giovedì 9 settembre 2021

Tanta gente, tanta tera, poche case; poca gente, poca tera, tante case.

 

Contra' Lucca e Pertile nel 1809

Al giorno d'oggi si parla tanto di consumo di suolo, specie nella nostra regione, che vanta purtroppo un primato non invidiabile.  S'è costruito a man salva e senza criterio negli anni dello sviluppo economico, per trovarci ora con un patrimonio immobiliare ridondate e avviato alla malora. Anche il nostro paesello è cresciuto in periferia, come un vecchio moraro, ritrovandosi ora con il centro vuoto e abbandonato e gli abitanti concentrati su contrade periferiche, come anche alcuni servizi. 
Un tempo si edificava in posti marginali e scomodi per lasciare quelli piani ed agevoli alle coltivazioni; ne andava della vita. Bastava una stanza per famiglia, o poco più, con il resto in comune; con i figli piccoli sistemati sotto i letti o addirittura nei cassetti. É eloquente guardare le vecchie foto per capire quale fosse il rapporto fra la popolazione ed il numero delle abitazioni, e questo fino all'era moderna, quando fu superata l'economia di sussistenza. Infine il cordone ombelicale con la terra s'è irrimediabilmente rotto, non si è più consapevoli del rapporto di causa/effetto: quel che non serve oggi si butta, o si abusa. La terra non è più un valore, ma un cespite qualsiasi, anzi, ormai neppure più questo. 
Sono cambiati i bisogni, questo è certo, ed ogni epoca deve fare i conti con le sue priorità. Però credo che dissipare sia sempre sbagliato, a prescindere. Quello che è un bene oggi potrebbe non esserlo più domani e quello che oggi sembra inutile, potrebbe tornare comodo in altre circostanze. Educati al progresso continuo e inarrestabile, potremmo trovarci in avvenire qualche sorpresa dovuta alle dissipazioni dell'oggi.
La mappa sopra data degli inizi dell'Ottocento e mostra la situazione delle contra' Lucca e Pertile. Un paio sono le abitazioni di contra' Galina, un paio quelle dei Pertile e una quindicina quelle dei Lucca, che appare molto frazionata in piccole unità abitative che comprendono anche le stalle. L'unica strada d'accesso è il vecchio saliso che sale dal bivio dei Pertile, dato che la carrozzabile in costa verrà costruita solo alla fine di quel secolo. Ebbene, sono passati solo un paio di secoli da quella situazione, poca cosa se rapportata ai tempi dell'evoluzione umana, moltissima se confrontata con le trasformazioni intervenute, soprattutto in considerazione del fatto che il numero degli abitanti, mutatis mutandis, è tornato ad essere grossomodo lo stesso.

3 commenti:

  1. Giulio
    Vorrei fare una domanda e portare qualche precisione.
    Come si vede sulla mappa il nome della contra Lucca e scritto con una sola c. Non so se Gianni oppure qualche lettore ha una spiegazione a questo cambiamento orthografico? Quello che io ho come informazione,dopo avere fatto delle ricerche per la realizzasione del’albero geneoalogico,posso dire che.
    Luca Pietro Paolo nato nel 1796,suo figlio Luca Antonio di Paolo nato nel 1842 e il figlio di questo Luca Paolo Antonio ( mio nonno) nato nel 1870 havevano il cognome Luca con una sola c. A partire da qui tutti i figli di mio nonno si chiamano Lucca
    con due c.Non ho nessuna spiegazione a questa modifica ! Forse un errore di scritture? forse una volonta générale voluta visto che anche il nome della contra passa da Luca a Lucca con due c.
    Nel suo articolo Gianni parla della contra Galina non so se tutti sanno dove si trova? Sono quelle ultime 4 case della contra Lucca, prima dell’inizio della congela.

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    1. Grazie della precisazione Giulio, forse dò troppo le cose per scontate. La contrà Galina, vecchio soprannome dei Pretto che vi abitavano, sono proprio le ultime case dei Lucca salendo verso la Singela.

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  2. Ciao Giulio, posso dirti che il cognome e il nome della contra’ furono sempre scritti LUCA, con una “c” sola, per tutto il periodo veneziano e austriaco, acquisirono la doppia “c” solo verso la fine del Milleottocento. Credo che il passaggio si ebbe dopo il 1866 con l’anagrafe del Regno d’Italia, dove, per evitare confusioni col nome proprio o per il fatto che l’ufficiale dell’anagrafe fosse magari foresto e non conoscesse la situazione locale, il cognome venne iscritto in base alla fonetica ascoltata. Successe l’opposto al cognome CERATO, in passato frequentemente scritto CERATTO o CERATTI con la doppia “t”. In mancanza di documenti personali, capitava che il cognome venisse scritto come lo intendeva il funzionario dai diretti interessati, se questi era italiano e magari meridionale, le doppie ovviamente prevalevano sulla dizione veneta che non le contempla.

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