[Archivio F. Lorenzi] |
【Gianni Spagnolo © 21C16】
Credo di essere fra gli ultimi, se non l'ultimo, nato nel comune di Valdastico e ad averlo esplicitato sulla carta d'identità. Come me, parecchi cosiddetti babyboomer nati nel ventennio fra il 1941 e il 1961 in cui il comune di Valdastico, anch'esso neonato, era prodigo di vita e di speranza e si nasceva ancora in casa. Prima d'allora si veniva al mondo sotto l'egida di Rotzo e dopo, da signori, all'Ospedale Civile di Thiene o di qualche clinica di emigrazione. Poi questo nome passò all'autostrada A31 e uscì dalla Valle, ma questa è un'altra storia.
Nessun paesano s'è tuttavia mai sognato di chiamare il proprio figlio con il nome del comune. Valdastico era un'entità amministrativa un po' raffazzonata, nata dall'unione degli abitati della valle, geograficamente contigui, ma mai del tutto affratellati. Unità che s'è poi lacerata ed è tuttora in fase di normalizzazione, complice più che altro lo spopolamento e l'invecchiamento della popolazione, nonché la carenza di prospettive.
Perciò Valdastico, a differenza magari del pur esotico Vladimiro, non ci stava proprio come nome di battesimo e stupisce assai che invece sia stato scelto appositamente da un foresto; addirittura gratificandolo poi con l'attributo onorifico di "don". Ecco dunque nel documento di apertura, datato 1992, spiegata l'avventura di don Valdastico Pattarello, classe 1917, da Vetrego di Mirano, il cui padre fece ciò che nessun di noi avrebbe mai osato.
Pensa se papà e mamma fossero stati entusiasti di soggiornare a Casotto!!!
RispondiEliminaMa Casotto esiste come cognome..
EliminaCi pensate:
Come si chiama?
Valdastico Casotto.
Ok, ora è chiaro perché ha torturato i propri genitori :)