La contra’ dei Lucca era un tempo la
più grande e popolosa fra quelle periferiche
del paese e domina la valle presidiando
il passaggio che conduce sugli altopiani attraverso la strada della Cingella
(Singéla).
All’epoca delle mappe del Catasto Austriaco, ovvero verso la metà del 1800, l’abitato consisteva in 18 abitazioni di tipo rurale con annesse pertinenze, dislocate lungo l’asse viario. La zona è divisa in Costa Curta, sulla sinistra orografica della Val dei Mori, dove sorgono Lucca e Cucco e in Costa Lunga sulla destra, con Valeri e Baise.
Le
case sono censite tutte come coloniche, aventi cioè la consueta tipologia mista
che vedeva un pianterreno, spesso scavato nel pendio e coperto a volto, adibito
a ricovero attrezzi, stalla e cantina. Uno o due piani rialzati per la
residenza della famiglia, con accesso tramite scale esterne in pietra e ballatoi
sporgenti in legno (i podùi) e culminate in un granaio per l’essiccazione
di legumi e granaglie e per la scorta di legna.
Ci sono pochi orti in prossimità delle case e il terreno disponibile è prevalentemente condotto a pascolo o prato. L'indicazione catastale delle caratteristiche dei fondi agricoli è molto precisa e la distinzione fra prato e pascolo significa che quest’ultimo era dedicato al sostentamento di piccoli armenti praticamente tutto l’anno, mentre il prato serviva alla provvista di fieno per il bestiame più grosso e l’inverno.
All’epoca delle mappe del Catasto Austriaco, ovvero verso la metà del 1800, l’abitato consisteva in 18 abitazioni di tipo rurale con annesse pertinenze, dislocate lungo l’asse viario. La zona è divisa in Costa Curta, sulla sinistra orografica della Val dei Mori, dove sorgono Lucca e Cucco e in Costa Lunga sulla destra, con Valeri e Baise.
Ci sono pochi orti in prossimità delle case e il terreno disponibile è prevalentemente condotto a pascolo o prato. L'indicazione catastale delle caratteristiche dei fondi agricoli è molto precisa e la distinzione fra prato e pascolo significa che quest’ultimo era dedicato al sostentamento di piccoli armenti praticamente tutto l’anno, mentre il prato serviva alla provvista di fieno per il bestiame più grosso e l’inverno.
È questa una situazione già vista
per le altre contrade alte del paese e indice della rilevanza della pastorizia
nell’attività dei residenti. Non
dobbiamo però immaginarci chissà quali greggi di pecore; si trattava più di
manipoli misti di pecore e capre, animali poco tolleranti le stalle e che
venivano condoti al pascolo itinerante secondo stagione. Non c’era allora la
prevalenza dell’allevamento bovino che caratterizzò gli ultimi due secoli e le
famiglie si sostenevano con il bestiame più minuto e adatto alle risorse del
territorio.
Considerata tuttavia la posizione strategica e dominante di questi nuclei abitati, incombenti sul confine con l’Impero e sui suoi passaggi più defilati, accanto allo sfruttamento delle risorse della terra, dovette essere ben radicato anche il contrabbando transfrontaliero.
Considerata tuttavia la posizione strategica e dominante di questi nuclei abitati, incombenti sul confine con l’Impero e sui suoi passaggi più defilati, accanto allo sfruttamento delle risorse della terra, dovette essere ben radicato anche il contrabbando transfrontaliero.
Vediamo dunque com’è strutturata la contra’ nella prima metà del 1800 e chi sono i suoi abitanti:
MAPPALE
|
SIGLA
|
TIPO DI FONDO
|
PROPRIETARIO
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1451
|
L42
|
Casa colonica
|
LUCCA Domenico fu Giovanni Battista
|
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1452
|
L51
|
Casa colonica
|
LUCCA Giovanni Battista fu Pietro e
figlio Giovanni
|
|
1464
|
L39
|
Casa colonica
|
LUCCA Antonio fu Giovanni
|
|
1465
|
P46
|
Casa colonica
|
PRETTO Giovanni fu Antonio
|
|
1466
|
B10
|
Casa colonica
|
BONIFACI Stefano fu Pietro
|
|
1468
|
L43
|
Casa colonica
|
LUCCA Domenico e Giustina, fratello
e sorella fu Francesco, pupilli in tutela di Lucca Lucia
|
|
1469
|
L69
|
Casa colonica
|
LUCCA Pietro fu Domenico
|
|
1470
|
L58
|
Casa colonica
|
LUCCA Luca fu Francesco
|
|
1492
|
L41
|
Casa colonica
con porzione della corte al n. 4948
|
LUCCA Domenico fu Antonio
|
|
1493
|
B8
|
Casa colonica
con porzione della corte al n. 4948
|
BONIFACI Maddalena fu Pietro,
maritata Bonato
|
|
1958
|
L41
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964 e della corte
al n. 4948
|
LUCCA Domenico fu Antonio
|
|
1959
|
L49
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964
|
LUCCA Giovanni Battista fu Giacomo,
detto Contesso
|
|
1960
|
L68
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964 e della corte
al n. 4948
|
LUCCA Paolo fu Giovanni
|
|
1961
|
L50
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964 e della corte
al n. 4949
|
LUCCA Giovanni Battista fu Giovanni
|
|
1962
|
B4
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964
|
BONATO Domenica fu Giovanni,
maritata Lucca
|
|
1964
|
-
|
Corte e forno
uniti ai n. 1958-59-60-61-62, 4391 e 4947.
|
|
|
1965
|
L68
|
Stalla e fienile
con porzione della corte al n. 4946
|
LUCCA Paolo fu Giovanni
|
|
4391
|
L59
|
Casa colonica
con porzione della corte e
del forno al n. 1964
|
LUCCA Marco fu Giacomo, detto
Contesso
|
|
4947
|
L49
|
Prato con stalla e fienile
costruiti a nuovo con porzione della corte al n. 4948 e
della corte e del forno al n. 1964
|
LUCCA Giovanni Battista fu Giacomo,
detto Contesso
|
|
4948
|
-
|
Corte unita ai n. 1492-93, 1958,
4947
|
Promiscua
|
|
5131
|
P45
|
Casa colonica
|
PRETTO Francesco e Giovanni Maria,
fratelli fu Giuseppe
|
|
5132
|
B7
|
Casa colonica
|
BONIFACI Giovanni Matteo fu Pietro
|
Non v’è alcun dubbio che questa
contra’ sia la corte familiare dei Lucca. Delle 18 abitazioni allora esistenti,
ben 12 (67%) sono intestate a famiglie di questo cognome, 4 (22%) ai Bonifaci e
2 (11%) ai Pretto. Parimenti sono
proprietà di questi residenti tutti i fondi che circondano l’abitato. Famiglie Lucca abitano anche i vicini nuclei
dei Valeri e del Cucco, mentre i Bonifaci sono storicamente insediati nella
soprastante contra’ Baise.
Non si conosce con esattezza la data del primo insediamento fisso in questi luoghi, ma è probabile che risalga alla fine del 1500, per svilupparsi poi con vigore nel secolo successivo.
L’origine della contra’ è legata dunque a quella della famiglia Lucca (che si scrive con la doppia "c" soltanto dall’ultimo secolo, prima è sempre stata stabilmente indicata come Luca), che presenta qualche particolarità che proviamo ad approfondire in questa occasione. Come sempre la documentazione al riguardo è praticamente assente per i secoli più remoti, tuttavia possiamo tentare un processo indiziario sulle tracce che abbiamo, pur nella consapevolezza che di ipotesi verosimili si tratta e non già di verità acclarate.
Come già osservato in altre trattazioni, il cognome Lucca non compare prima del 1600, ma da quel secolo dilagò fino a diventare fra i più diffusi in paese. Il documento più antico a cui possiamo fare riferimento certo è la vicinìa per l’approvazione del Lodo Piovene del 1578. Lì i Luca non sono menzionati, tuttavia l’erezione dell’omonima contra’ dovrebbe risalire proprio a quegli anni.
Da dove provenivano?
La prima troverebbe ragione nel
presupposto che l’angusto e particolare assetto comunitario paesano e le accese dispute territoriali con Rotzo non lasciassero certo spazio a concessioni
all'insediamento di terzi. Se i Lucca sorsero quindi all’interno della comunità, dovettero
provenire da qualche famiglia esistente. La più indicata, a mio parere, è la schiatta
dei Toldo.
I Toldo abitavano stabilmente il nucleo storico del paese, come vedremo quando ne tratteremo nello specifico. Un capofamiglia dei Toldo si chiamava ser Luca q. Toldo . “Ser” a significare che era una persona di riguardo nella comunità e possidente; “Luca*” non era un nome molto tradizionale dei nostri, suonava un po’ originale e ben si prestava a divenire un soprannome qualora questo Luca avesse avuto una nutrita discendenza e si fosse reso necessario distinguerla dai collaterali. Soprannome che poté poi consolidarsi in cognome quando le famiglie crebbero e si diversificarono; una genesi comune nei nostri paesi durante i secoli XVII-XVII. Probabilmente alcuni Lucca rimasero in centro paese, mentre i loro parenti si stabilirono verso la montagna e svegrarono quel territorio. Sarebbe però questo l’unico caso di contra’ fondata da piassaroti.
I Toldo abitavano stabilmente il nucleo storico del paese, come vedremo quando ne tratteremo nello specifico. Un capofamiglia dei Toldo si chiamava ser Luca q. Toldo . “Ser” a significare che era una persona di riguardo nella comunità e possidente; “Luca*” non era un nome molto tradizionale dei nostri, suonava un po’ originale e ben si prestava a divenire un soprannome qualora questo Luca avesse avuto una nutrita discendenza e si fosse reso necessario distinguerla dai collaterali. Soprannome che poté poi consolidarsi in cognome quando le famiglie crebbero e si diversificarono; una genesi comune nei nostri paesi durante i secoli XVII-XVII. Probabilmente alcuni Lucca rimasero in centro paese, mentre i loro parenti si stabilirono verso la montagna e svegrarono quel territorio. Sarebbe però questo l’unico caso di contra’ fondata da piassaroti.
La seconda ipotesi, quella della provenienza dall’esterno, presuppone l’arrivo di quelle famiglie ai margini del paese, successivamente alla fusione con Rotzo e su terreni comunali.
Osservando bene la distribuzione delle proprietà nella Costa Curta e Lunga, possiamo individuare 4 zone: Nella parte bassa i Lucca, nella fascia a monte i Bonifaci ai Baise e ai lati i Pierotto ai Valeri e i Pretto al Cucco. Ogni contra’ un ceppo familiare: un quadro già visto!
Non c’era ragione peraltro che i Lucca si disperdessero anche al Cucco e ai Valeri, data la prossimità della loro corte principale, anche se Cucco e Valerio furono soprannomi di famiglie Lucca. Alcuni Bonifaci e i Pretto scesero poi anche ai Lucca, irrobustendo quella comunità. I Pierotto sono di provenienza foranea e li sappiamo provenienti dai Busatti di Lastebasse verso la fine del 1700, ma non quando e da dove provenissero i Lucca e i Pretto.
Questi ultimi costituivano anche
la famiglia dominante di contra’ Costa e, a giudicare dai patronimici, dovettero essere lontani parenti fra loro. Potremo
quindi concludere che è possibile che negli anni a cavallo tra i secoli XVI e XVII, successivamente alla pace con Rotzo, siano scese alcune famiglie
di pastori dall’Altopiano per stabilirsi sui terreni più marginali e elevati
del paese, dissodandoli e fondandovi delle comunità; Costa, Lucca e Cucco, per
l’appunto.
A questo punto l’insediamento di contra’ Baise dovette essere successivo, e condotto dalle famiglie paesane delle contra’ più settentrionali (Gianesini/Bonifaci) su terreni avuti forse in concessione dal comune. Pretto è un cognome che ricorre nei paesi vicini, mentre Lucca è del tutto autoctono.
La posizione della contra’, situata strategicamente su un varco nel passaggio per la montagna, potrebbe far pensare ad una derivazione dal cimbro "Lucha", che ha appunto significato di passaggio, varco, breccia d’un recinto.
A questo punto l’insediamento di contra’ Baise dovette essere successivo, e condotto dalle famiglie paesane delle contra’ più settentrionali (Gianesini/Bonifaci) su terreni avuti forse in concessione dal comune. Pretto è un cognome che ricorre nei paesi vicini, mentre Lucca è del tutto autoctono.
La posizione della contra’, situata strategicamente su un varco nel passaggio per la montagna, potrebbe far pensare ad una derivazione dal cimbro "Lucha", che ha appunto significato di passaggio, varco, breccia d’un recinto.
Probabilmente le restrizioni
confinarie causate dalle pestilenze e dalle tensioni politiche del 1600,
favorirono il contrabbando e quindi lo sviluppo di questi abitati e della loro
popolazione.
Sarebbe interessante poter ricostruire le vicende delle famiglie lungo il decorso dei secoli, perché ci darebbero il polso della vera Storia, la nostra storia, evitandoci di restare arenati sul terreno delle ipotesi.
Per quel che vale, io propendo più per la prima ipotesi, cioè che i Lucca derivino da un ramo dei Toldo.
Sarebbe interessante poter ricostruire le vicende delle famiglie lungo il decorso dei secoli, perché ci darebbero il polso della vera Storia, la nostra storia, evitandoci di restare arenati sul terreno delle ipotesi.
Per quel che vale, io propendo più per la prima ipotesi, cioè che i Lucca derivino da un ramo dei Toldo.
Sulla stretta e panoramica curva domina la fontana coperta con i due lavatoi in cemento. Ce n’era un’altra di antica che troneggiava nella piazzetta sotto al capitello della Madonna, dove si svolgeva la socialità della contra’ e si abbeveravano gli uomini, le bestie e i muli dei cavalàri.
Anche questa fontana, come in altri luoghi del paese, fu abbattuta per adibire l'area ad anonimo parcheggio.
Gianni Spagnolo
XXX-XI-MMXV
* Ancora nel 1840, la casa più grande e centrale del paese (mapp. 2043)
era proprietà di un Luca Luca q. Francesco; unico in paese a portare questo
nome e il maggior possidente di questa stirpe, intestatario di una abitazione
anche ai Lucca e di notevoli proprietà agricole sparse per il territorio.
Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
- San Pietro Valdastico - Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
- Valdastico Ieri e Oggi - Mons. Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
- I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa - Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso; Mappa I; IV e Libri partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
- E fatto divieto di riproduzione e ulteriore divulgazione in qualsiasi forma e modalità.
Interessante, ma come la mettiamo con la storia dei Lucca singani che ci ha raccontato Lino e poi ripresa da te?
RispondiEliminaImmagino ti riferisca a quel vecchio post dove ricamavo un po’ su uno precedente di Lino in cui riferiva una vecchia tradizione raccolta dallo zio che farebbe risalire la fondazione dei Lucca ad una famiglia di girovaghi magiari. Cosa vuoi, in assenza di certezze documentali, noi registriamo tutto; poi uno ritiene quello che crede.
RispondiEliminaLe cose tuttavia potrebbero anche non essere contraddittorie, dato che è possibile che elementi foranei siano stati “naturalizzati” dalla contra’ e che il fatto, mitizzato, sia rimasto nella memoria (una famiglia, evidentemente, non tutta la popolazione). Un tempo capitava anche questo nelle piccole comunità, dove coincidevano il nome del luogo e il cognome degli abitanti. Nemmeno tutti i Nicolussi di Luserna discendono dallo stesso capostipite, pur portando lo stesso cognome.
E mi poareto, ca me gero tanto lusingà d'aver na pora xia singana....
RispondiEliminaSimpaticissimo Don, è una domanda seria e per me importante, posso sapere chi era la tua zia singana dei Lucca????????Floriana
EliminaMa si capisce, ma chère Flory, si chiamava Maria.
EliminaLavoro pregevolissimo,Gianni.Cose molto condivisibili,altre meno.
EliminaL’ abbate Agostino dal Pozzo (*1732 +1798) nelle sue ‘Memorie Istoriche dei Sette Comuni Vicentini’ (Opera Postuma – 1820) a pagina 103 scrive:
RispondiEliminaÈ fuori dubbio che un sacro bosco copriva quasi tutte le falde meridionali de’ Sette Comuni, dall’Astego sino al Brenta. Ciò ricavasi dai nomi di villaggi, che poi sorsero in quella costa. Uno di essi è Lugo, da Lucus, cioè bosco folto, un altro è Salzedo, dal latino Salicetum che vale bosco di salici, e il terzo è S. Luca, che sino al 1600 trovasi nominato vicus sancti Luci, borgata o contrada del santo bosco, e la sua chiesa dedicata a S. Giovanni Evangelista dicevasi Ecclesia S. Joannis de S. Luco. Gli abitanti, forse per suggerimento del Vescovo, affine di togliere questo monumento di superstizione, innalzarono in essa Chiesa un altare anche all’Evangelista S. Luca, facendolo contitolare della medesima, onde quel luogo d’allora in poi s’incominciò chiamare la Chiesa e il villaggio di S. Luca. Il quarto si è Lusiana, uno de’ Sette Comuni che certamente è nome corrotto di Lucus Dianae, bosco di Diana, Dea dei boschi presso i Greci e i Romani. Sul colle che sovrasta alla Chiesa di questo villaggio si scorgono ancora vestigj di una fabbrica, che sarà stata forse il tempio di questa falsa Deità. Scrive Strabone che nella Venezia v’erano due sacri boschi famosi, uno dedicato a Giunone, l’altro a Diana. Ecc. ecc.
E se Luca all’origine si riferisse ad uno di questi boschi sacri?