi il destino ha compiuto i soliti giri apparentemente
tortuosi e dopo un quarto di secolo gli ha offerto una seconda
possibilità. E lui ha scoperto di amarla ancora, forse di averla amata
sempre. Nell’unico modo in cui si ama davvero. Senza condizioni.
Massimo Gramellini - La Stampa -
Solo l'Amore salverà il mondo.
RispondiElimina