sabato 27 marzo 2021

Un sentito appello

La foto di nonno Giovanni e nonna Teresa con mio padre bambino è stata scattata nel 1942. Nella seconda mio nonno è l'uomo in centro, mentre nella terza sta leggendo il giornale durante una pausa dal lavoro. Nell'ultima mia zia Giovanna Toldo, la figlia nata dieci giorni dopo la sua morte.






Buongiorno a tutti i lettori del blog.

Innanzitutto ringrazio di cuore Carla e Gianni che mi danno la possibilità di fare il seguente appello.           

In breve, sto cercando notizie su mio nonno paterno, Giovanni Toldo "Godi", e di  persone che potrebbero aver lavorato al suo fianco in Albania (a Tirana) o averne sentito parlare, anche indirettamente, a vario titolo.

Mio nonno era nato il 4 settembre 1910 a San Pietro Valdastico, nella casa in via S. Barbara (di fronte al Capitello di San Marco), da Toldo Giuseppe e Toldo Augusta. Si sposò nel 1938 con Fontana Teresa "Traca" di Valpegara. L'anno successivo, nella stessa abitazione, nacque il primo figlio: mio padre Antonio. Una lettera inviata dal nonno alla famiglia documenta il suo impiego come carpentiere in quell'anno a San Didero (TO).

Con l'occupazione dell'Albania da parte dell'Italia, molti nostri operai furono, però, inviati temporaneamente in quel Paese. Tra questi, mio nonno, che partì per lavorare - sempre come carpentiere - alla costruzione della "Casa del Fascio" (oggi Politecnico Universitario della capitale albanese). La sua prima lettera da Tirana in nostro possesso porta la data del 6 aprile 1941.

L'anno successivo ritornò a Valdastico e poté riabbracciare i suoi cari. Di quel breve periodo mio padre ricordava con commozione di essere stato accompagnato da mio nonno alla Basilica di Sant'Antonio a Padova, dove ricevette in dono un giocattolo in legno: piccole oche su rotelle che conserviamo tuttora.

Alla fine del 1942 il nonno dovette tornare a Tirana: la famiglia stava crescendo e la povertà pure. Qui, purtroppo, lo attendeva un terribile destino: un brutto incidente sul lavoro presso la  'Società Forbeton' lo costrinse al ricovero all'Ospedale "Bruno Mussolini" di Tirana. Le sue ultime strazianti lettere testimoniano il graduale peggioramento delle sue condizioni, che lo portarono a morire nel primo pomeriggio del 26 febbraio 1943. Dopo soli dieci giorni, a Valdastico, sarebbe nata sua figlia, mia zia, alla quale venne dato il nome del padre.

A causa della Seconda guerra mondiale in pieno corso e dei successivi travagli interni all'Albania, le sue spoglie non fecero più ritorno in patria. Al cimitero di San Pietro Valdastico, sulla lapide della tomba in cui riposa la sua famiglia (tra cui suo figlio, il mio caro papà) è stata amorevolmente affissa anche la sua foto, ma il nonno di fatto non riposa lì.

Da qui il mio bisogno di ricerca, che si muove su più canali, tra i quali questo utile blog tanto seguito. 

Per cortesia, chiunque avesse informazioni al riguardo, anche indirette, mi contatti all'indirizzo: paola.toldo@virgilio.it o su Facebook (Paola Toldo Slaviero).

Grazie

Paola

4 commenti:

  1. Grazie Paola, sono tanto commossa...ti ammiro per la tua determimazione nella speranza di ottenere qualche ulteriore notizia sul nostro povero nonno, e di poter leggere il tuo appello proprio oggi, giorno del triste anniversario del nostro indimenticabile papà...

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    1. Antonella, spero si possano aggiungere dei tasselli alla storia che sto ricostruendo, anche perché so per certo che il nonno era in Albania con altri compaesani, di cui, però, non conosco i nomi. Forse i loro figli, nipoti o conoscenti ne avranno memoria.
      Certo, il nostro pensiero va poi oggi al caro papà Antonio, scomparso proprio 14 anni fa.

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  2. le persone non muoiono mai se le teniamo nel cuore. possiamo perdere la loro presenza la loro voce... ma quello che abbiamo imparato da loro,e quello che hanno lasciato, non lo perderemo mai

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    1. Caro Amelio, hai proprio ragione. Per questo la Memoria dei nostri cari è importantissima.

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