martedì 30 marzo 2021

TASI et IMU, ... l'héritage de Napoléon

【Gianni Spagnolo © 21C25】

Fra il maggio e il settembre del 1812, quando i geometri Sovico e Albertoni, operarono dalle nostre parti, non furono probabilmente accolti in pompa magna. Erano incaricati nientepopodimenoche da Napoleone Bonaparte Imperatore di mappare il territorio del comune e farne il censimento catastale. Comune di Rotzo, Cantone e Distretto di Asiago, Dipartimento del Bacchiglione: erano queste le nostre nuove coordinate. L’intento era ovviamente quello di usarlo poi come base per le imposte, che la subentrante amministrazione foresta aveva evidentemente intenzione di gestire in modo differente da quanto fatto dalla Serenissima. 

Il Veneto Dominio s’era infatti eclissato già una dozzina d’anni prima, dopo aver garantito per secoli privilegi ed esenzioni fiscali alla nostra gente. Le uniche cataste che conoscevano i Nostri erano perciò i mucchi delle bóre accatastate in montagna o lungo l'Astico, che peraltro da noi si chiamavano tassùni, che sì, avevano pur essi un'omofonia con le tasse, ma di schéi ne portavano, invece di cibuscàrli. Catasto dovette sembrare perciò un parolone foresto che inpienàva la boca, affine alla bestemmia.  

I solerti agrimensori non si persero comunque d’animo e s'apprestarono a catalogare ogni appezzamento di terreno ed ogni casa secondo i moderni protocolli e le direttive ricevute da cotanto Imperatore. Il comune di Rotzo dovette mettere a loro disposizione delle persone che conoscessero bene il territorio e che li assistessero nelle rilevazioni e così affiancò loro gli indicatori comunali: Gio:Mattio Stefani, Gio:Battista Caldiraro e Cristiano Spagnolo, tutti di Rotzo e ciauscanti, ma comunque in grado di leggere, scrivere e interloquire con quei tecnici foresti. 

Il territorio paesano fu suddiviso grossomodo in fette che andavano dalla Val della Torra a quella di Rigoloso e che furono identificate come segue:

1. Pian della Torra;

2. Costalonga;

3. Costa;

4. Delle Rive;

5. Del Rovere o Lucca;

6. Nogara Sagliega o Parsoli;

7. Isole;

8. Aretta o Tagliara;

9. Dal Brolo;

10. Vegre;

11. Costa;

12. Pralungo;

13. De Masi;

14. Pisacqua;

15. Maso;

16. Cerati.

Per ognuna delle particelle fondiarie o immobiliari ricadenti nelle varie zone  era poi indicato la natura del terreno (zappativo, arativo, riva in costa, ronco, novale, ecc.) o dell’abitazione, la sua estensione e il nome del proprietario. La maggior parte dei toponimi sono facilmente riconoscibili, salvo forse il 6), che dovrebbe corrispondere all’attuale zona delle Scuole/Casetta Pro Loco; il 7) forse riferito ai Pré de l'Astego; il 9) che non saprei individuare; e il 13/15 che potrebbero riferirsi ai Rìghele e al Poéjo.

Lasciamo dunque i più duri da gratare a scervellarsi per individuare il posto della Nogara Sagliega, della Tajara*, del Brolo** e degli altri siti, ruscando fra i file del loro vecchio floppy dagli ormai radi peli. 

Agli amici emigrati in Francia, che si lamentano delle tasse che gravano sulle seconde case al paesello, è doveroso precisare che è tutta colpa di Napoleone, parvia che se lora nol ghésse tenpelà la Serenissima, desso noi pagaria proprio on casso***, conpagno de stiàni. ;-))

* In veneto significa tiglio. ** In veneto significa orto cintato. *** In veneto significa pezzo di casa.







4 commenti:

  1. c'è sempre la possibilità di abolire la tassa se non conviene allo Stato.

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  2. Costalunga ma cè anche Costacorta

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  3. Non so fare una tribuna letteraria come spesso Gianni sa scrivere ! Pero leggo sempre con molto intéressé i suoi scritti. Per questo desidero portare il mio giudizio su l’articolo qui sopra. In effetti mi ha sorpreso il contenuto dell’ ultimo paragrafo. Non vedo il rapporto tra l’azione di Napoléone che allora era alla testa dell’ armata Italiana con il pagamento dell’IMU che l’Italia chiede agli amici Francesi e altri emigranti proprietari di un bene (qualsiasi) nel nostro bel paesello. Se le leggi promulgate da Napoleone non stanno bene al popolo, si puo chiedere di abolirle! Come e possibile, che dopo piu di 2 secoli si debba ancora cercare un colpevole. Nel romanzo i Miserables di Victor Hugo c’era un adolescente che si chiamava Gavroche ,sulle barricate durante la rivoluzione gridava sempre ,cantando che per i evvenimenti che andavano male era sempre la colpa di Voltare e Rousseau ( filosofi Francesi di allora) . Non so se e nella natura umana ,ma sistematicamente per le cose che vanno male la colpa e sempre degli altri!!! Non penso che gli amici Italiani se dovessero pagare una tassa che considerano ingiusta starebbero zitti ? Mah forse !! Detto questo fino a qualche anno gli emigranti propriétari non pagavano l’IMU se erano inscritti a l’AIRE e pensionati, la loro casa era considerata prima casa ,come tutti i proprietari del paese non si pagava l’IMU,punto e basta. Tengo a precisare che in commune ci sono ancora piu di 500 emigranti inscritti a l’AIRE, l’Emigrazione Italiana e stata la piu grossa industria economica per il paese per quasi un secolo.Oggi siamo piu di 5 milioni di emigranti nel mondo ad avere il passaporto Italiano ,solo in Francia in questi 3/4 ultimi anni piu di 200 000 Italiani sono arrivati per lavoro e non siamo i piu numerosi in Europa .Se questi sono proprietari di una casa in Italia le viene considerata come seconda casa dallo stato Italiano, non so cosa dire!! Pero penso che siamo lontani dalle leggi di Napoléone. Si potrebbe dire una cosa qui in Francia " Il a bon dos Napoléon "

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    1. Caro Giulio, grazie per l'apprezzamento, ma capirai che la mia era una piccola provocazione goliardica su un argomento che so essere fastidioso per molti. Probabilmente t'è sfuggito l'emoticon finale ";-))" che metto appunto per evitare che quanto scritto venga preso alla lettera. Figurati se Napoleone, a distanza di due secoli, possa essere incolpato delle imposte attuali o che Venezia avesse ipoteticamente mantenuto le antiche esenzioni. Io uso spesso l'ironia per sdrammatizzare gli argomenti e renderli meno noiosi, spero questo si capisca.

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