Lo confesso, trascorrono giorni e giorni senza che riesca a
stare un pochino davanti a quest’aggeggio (confesso pure che fatico tuttora a
chiamarlo computer perché, termine a parte, stiamo davvero precipitando quasi
allegramente in un inglese che sostituisce quotidianamente le parole della
nostra splendida lingua italiana... e pensare che, in più di un paese
“nordico”, la stanno studiando a scuola come seconda lingua proprio per la sua
ricchezza!), e quindi trascorre ancora più tempo prima che apra il cosiddetto
“blog” per vederne curiosità o novità. Da “valpegarese” o “valpegarota” d.o.c.
(denominazione origine controllata, quindi..italiano!) mi ha molto rattristato
quanto è stato scritto da Lucia sulla ricorrenza di santa Barbara e mi han
rattristato pure i molti commenti, qualcuno dei quali pure anonimo. Il 4
dicembre scorso, dopo essermi interessata con una telefonata, sono corsa in
velocità alla S. Messa delle 17.30 nel “vecio casélo” (ero a Piovene con mio
nipote che seguo per i compiti e da nonna) poi, altrettanto in velocità, ho
salutato e sono rientrata perché mi era impossibile trattenermi come
solitamente cerco di fare, ma, anche quest’anno, sono riuscita ad essere
presente. La sensazione è stata che ci fossero parecchie persone, e pure più
“giovani” della media abituale (la mia compresa)… ho persino letto quanto
prevedeva la liturgia, considerato che nessun altro si faceva avanti, e l’ho
fatto con piacere, ed al momento della consacrazione, quando don Giorgio ha
pronunciato le parole “prendete e mangiate..” sollevando il calice invece che
l’ostia, e trovandosi poi ovviamente ingarbugliato, decidendo alla fine di
sollevare contemporaneamente calice ed ostia, ho sorriso tra me pensando che
nostro Signore, con santa Barbara, aveva già rimesso Lui tutto a posto. Oggi,
giorno dell’Immacolata Concezione, sono andata alla Messa a Forni, perché
quella è la chiesa dove sono stata battezzata e questo è giorno di festa
particolare per quella comunità, che è pure la mia. Domattina, giorno del mio
compleanno, spero di salire al casone diroccato del nonno, tra i boschi sopra
Valpegara, per fare il piccolo consueto presepe sotto l’antico volto… quella è
la mia terra, là sono le mie radici, che sono tuttora ben salde e si nutrono di
ricordi che non possono esaurirsi, ed io non voglio che quella mia terra sia
inospitale, verso alcuno. Ogni anno mi riprometto di cercare di fare qualcosa
perché la ricorrenza di santa Barbara torni, almeno un po’, ad essere come
quand’ero bimba e ragazzina, quando quella minuscola piazza accoglieva tutti,
quando Bonato (gelataio) con il suo carretto, distribuiva semplici, ma bramate
specialità, quando la gioia di stare assieme era palpabile e diretta e scaldava
il cuore di tutti, dei “valpegaroti” come dei tanti che arrivavano da molte
parti diverse… proviamoci! Nel frattempo, da valpegarota quale sono, e fiera di
esserlo, mi scuso io con Lucia, che tra l’altro, come immagino sappiate, è la
moglie di mio cugino Antonio ed è persona a me carissima. Mamma era da
Pedescala e papà da Valpegara e quando si sono conosciuti non c’era solo
l’Astico a fare da… barriera, ma i ponti, ogni ponte, è realizzato per unire,
mai per dividere… non prendetemi per una sdolcinata, credete, non lo sono
proprio, ma costruiamo una buona volta ponti nei nostri cuori in modo che ogni
altro venga da noi, e noi dagli altri: di che mai abbiamo
paura?
Felice cammino a tutti e a te, Lucia, un abbraccio.
Ada
Grazie Ada per questo racconto misto a pensieri, ricordi e moniti... noi solitamente sappiamo comprenderci con uno sguardo e abbiamo tanto in comune , come sai bene, sei sempre nel mio cuore, Lucia
RispondiEliminaGrazie Ada. Sono fiera che, anche tu, rivendichi la tua appartenènza a Valpegara. Questa contrà ha un passato fatto di persone che meritano il nostro rispetto per il loro lavoro, le lore sofferenze, la loro vita. Poco a poco hanno costruito la storia della valle, con tutti gli altri abitanti della valle. Cerchiamo tutti di continuare la loro opera in buona armonia, come hanno saputo fare loro.
RispondiEliminaBrava Ada, tignili de ocio sti scalsacan chive. Elora vanti col Genio Pontieri, dei nemo ah. I me ga ito che algiri el Sera, su ala Regola de Casoto el ga imbastio su proprio na bela mostra con tante foto anca da fora Impero e parfin, robadamati, de Valpegara. Desso pianpianelo bion che ve su anca ai Tamburinari, ai Sela e vanti a ciapar rento tuta la vale, cussita saltarà for qualche altro candalostrega de comentatore, sonò a se ridusemo a magnar la polenta nel caliero. Vutuvedare che no ghe sarà mia na Odette ai Pon o un Alago ale Carote? Sursum corda!
RispondiEliminaai Pon ghe sara fursi S-poncio ; el so caro bis alle carote. Prove sonare ai campaneli chi ven fora
Eliminaal 4 ?
EliminaMah, come ragazza pon pon forse s'addice più l'Odette. Poi c'è una lunga carotta cieca e scalza con un giaccone cerato che erra per la valle in sella a una cavalla bassa e con un bel fiore in mano.
EliminaGiacon spalmato di cera o di oro ? Bellissimi i fiori in tutte queste contrà !
EliminaDon, teghè sgamà la dx Astego, trane i Sela, perchè s'te preferense, ah?
EliminaTonòna! Varda chel gà ciapà rento anca iGiacuni, osito orba oltre che sorda?
EliminaJustoponte xe parche a trovemo Giacon a Ponteposta e anca alle Carotte, cari.
EliminaДора.............il faut toujours chercher la femme............
Don, dove mitito quela masochista piegora della Vale che la-se rifugia nella grotta sora el sojo, tana de volpe? E parchè notene disi de Luca el grando, chel gà cavà l'asta bassa dal barco, par farla a tochi e brusarla ntel forno ai pie dela scala?
EliminaQua non capisso na càvra ! Forse xe parchè non ghe xe tanta luce in dissembre ?
EliminaAda, varda chei se gà desmentegà del to presepio, gnanca messo intela mapa del concorso... fursi par non farli spantesàre su pai sgrebani per rivare al baito??? O fursi par farte dispèto?
RispondiEliminaSu Santabarbara cara mia, tefè finta anca ti! Le gera le bale che "scaldava il cuore di tutti", no altro!
Vito che desso, con poco vin, poca ze la festa?! E se riva la giornalista ghe toca scapàre???