domenica 28 marzo 2021

Combattenti col pennino

Archivio F. Lorenzi

【Gianni Spagnolo © 21C15】

Ecco qua che Tita, classe 1908, lo scolaro che ci mostra orgoglioso il suo diploma, raggiunge la maturità al quarto anno di istruzione elementare, ottemperando così all’obbligo di legge.

L’anno del conseguimento, il 1919, è particolarmente evocativo. L’Italia è appena uscita vincitrice dalla Prima Guerra Mondiale, ma Tita le sue scuole le dovette fare da profugo fra Barbarano e Castegnero. Sfollato a sette anni con la famiglia, proiettato in un contesto del tutto nuovo, precario e foresto. Torna in paese a dieci anni e lo trova devastato e tutto da ricostruire. Il primo inverno lo passa nei ricoveri rappezzati alla bell’e meglio con i tavolati delle baracche austriache. Quello fu anche fra gli inverni più rigidi della nostra storia recente; in più imperversava l'epidemia di influenza Spagnola, che di morti, fra la popolazione civile prostrata, ne faceva più della guerra. Certamente nulla al confronto dei disagi che devono subire oggi gli scolari alle prese con la DAD e tutte le privazioni psicologiche ed emozionali del lockdown. Mentre sulle montagne di casa i nostri combattevano portando alta la penna per la grandezza della Patria, Tita, nel suo piccolo, aveva combattuto col pennino e anche lui aveva raggiunto la sua piccola vittoria. Eh si, ciò. Ancamassa!

Fino al 1860, in Italia non c’era l’obbligo scolastico, che venne introdotto proprio quell’anno con la Legge Casati. In quel periodo l’istruzione elementare divenne gratuita, ma obbligatoria solamente per i primi due anni su i quattro totali. Tali scuole erano però presenti solo nei borghi con più di quattromila abitanti  o sedi di istituti di istruzione secondaria. Quest’ultima esisteva in tutti i capoluoghi di provincia e comprendeva l’istruzione secondaria classica e quella tecnica. Si poteva accedere all’università solamente completando il ciclo d’istruzione classica.

Bisognò attendere il 1877 per veder promulgata la Legge Coppino, che portò l’istruzione elementare da 4 anni a 5 e l’obbligo scolastico a tre anni. Fu questa una direttiva che contribuì grandemente ad innalzare il tasso di alfabetizzazione nazionale. Nel 1904 la Legge Orlando estese l’obbligo scolastico fino ai 12 anni ed obbligò i comuni ad istituire istituti elementari almeno fino alla quarta classe. La legge Daneo-Credaro del 1911 portò alla statalizzazione delle scuole elementari, fino a quel momento gestite dai comuni, seguita infine nel 1923 dalla riforma Gentile. 

Il Veneto però entrò a far parte del Regno d’Italia solo nel 1866, mentre prima, come Regno Lombardo-Veneto soggetto alla Corona d’Austria, si trovava in una situazione migliore, almeno dal profilo dell’istruzione obbligatoria. Il regolamento austriaco, già  dal 1818, delineava infatti l'istruzione offerta da tre tipi di scuole, con l'istruzione elementare obbligatoria dai sei ai dodici anni: le scuole elementari minori (due anni, a carico delle casse comunali); le scuole elementari maggiori (tre anni per le femmine, quattro per i maschi, a carico dell'erario) e infine le scuole elementari tecniche (attivate non prima di dieci anni, destinate ai maschi e a carico dell'erario).




7 commenti:

  1. Come sempre grazie per questi documenti importanti della nostra storia anche come riferimento al valore della scuola nella nostra Valle divisa tra il Regno d'Italia e l'Impero Asburgico.In quest'ultimo l'obbligo scolastico venne istituito nell'anno 1774 per espressa volontà della Imperatrice Maria Teresa che riteneva la scuola valore primario per"LA FELICITA'DEI POPOLI".Le materie principali di studio erano: Religione,educazione,storia,geografia,aritmetica,bella scrittura,letture edificanti.Le maestre,inizialmente,erano munite di"patente di nubilato"per dedicare ogni loro affetto esclusivamente alla scuola.

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  2. Sul foglio di congedo illimitato da militare (1937) di mio padre (classe 1913) c'e scritto "Sa scrivere e leggere", una informazione molto importante a quei tempi quando l'analfabetismo era ancora diffuso tra i giovani, Equivaleva ad avere una specie di diploma. Oggi corrisponderebbe a "Sa usare il computer, Facebook, Instagram, Tweet, corrispondenza elettronica ecc.".... Ma sta disimparando a scrivere e mano. Forse fra qualche
    decennio, sul "curriculum" delle persone si potrà leggere "E' stato sulla Luna" e.... "Sa scrivere a mano".
    Anonimo

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  3. Parlando di scuole e dell'istruzione dell 800 e dopo, vorrei sapere se le scuole di Valpegara erano state costruite dalle autorità italiane o da quelle austriache. So bene che fino al 1918 il confine passava a Casotto.... ma dall'altra parte del'Astico, fino a dove arrivava l'amministrazione austroungarica?
    Anonimo

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    1. Abbiamo la foto della inaugurazione delle scuole di Valpegara,con la bandiera Italiana (a scudo sabaudo, allora...)che sventola... Anno 1924, credo.
      Scatto del grande fotografo di Valpegara, Emilio "Baruchei"...

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  4. Rispondo alla richiesta di Anonymous:I' Astico era confine di Stato fino al termine della prima Grande Guerra.Da noi le mappe storiche, custodite presso il Catasto di Trento, indicano con chiarezza che il punto di confine era posto alla metà dell'asta torrentizia;mappe a volte purtroppo sovrapposte tra di loro con vanto di diritti di proprietà contestati a volte oggetto di contenziosi di cui si conserva memoria anche per la forte reciproca antipatia tra i contendenti.Altro limite di confine Imperiale era la Valle Torra in Comune di Casotto.Le scuole di Valpegara,a questo punto,non potevano che appartenere al Comune di Forni.

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  5. Che emozione rivedere la pagella di mio papa'.Abbiamo anche ,tutto a colori l'atestato della Prima Comunione.Ricordo a chi legge che mio papa' poi ha scritto il diario delle tribolazioni in Liguria in cerca di lavoro,quello che ho letto alla Festa dell'Emigrante qualche anno fa.

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  6. Bravo Gianni ottimo articolo complimenti grazie

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