lunedì 7 dicembre 2015

Contra' PERTILE



La contra’ dei Pèrtile è l’ultimo abitato del paese che troviamo sulla strada della Campagna verso la Torra. Questo era un tratto dell’antica Via di Germania che risaliva la valle e si raccordava sugli altopiani con quella dell’Ancino (l’Anzìn o Lancino), dopo aver superato, sul ponte delle Sléche, il confine con la Contea Principesca del Tirolo e quindi con l’Impero asburgico.
Non è facile abbozzare un profilo storico di questa contra’, perché mancano documenti e presenta una situazione catastale meno decifrabile di quelle che abbiamo analizzato finora. Di primo acchito, per quanto può apparire dalle mappe del primo ottocento, non parrebbe caratterizzarsi come corte familiare. Non lo era certo dei Pèrtile, da cui pur ha preso il nome. Questa famiglia infatti, sì stabilì in contra’ proveniendo da Camporovere solo verso il 1840.

  • 1538 (B4) Bonato Domenica fu Giovanni, maritata Lucca: Casa colonica con porzione dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540
  • 1539 (P47) Pretto Giovanni fu Giuseppe: Luogo terreno con porzione dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540
  • 4284 (B11) Bonifaci Teresa fu Antonio, maritata Lucca: Casa colonica che si estende sopra n. 1539 e del portico al n. 4926
  • 4675 (B13) Bonifaci Veronica fu Antonio, maritata Lorenzati e figlio Lorenzati Narciso di Fioravante: Casa colonica che si estende sopra al n. 1539 e parte dell’andito al n. 1540 con porzione dell’accesso dell’andito stesso, della corte al n. 1540 e del portico al n. 4926
  • 1540 – Accesso andito e corte uniti ai n. 1538, 1539, 4145, 4150, 4283, 4284, 4675 e 4925
  • 4145 (L27)  Lorenzi Maria di Giovanni Battista: Casa colonica con porzione dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540
  • 4150 (B5) Bonato Giovanni fu Giovanni: Portico con porzione dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540 e del portico n. 4926
  • 4925 (L7) Lorenzi Antonio fu Francesco: Casa colonica che si estende anche sopra il portico al n. 4926 con porzione dello stesso e dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540
  • 4283 (P47) Pretto Giovanni fu Giuseppe: Casa colonica che si estende anche sopra il portico al n. 4926 con porzione dello stesso e dell’accesso dell’andito e della corte al n. 1540
  • 4926 – Portico unito ai n. 4150, 4284, 4675 e 4925.
  • 1535 (F11) Fontana Agostino fu Giovanni Battista: Prato
  • 1536 (B11) Bonifaci Teresa fu Antonio, maritata Lucca: Orto
  • 1537 (B5) Bonato Giovanni fu Giovanni: Orto
  • 1557 (L23): Lorenzi Lorenzo, fratelli e cugini: Arativo vitato
  • 1558 (B8): Bonifaci Maddalena fu Pietro, maritata Bonato: Arativo vitato
  • 1555 (G27) Gianesini Francesco fu Giovanni Battista detto Chéca: Arativo vitato
  • 4282 (B13) Bonifaci Veronica fu Antonio, maritata Lorenzati e figlio Lorenzati Narciso di Fioravante: Orto

Al tempo della nostra ricognizione, ovvero a cavallo della metà del XIX° secolo,  la contra’ si compone di un grumo di 9 abitazioni coloniche molto promiscue, con altrettante famiglie di 6 cognomi diversi: Bonato, Bonifaci, Lorenzati, Lorenzi, Lucca e Pretto
Dei Lorenzati non risultano tracce posteriori, mentre i Bonato, il cui capostipite proviene da Conco, si svilupperanno più tardi ai Lucca. I fondi agricoli nei pressi appartengono a proprietari diversi dai residenti e non si ravvisa quell’omogeneità d’insediamento che abbiamo finora osservato per le corti familiari. 
Nelle mappe non ha un’identità propria, ma è una propaggine della Campagna; questo era però ricorrente per tutte le contra’ minori.
La struttura molto compatta, raccolta e compenetrata dell’abitato, farebbe certo pensare ad una sua origine monofamiliare, connotazione magari poi perdutasi per la dispersione dei suoi abitanti. Di questo  però non ci è giunta alcuna memoria e il quadro sarebbe peraltro incoerente con la sua posizione e la situazione del circondario. 
Appare perciò più probabile una sua derivazione militare, considerato che in questo luogo dovette esistere un qualche presidio, data la valenza strategica del passaggio e la memoria di antiche fortificazioni, tramandate con il nome di Rocchetta*. 
L’idea che trasmette la contra’ all’epoca di queste mappe, è di un nucleo abitato marginale e forse fatiscente, occupato da famiglie di nuovo insediamento o di provvisoria collocazione. Questo aspetto sarebbe compatibile con una eventuale conversione ad uso abitativo di vecchi edifici originariamente destinati ad altro scopo. 
Va detto che un nucleo abitato collocato in zona così periferica al paese e prossimo al confine, sarebbe stato anticamente alla merce’ d'ogni masnada di passaggio. Viceversa, l’esistenza di un rastrello confinario, saltuariamente presidiato da milizie secondo necessità, sarebbe compatibile con la sua posizione in epoca antecedente la costruzione delle strade rivierasche.

La colonizzazione dell’area, cioè il dissodamento e la messa a coltura delle piantà sul conoide della Campagna verso la Torra, fu fatta verosimilmente per concorso di tutte le allora famiglie terriere del paese e senza coinvolgere questo avamposto. Penso infatti che si sia sviluppata con modalità analoghe a quanto avvenuto per gli  Àldere, dalla parte opposta del paese e in epoca precedente. 
Non quindi l’espansione graduale dei coltivi attorno ad un maso a cura dei propri abitanti, come osservato finora per le altre contra’, ma l’opera congiunta e organizzata di tutte le famiglie del paese, probabilmente nel corso del XV/XVI secolo. 
Il territorio a valle della strada della Campagna fu lottizzato in piantà (arativo vitato) lunghe e strette assegnate a quelle famiglie. La parte a monte fu invece terrazzata in andamento al pendio.
Il culmine del dosso venne probabilmente colonizzato più tardi dall’emergente stirpe dei Lucca.
Per lungo tempo l’abitato si mantenne circoscritto alla struttura solitaria e compatta evidenziata nella mappa ottocentesca  e fu soltanto a cavallo degli ultimi due secoli che si ampliò lungo l’asse stradale e assunse il nome di Pèrtile (Pèrtele), dalla famiglia che vi si accasò proveniente dall’Altopiano.
For pai Pèrtele, ..oltra ai Pèrtele..” divenne allora la denominazione locale del luogo, che prima - ma in verità ancor adesso - era più semplicemente “For par Canpagna”.

Da qui si diramava il vecchio e ripido saliso che conduceva ai Lucca e che fino alla fine dell’ottocento rimase l’unica via d’accesso alla Singéla e agli altopiani. Soltanto nel 1881, infatti, si pose mano alla costruzione di una strada carrozzabile che risaliva il pendio più a monte e con minore pendenza, costeggiando il sojo. Quest'opera sottrasse ai Pèrtele la residua importanza come luogo di transito e la ridusse a cieca propaggine agricola del paese.

La zona tornò in auge nel 1954, quando fu scelta come sede di Casa Nostra, la casa di riposo per anziani promossa e finanziata da Paolo Sartori, un paesano che emigrò negli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso e vi fece fortuna con l’industria casearia. Non dimentico del paese d’origine, volle dotarlo di questa importante struttura, che costituisce un prezioso presidio medico e sociale.
Alla memoria del Cav. Paolo Sartori è stata doverosamente intitolata l’antica via della Campagna che attraversa la contra’.
Anche qui, come abbiamo evidenziato per i Cerati, è opportuno sottolineare come la lungimiranza di un uomo possa incidere significativamente sullo sviluppo e sul benessere di un’intera comunità. 
L’opera fu pionieristica e forse poco compresa dai paesani all'epoca della sua istituzione, ma ai nostri tempi si rivela assai aderente alle necessità, nonché la principale risorsa occupazionale per il paese.

Oggi questo territorio, grazie alla sua posizione aperta e relativamente pianeggiante, si sta imponendo come area di sviluppo del paese, con nuovi insediamenti e lottizzazioni. Ciò avviene ovviamente a scapito della terra coltivabile, che è stata curata e custodita per generazioni , ma che oggi ha perso la sua ragion d’essere a favore di più moderni e pratici utilizzi.

La contra’ è oggi stabilmente abitata da diverse famiglie, prevalentemente dei ceppi Lucca e Bonifaci. 
Essa è in controtendenza rispetto al progressivo abbandono che sta vivendo gran parte del paese, dato che la via della Campagna sta un po’ assumendo il ruolo che ebbe la Via Regina Margherita negli scorsi due secoli, ovvero l’asse su cui si sta progressivamente realizzando la saldatura della periferia con il centro paese.  
Gianni Spagnolo
XVII-XI-MMXV



* L’erezione del casello della Dogana Veneta, allo sbocco della Val dei Mori e in prossimità dell’attuale omonima contra’, data della prima metà del 1600, quando si stabilizzò il percorso che conduceva nell’Impero lungo la riva orografica destra dell’Astico e attraverso il ponte dei Braidi e che trovò poi con la costruzione della Cavallara e della Strada Imperiale di Maria Teresa, il suo assetto definitivo.  Prima d’allora, per l’incostanza dell’Astico, la Strada di Germania passava più in alto per la Campagna e le Sléche, che dovette essere per lungo tempo l’unico ponte carreggiabile su questa frontiera. Don Giovanni Toldo, nel suo libro edito nel 1936,  testimonia come sui muri di quelle case fossero ancora rintracciabili delle feritoie per la fucileria.  Il sito strategico della Rocchetta era quindi un avamposto a difesa del territorio veneto, ma che probabilmente preesisteva all’epoca di formazione della frontiera con l’impero e risaliva al sistema di fortificazioni esistente in valle già ai primordi del secondo millennio

Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
  • San Pietro Valdastico  - Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
  • Valdastico Ieri e Oggi - Mons. Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
  • I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali  conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa -  Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso;  Mappa I; IV e Libri partite  e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con  prot. n. 01  del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
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