Ieri passando per la piazza di S.Pietro c ‘erano dei signori che dopo aver percorso la ferrata cercavano un posto dove sedersi(una panchina e un tavolo)per poter ristorarsi!e’ n previsione qualcosa?o si devono sedere sui scalini della piazza?alla casetta della pro loco non c è possibilità di avere Un piccolo spazio?
Non sono ancora a norma, per esempio: manca la segnaletica di preavviso! Inoltre, alcuni cartelli che limitano la velocità sono carenti o contradditori.
Dove non c è segnaletica che indica i limiti di velocità , sulle strade extraurbane il limite è 90 kmh. I centri urbani indicati da un cartello con scritta in nero su sfondo bianco, il limite e 50 kmh. , salvo diversa prescrizione .
Vuoi sapere se gli autovelox funzionano? Semplicissimo. Supera il limite di velocità e se ti arriva la multa vuol dire che funzionano. O meglio ancora, rispetta il limite di velocità e così non devi preoccuparti di sapere se funzionano o no. Anonimo
grande risposta.....magari se supero il limite e non mi arriva la multa, potrei pensare a cosa cavolo servono....ma io i limiti li rispetto caro anonimo delle 08:16...vedro' di capire se effettivamente funzionano in modo diverso...Se cosi' fosse,sara' un investimento per la sicurezza. Diversamente, puoi incorniciare la tua ,ripeto, splendida risposta...
Riallacciandomi alla domanda dell'anonimo del 13 Aprile, se non ricordo male,a Forni c'era una canonica (non so se attualmente e' ancora bene invenduto),di dimensioni sicuramente atte a dare accoglienza a tale progetto. Perche' non sistemarla e destinarla a questa finalita'?Anche perche',sempre che la memoria non mi tradisca, e' da qualche buon periodo che il suo recupero era nelle proposte avanzate. Sarebbe un'occasione per farla luogo di interesse per tutta la valle,e non solo...
Su un post di sabato, mi sono permesso di commentare con una frase del tutto inoqua per ben due volte risultato? Non è mai stata pubblicata. In altre occasioni ho posto delle domande a Carla, senza mai avere nemmeno una risposta in merito. Bravi gli amministratori.
Non ci è possibile capire a quali commenti ti riferisci, caro anonimo, dato che l'anonimato stesso impedisce di risalire. Mi limito a dirti che se non sono stati pubblicati tanto innocui non sono stati ritenuti. Preciso che sono stati moderati anche commenti solo apparentemente innocui, ma volti a provocare inutili e risapute polemiche, specie su argomenti sensibili come l'eccidio del 1945, oppure su argomenti elettorali. Ci spiace assai una così striminzita interazione con i post e sai che i commenti sono graditissimi, ma all'inutile polemica non intendiamo dare spazio.
Considerando come sono messe le casse dello Stato, per contenere le soese, saranno costretti a unificare i piccoli comuni. Bisogna abolire definitivamente le province e unificare anche le regioni. Solo così si possono ridurre spese superflue.
Smettiamola di piangerci addosso! Non penso che vedremo unificati i mini Comuni come Valdastico, Pedemonte e Lastebasse, a seguito di legge o di altre iniziative istituzionali, purtroppo, lo Stato e la Regione non hanno abbastanza forza e volontà per legiferare in materia. Solo una legge del regime fascista ha potuto, nel 1940, aggregare gli ex Comuni di Forni e Casotto alle due frazioni di S. Pietro e Pedescala, amputate dal Comune di Rotzo, ed ha creato Valdastico. Ora, però, i valligiani che hanno una visione moderna della realtà, volenterosi e che sono interessati all’unione dei tre Comuni di questa Valle Lacrymarum e, possibilmente, di altri facenti parte della Unione Montana, posso prendere l’iniziativa di costituirsi in apposito Comitato promotore e attivarsi in azioni incisive ed appropriate, senza dimenticarsi di sensibilizzare necessariamente la gente comune sull’utilità dell’aggregazione. È l’unico modo per cambiare nome alla Valle!
Unknown (non potevi scegliere un nome più semplice ? ). Non voglio contraddirti, ma per obbligarli/incentivarli a unificarsi in un unico comune, il governo può disporre una stretta nei trasferimenti statali , agevolando coloro che al contrario attuano nuove forme di territorialità. Idem per le regioni. Abolizione totale delle comunità montane, consorzi tipo Brenta/bacchiglione , enti più che inutili, che servono solo da paracadute ai politici trombati e così via. Vera utopia o sogno irrealizzabile.
Ci pensi ! rotzo, roana, conco lusiana e altri tutte frazioni di asiago.Ne acquistano di prestigio. tonezza, Valdastico e via di seguito, frazioni di arsiero . quanto soldi risparmiati e maggiore fnzionalità. staremo e vedere il futuro….
Non so se è il posto giusto ma volevo fare una lode a Francesca e Marina perché durante le loro passeggiate raccolgono la monnezza lungo la strada.BRAVISSIME.Spero tanto le veda anche quel figlio di.........brava ragazza che butta i cartoni del Sancrispino sulla strada tra Forme e Sampietro.Bravissime ragazze,ho cominciato a farlo anch'io e spero vi seguano in tanti
Questione sullo stemma del Comune di Valdastico ----------------------------------------------- Lo stemma che appare nel sito del Comune di Valdastico consiste di 4 parti e le spiegazioni trovate dicono in linguaggio araldico questo: Descrizione Araldica dello Stemma --------------------------------- Scudo partito e spaccato (inquartato). Nel PRIMO, di rosso alle due torri al naturale di differenti altezze, la maggiore a destra, e tre abeti disposti tra le torri, sorgenti dalla pianura di verde e roccia al naturale. Sopra le torri un lambello di azzurro a tre pendenti. Il tutto chiuso da una bordatura di azzurro. Nel SECONDO, fasciato d'oro e di rosso di dieci pezzi. Sul campo due forni gemelli da mattoni, in cotto. Nel TERZO, di azzurro al monte roccioso al naturale cui si appoggia una scala a piuoli poggiata col monte sulla pianura di verde al naturale con chiesa a sinistra e case a destra. Nel QUARTO, di verde al casotto della dogana. Capo di oro all'aquila di nero col volo levato. Sul tutto la croce formata da quattro catene di acciaio legate in cuore ad un anello attraversante sulla partizione. Corona ed ornamenti da comune
Origini e Simbologia dello Stemma --------------------------------- Le quattro parti dello stemma richiamano: il primo San Pietro Val d'Astico (bordatura e lambello assunti per distinguersi dallo stemma di Rotzo, di cui era già parte la frazione pedemontana di San Pietro Val d'Astico, distaccata per formare il nuovo comune), il secondo Forni di Val d'Astico, il terzo Pedescala, il quarto Casotto. La croce formata da quattro catene simboleggia il legame robusto che lega i quattro "colonnelli" costituenti il nuovo comune di Valdastico Cronologia
Stemma approvato con Decreto reale in data 21 giugno 1942
Questo stemma ingloba gli stemmi di Rotzo e di Casotto e questo benché non facciano più parte del Comune di Valdastico. Come si spiega questo, e come si è arrivati là? L’altra questione riguarda lo stemma di Rotzo: due torri quadrangolari, d'oro, murate di nero, merlate di tre alla ghibellina, la torre posta a destra più alta e più larga. Le persone alle quali ho posto il quesito: “di quali torri si tratta?” non hanno trovato risposta. Forse qualcuno di voi lo sa.
Che si tratti della Torre Alta e del Torin alla Sengia, che facevano parte della corte longobarda dell’Altipiano con centro amministrativo a Rotzo-Castelletto? Francesco Caldogno descrive nella “Relazione delle Alpi vicentine e de' passi e de' popoli loro 4 ott. 1598”,[ stampato a Padova da Giuseppe e Gaetano Rossi, 1877, tradotto in tedesco da Hugo Resch: “Die Vincentiner Alpen und ihre Bevölkerung“, Curatorium Cimbricum Bavarense, 1979.] il Comune di Rotzo nel modo seguente:
ROTZO/ROTZ " met den sain soiln von San Peetar un Kamme Stòan ‘s lant hat tzbéen vüüsse in’s Aste-Taal … ‘s pessorste von allen met èar un èerden …"
„ con le sue colonne di San Pietro e di Pedscala (Kamme Stoan) il paese ha due piedi nella Val d’Astico …, il migliore di tutti per quanto riguarda aria e terra…” Ma che le “colonne” siano rappresentate da torri? Oppure “colonna” va interpretata come “colonello”, vecchio termine per frazione?
A mio parere le due torri sono: una quella di Castelletto (il Purch di cui si vedevano ancora le fondazioni al tempo dell'abate Dal Pozzo) e l'altra quella di Pedescala, ancora visibile, ancorché situata in comune di Cogollo. Un piede nell'Astico e uno sull'Altopiano quindi.
Solo il comune di Rotzo aveva l'Astico per confine occidentale, mentre da Cogollo in poi erano i comuni pedemontani ad avere i loro termini sull'Altopiano. Cogollo, Caltrano e, in misura minore, Calvene, hanno sempre avuto diritti sui rispettivi alpeggi del bordo occidentale dell'Altopiano e confinavano in quota con Roana, Asiago e Lusiana. Apparteneva a Cogollo anche il territorio di Treschè (Skada) e la sua popolazione, poi assorbito da Roana.
La sinistra dell’Astico, dalla sorgente, alla Torra, apparteneva da tempo immemorabile alla giurisdizione trentina. Erano la Valtorra e la Vallarsa il confine ovest della Reggenza dei 7Comuni
Quella parte sinistra dell'Astico fu Tirolese dal 1815 al 1919. Se andiamo ancora più indietro, ai tempi dei Longobardi, apparteneva alla Corte della Valle (d'Astico) del Ducato di Vicenza. Perfino Luserna faceva parte dello stesso Ducato. Consiglio la lettura di Simeone Zordan, La valle d'Astico, Corte Longobarda, I suoi Castelli, Le sue Chiese, I suoi Comuni, Biblioteca Comunale Cogollo del Cengio, 1983.
Sulla Val della Tora non ci piove, Carriolante, ma la Vallarsa non mi pare proprio abbia mai confinato coi 7 Comuni, che sempre rimasero entro i confini della Diocesi di Padova, cioè rigorosamente in sx Astico, almeno fino a Cogollo. La Vallarsa confina semmai con quella di Vicenza con gli altopiani delle Laste e di Folgaria. Sull'immemorabilità del tempo ci sarebbe da dire, dato che, almeno ufficialmente, risaliamo al 1535 dell'era cristiana, non al paleozoico. ;-)
Ben detto Gianni, ma la Vallarsa inizia al termine dell'altopiano di Vezzena ...
Per quanto riguarda la Valtorra, il più antico documento risale al 6 maggio 1260, quando i "periti" indicano i confini del territorio della Giurisdizione di Caldonazzo "... dissero e udirono dire (i periti) fino dai tempi antichi che quelli da Caldonazzo e quelli dipendenti dalla sua Regola pascolarono (in detti luoghi), cespugliarono, tagliarono fieno, raccolsero foglie, ecc,...»
I confini delle giurisdizioni "politiche" non sempre coincisero, e neppure attualmente coincidono, con le giurisdizioni "diocesane". Per esempio, la diocesi di Padova includeva Brancafora, e così pure Luserna, fino al 23 agosto 1785, allorché la Congregazione Concistoriale Romana decretava un sincrono avvicendamento nelle antiche zone di competenza dei vescovadi di Trento, Feltre, Padova e Verona, nell’intento, non riuscito completamente (a seguito di avvenimenti bellici, o provvedimenti politico-amministrativi), di far coincidere i confini diocesani con quelli politici.
Gentile anonimo delle 11:24, il Principato Vescovile di Trento, rientra nella regione Trentino (come definito nei testi scolastici e dall’art. 116 della Costituzione italiana), fa parte, insieme al Principato Vescovile di Bressanone, al territorio chiamato impropriamente "Welschtirol" da gente di lingua tedesca e da pochi altri, solamente a partire dal Congresso di Vienna del 1815. Il Tirol storico è più a nord, in Austria, e comprende il nostro Alto Adige/Sudtirol.
È proprio un Paese disgraziato il nostro: non solo si avverte drammaticamente la scarsità di personale medico ed infermieristico, ma anche le farmacie sono sprovviste di farmaci essenziali, cosiddetti salvavita, e si deve rivolgersi all’estero per procurarseli. E parliamo di futuro migliore del passato?
Salvavita per me! Il nome del farmaco non lo posso dire per non fare pubblicità indebita al prodotto. Il farmaco contiene il principio attivo Clonodina che, in sinergia con altri 5 principi attivi, ha consentito di abbassarmi stabilmente la pressione arteriosa da 250-280 mmHg, che mi stava spappolando i reni, a valori accettabili (115 -145 mmHg) . È stato un medico primario di nefrologia, ora in pensione, a porre in atto il toccasana, laddove numerosi cardiologi non riuscivano a venirne a capo, nonostante che ingerissi quotidianamente 14 (quattordici) pastiglie. Il farmaco, non prodotto in Italia, ma bensì da un industria a Ingelheim am Rhein, Germania, è stato ritirato dal mercato italiano lo scorso mese (ma si trova liberamente in commercio in Europa), perché conterebbe “impurità” e provocherebbe "danni epatici" e rischio di morte cardiovascolare. Preferisco il rischio di morire che la dialisi sicura! Al di là del mio caso personale, è notorio che in Italia ci sia carenza di alcuni farmaci (anche antitumore), perché esportati all’estero. La notizia è stata diffusa anche da radio e tv, e sembra che il motivo sia per aumentarne il prezzo.
In Francia vendono il CLONIDINE CHLORHYDRATE 0,15 mg/ml sol inj (CATAPRESSAN)
Cercando su internet sembra che ci siano un centinaio di farmaci in vendita contenenti questa molecola nel mondo. Se proprio non ne trova in Italia me lo faccia sapere. Con una prescrizione penso posso procurarmene qui in Francia e poi mandarglielia.
Di nulla devi ringraziare! Quello che si può fare è un dovere farlo. Immensa è la gioia per essere stata utile. Il grazie va invece ad Enrico, che ha dimostrato ennesimamente di essere una Persona squisita!
Ho letto nel blog e sentito parlare del progetto di un Museo della Memoria.
RispondiEliminaDov' e' prevista (se gia' si ha un'idea) la sua ubicazione?
Ieri passando per la piazza di S.Pietro c ‘erano dei signori che dopo aver percorso la ferrata cercavano un posto dove sedersi(una panchina e un tavolo)per poter ristorarsi!e’ n previsione qualcosa?o si devono sedere sui scalini della piazza?alla casetta della pro loco non c è possibilità di avere Un piccolo spazio?
RispondiEliminaInfatti, a volte basta poco per apparire molto ospitali.
EliminaQuasi quasi mi viene di domandare a qualcuno notizie del Reverendo.
RispondiEliminaDove sei
Cosa fai
Dove vai
Come mai
Partecipo a sedute spiritiche. Ebbene, quando dal medium viene evocato, non si sente alcun colpo!
EliminaEpperò, oggi coincide con l’anniversario dell’ascensione in Cielo dell’Ei-fu, avvenuta nel 1821, a Sant’Elena.
EliminaGenerale, tutti no, ma Buonaparte si. Niente notizie dalla Bady ? Ritornata in ouzbekistan ?
EliminaQualcuno mi sa dire se gli autovelox recentemente posati, funzionano??
RispondiEliminaNon sono ancora a norma, per esempio: manca la segnaletica di preavviso!
RispondiEliminaInoltre, alcuni cartelli che limitano la velocità sono carenti o contradditori.
Ad esempio al Sojo, qual'è il limite?
RispondiEliminaInvece al Maso, che se non sbaglio è 70, è l'unico posto al mondo che lo abbasserei.
Dove non c è segnaletica che indica i limiti di velocità , sulle strade extraurbane il limite è 90 kmh. I centri urbani indicati da un cartello con scritta in nero su sfondo bianco, il limite e 50 kmh. , salvo diversa prescrizione .
EliminaVuoi sapere se gli autovelox funzionano? Semplicissimo. Supera il limite di velocità e se ti arriva la multa vuol dire che funzionano. O meglio ancora, rispetta il limite di velocità e così non devi preoccuparti di sapere se funzionano o no.
RispondiEliminaAnonimo
Finalmente uno serio! Grande
Eliminagrande risposta.....magari se supero il limite e non mi arriva la multa, potrei pensare a cosa cavolo servono....ma io i limiti li rispetto caro anonimo delle 08:16...vedro' di capire se effettivamente funzionano in modo diverso...Se cosi' fosse,sara' un investimento per la sicurezza. Diversamente, puoi incorniciare la tua ,ripeto, splendida risposta...
EliminaCapisco, capisco...solo che, se funzionano, non fuzionano 24/24, 7/7, 12/12. Quindi ti può andar bene a volte, a volte no.
EliminaRiallacciandomi alla domanda dell'anonimo del 13 Aprile, se non ricordo male,a Forni c'era una canonica (non so se attualmente e' ancora bene invenduto),di dimensioni sicuramente atte a dare accoglienza a tale progetto. Perche' non sistemarla e destinarla a questa finalita'?Anche perche',sempre che la memoria non mi tradisca, e' da qualche buon periodo che il suo recupero era nelle proposte avanzate. Sarebbe un'occasione per farla luogo di interesse per tutta la valle,e non solo...
RispondiEliminaTe pui figurarte, che i sanpieroti podaria accettarlo ai Furni...
EliminaFrittola, cosa gheto magna' dei spini
EliminaScusa fritola ma sono quelli come te che con il tuo campanelismo seminano zizzania.
RispondiEliminaSommettiamo che non si farà a Forni?
EliminaSu un post di sabato, mi sono permesso di commentare con una frase del tutto inoqua per ben due volte risultato? Non è mai stata pubblicata. In altre occasioni ho posto delle domande a Carla, senza mai avere nemmeno una risposta in merito. Bravi gli amministratori.
RispondiEliminaNon ci è possibile capire a quali commenti ti riferisci, caro anonimo, dato che l'anonimato stesso impedisce di risalire. Mi limito a dirti che se non sono stati pubblicati tanto innocui non sono stati ritenuti. Preciso che sono stati moderati anche commenti solo apparentemente innocui, ma volti a provocare inutili e risapute polemiche, specie su argomenti sensibili come l'eccidio del 1945, oppure su argomenti elettorali. Ci spiace assai una così striminzita interazione con i post e sai che i commenti sono graditissimi, ma all'inutile polemica non intendiamo dare spazio.
EliminaOk, ricevuto il messaggio......e non sono il primo che si lamenta di questo.
EliminaQuando ci sarà un Comune unico in questa valle delle lacrime!
RispondiEliminaConsiderando come sono messe le casse dello Stato, per contenere le soese, saranno costretti a unificare i piccoli comuni. Bisogna abolire definitivamente le province e unificare anche le regioni. Solo così si possono ridurre spese superflue.
EliminaSmettiamola di piangerci addosso!
EliminaNon penso che vedremo unificati i mini Comuni come Valdastico, Pedemonte e Lastebasse, a seguito di legge o di altre iniziative istituzionali, purtroppo, lo Stato e la Regione non hanno abbastanza forza e volontà per legiferare in materia.
Solo una legge del regime fascista ha potuto, nel 1940, aggregare gli ex Comuni di Forni e Casotto alle due frazioni di S. Pietro e Pedescala, amputate dal Comune di Rotzo, ed ha creato Valdastico.
Ora, però, i valligiani che hanno una visione moderna della realtà, volenterosi e che sono interessati all’unione dei tre Comuni di questa Valle Lacrymarum e, possibilmente, di altri facenti parte della Unione Montana, posso prendere l’iniziativa di costituirsi in apposito Comitato promotore e attivarsi in azioni incisive ed appropriate, senza dimenticarsi di sensibilizzare necessariamente la gente comune sull’utilità dell’aggregazione. È l’unico modo per cambiare nome alla Valle!
Unknown (non potevi scegliere un nome più semplice ? ). Non voglio contraddirti, ma per obbligarli/incentivarli a unificarsi in un unico comune, il governo può disporre una stretta nei trasferimenti statali , agevolando coloro che al contrario attuano nuove forme di territorialità. Idem per le regioni. Abolizione totale delle comunità montane, consorzi tipo Brenta/bacchiglione , enti più che inutili, che servono solo da paracadute ai politici trombati
Eliminae così via. Vera utopia o sogno irrealizzabile.
Unknown significa sconosciuto. È il risultato per aver inviato il commento senza sottoscriverlo.
EliminaUn altro dei miei innumerevoli errori, pardon.
Rotzo andrà sotto Roana
RispondiEliminaCi pensi ! rotzo, roana, conco lusiana e altri tutte frazioni di asiago.Ne acquistano di prestigio. tonezza, Valdastico e via di seguito, frazioni di arsiero . quanto soldi risparmiati e maggiore fnzionalità. staremo e vedere il futuro….
RispondiEliminaNon so se è il posto giusto ma volevo fare una lode a Francesca e Marina perché durante le loro passeggiate raccolgono la monnezza lungo la strada.BRAVISSIME.Spero tanto le veda anche quel figlio di.........brava ragazza che butta i cartoni del Sancrispino sulla strada tra Forme e Sampietro.Bravissime ragazze,ho cominciato a farlo anch'io e spero vi seguano in tanti
RispondiEliminaQuestione sullo stemma del Comune di Valdastico
RispondiElimina-----------------------------------------------
Lo stemma che appare nel sito del Comune di Valdastico consiste di 4 parti e le spiegazioni trovate dicono in linguaggio araldico questo:
Descrizione Araldica dello Stemma
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Scudo partito e spaccato (inquartato). Nel PRIMO, di rosso alle due torri al naturale di differenti altezze, la maggiore a destra, e tre abeti disposti tra le torri, sorgenti dalla pianura di verde e roccia al naturale. Sopra le torri un lambello di azzurro a tre pendenti. Il tutto chiuso da una bordatura di azzurro. Nel SECONDO, fasciato d'oro e di rosso di dieci pezzi. Sul campo due forni gemelli da mattoni, in cotto. Nel TERZO, di azzurro al monte roccioso al naturale cui si appoggia una scala a piuoli poggiata col monte sulla pianura di verde al naturale con chiesa a sinistra e case a destra. Nel QUARTO, di verde al casotto della dogana. Capo di oro all'aquila di nero col volo levato. Sul tutto la croce formata da quattro catene di acciaio legate in cuore ad un anello attraversante sulla partizione. Corona ed ornamenti da comune
Origini e Simbologia dello Stemma
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Le quattro parti dello stemma richiamano: il primo San Pietro Val d'Astico (bordatura e lambello assunti per distinguersi dallo stemma di Rotzo, di cui era già parte la frazione pedemontana di San Pietro Val d'Astico, distaccata per formare il nuovo comune), il secondo Forni di Val d'Astico, il terzo Pedescala, il quarto Casotto. La croce formata da quattro catene simboleggia il legame robusto che lega i quattro "colonnelli" costituenti il nuovo comune di Valdastico
Cronologia
Stemma approvato con Decreto reale in data 21 giugno 1942
Questo stemma ingloba gli stemmi di Rotzo e di Casotto e questo benché non facciano più parte del Comune di Valdastico. Come si spiega questo, e come si è arrivati là?
L’altra questione riguarda lo stemma di Rotzo: due torri quadrangolari, d'oro, murate di nero, merlate di tre alla ghibellina, la torre posta a destra più alta e più larga. Le persone alle quali ho posto il quesito: “di quali torri si tratta?” non hanno trovato risposta. Forse qualcuno di voi lo sa.
Che si tratti della Torre Alta e del Torin alla Sengia, che facevano parte della corte longobarda dell’Altipiano con centro amministrativo a Rotzo-Castelletto?
Francesco Caldogno descrive nella “Relazione delle Alpi vicentine e de' passi e de' popoli loro 4 ott. 1598”,[ stampato a Padova da Giuseppe e Gaetano Rossi, 1877, tradotto in tedesco da Hugo Resch: “Die Vincentiner Alpen und ihre Bevölkerung“, Curatorium Cimbricum Bavarense, 1979.] il Comune di Rotzo nel modo seguente:
ROTZO/ROTZ " met den sain soiln von San Peetar un Kamme Stòan ‘s lant hat tzbéen vüüsse in’s Aste-Taal … ‘s pessorste von allen met èar un èerden …"
„ con le sue colonne di San Pietro e di Pedscala (Kamme Stoan) il paese ha due piedi nella Val d’Astico …, il migliore di tutti per quanto riguarda aria e terra…”
Ma che le “colonne” siano rappresentate da torri? Oppure “colonna” va interpretata come “colonello”, vecchio termine per frazione?
Vi ringrazio anticipatamente per il vostro aiuto.
A mio parere le due torri sono: una quella di Castelletto (il Purch di cui si vedevano ancora le fondazioni al tempo dell'abate Dal Pozzo) e l'altra quella di Pedescala, ancora visibile, ancorché situata in comune di Cogollo. Un piede nell'Astico e uno sull'Altopiano quindi.
RispondiEliminaGrazie mille !
EliminaPotrebbe significare che i 7 Comuni comprendessero anche tutta la sx Astico?
EliminaSolo il comune di Rotzo aveva l'Astico per confine occidentale, mentre da Cogollo in poi erano i comuni pedemontani ad avere i loro termini sull'Altopiano. Cogollo, Caltrano e, in misura minore, Calvene, hanno sempre avuto diritti sui rispettivi alpeggi del bordo occidentale dell'Altopiano e confinavano in quota con Roana, Asiago e Lusiana. Apparteneva a Cogollo anche il territorio di Treschè (Skada) e la sua popolazione, poi assorbito da Roana.
EliminaLa sinistra dell’Astico, dalla sorgente, alla Torra, apparteneva da tempo immemorabile alla giurisdizione trentina. Erano la Valtorra e la Vallarsa il confine ovest della Reggenza dei 7Comuni
EliminaLa giurisdizione era Tirolese e non Trentina, lo sanno anche i bambini.
EliminaQuella parte sinistra dell'Astico fu Tirolese dal 1815 al 1919. Se andiamo ancora più indietro, ai tempi dei Longobardi, apparteneva alla Corte della Valle (d'Astico) del Ducato di Vicenza. Perfino Luserna faceva parte dello stesso Ducato.
EliminaConsiglio la lettura di Simeone Zordan, La valle d'Astico, Corte Longobarda, I suoi Castelli, Le sue Chiese, I suoi Comuni, Biblioteca Comunale Cogollo del Cengio, 1983.
Sulla Val della Tora non ci piove, Carriolante, ma la Vallarsa non mi pare proprio abbia mai confinato coi 7 Comuni, che sempre rimasero entro i confini della Diocesi di Padova, cioè rigorosamente in sx Astico, almeno fino a Cogollo. La Vallarsa confina semmai con quella di Vicenza con gli altopiani delle Laste e di Folgaria. Sull'immemorabilità del tempo ci sarebbe da dire, dato che, almeno ufficialmente, risaliamo al 1535 dell'era cristiana, non al paleozoico. ;-)
EliminaBen detto Gianni, ma la Vallarsa inizia al termine dell'altopiano di Vezzena ...
EliminaPer quanto riguarda la Valtorra, il più antico documento risale al 6 maggio 1260, quando i "periti" indicano i confini del territorio della Giurisdizione di Caldonazzo "... dissero e udirono dire (i periti) fino dai tempi antichi che quelli da Caldonazzo e quelli dipendenti dalla sua Regola pascolarono (in detti luoghi), cespugliarono, tagliarono fieno, raccolsero foglie, ecc,...»
I confini delle giurisdizioni "politiche" non sempre coincisero, e neppure attualmente coincidono, con le giurisdizioni "diocesane". Per esempio, la diocesi di Padova includeva Brancafora, e così pure Luserna, fino al 23 agosto 1785, allorché la Congregazione Concistoriale Romana decretava un sincrono avvicendamento nelle antiche zone di competenza dei vescovadi di Trento, Feltre, Padova e Verona, nell’intento, non riuscito completamente (a seguito di avvenimenti bellici, o provvedimenti politico-amministrativi), di far coincidere i confini diocesani con quelli politici.
Gentile anonimo delle 11:24, il Principato Vescovile di Trento, rientra nella regione Trentino (come definito nei testi scolastici e dall’art. 116 della Costituzione italiana), fa parte, insieme al Principato Vescovile di Bressanone, al territorio chiamato impropriamente "Welschtirol" da gente di lingua tedesca e da pochi altri, solamente a partire dal Congresso di Vienna del 1815.
Il Tirol storico è più a nord, in Austria, e comprende il nostro Alto Adige/Sudtirol.
Buonasera,non si potrebbe adottare la stazione meteo di casotto,rimasta orfana del blog? grazie . Ivo
RispondiEliminaÈ proprio un Paese disgraziato il nostro: non solo si avverte drammaticamente la scarsità di personale medico ed infermieristico, ma anche le farmacie sono sprovviste di farmaci essenziali, cosiddetti salvavita, e si deve rivolgersi all’estero per procurarseli.
RispondiEliminaE parliamo di futuro migliore del passato?
Lei m'incuriosische:
RispondiEliminaQuali sono i farmaci essenziali salvavita che in farmacia non si trovano?
Salvavita per me! Il nome del farmaco non lo posso dire per non fare pubblicità indebita al prodotto. Il farmaco contiene il principio attivo Clonodina che, in sinergia con altri 5 principi attivi, ha consentito di abbassarmi stabilmente la pressione arteriosa da 250-280 mmHg, che mi stava spappolando i reni, a valori accettabili (115 -145 mmHg) . È stato un medico primario di nefrologia, ora in pensione, a porre in atto il toccasana, laddove numerosi cardiologi non riuscivano a venirne a capo, nonostante che ingerissi quotidianamente 14 (quattordici) pastiglie. Il farmaco, non prodotto in Italia, ma bensì da un industria a Ingelheim am Rhein, Germania, è stato ritirato dal mercato italiano lo scorso mese (ma si trova liberamente in commercio in Europa), perché conterebbe “impurità” e provocherebbe "danni epatici" e rischio di morte cardiovascolare.
EliminaPreferisco il rischio di morire che la dialisi sicura!
Al di là del mio caso personale, è notorio che in Italia ci sia carenza di alcuni farmaci (anche antitumore), perché esportati all’estero. La notizia è stata diffusa anche da radio e tv, e sembra che il motivo sia per aumentarne il prezzo.
RispondiEliminaIn Italia, sembra che questi prodotti contengono quella molecola:
042418018 CLONIDINA CL LIM*10F 150MCG/ML BIOINDUSTRIA L.I.M. SpA CLONIDINA CLORIDRATO € 14,85
027393014 CATAPRESAN TTS1*2CER 2,5MG BOEHRINGER INGELHEIM IT.SpA CLONIDINA € 7,14
027393026 CATAPRESAN TTS2*2CER 5MG BOEHRINGER INGELHEIM IT.SpA CLONIDINA € 7,14
021502012 CATAPRESAN*30CPR 150MCG BOEHRINGER INGELHEIM IT.SpA CLONIDINA CLORIDRATO € 8,40
021502024 CATAPRESAN*30CPR 300MCG BOEHRINGER INGELHEIM IT.SpA CLONIDINA CLORIDRATO € 5,01
021502036 CATAPRESAN*5F 1ML 150MCG/ML BOEHRINGER INGELHEIM IT.SpA CLONIDINA CLORIDRATO € 4,99
In Francia vendono il
CLONIDINE CHLORHYDRATE 0,15 mg/ml sol inj (CATAPRESSAN)
Cercando su internet sembra che ci siano un centinaio di farmaci in vendita contenenti questa molecola nel mondo. Se proprio non ne trova in Italia me lo faccia sapere. Con una prescrizione penso posso procurarmene qui in Francia e poi mandarglielia.
Grazie per la sua disponibilità. La posso contattare attraverso messaggistica FB?
EliminaRingrazio di cuore l'amministratrice Carla e il signor Enrico Sartori per l'interessamento dimostrato.
EliminaDi nulla devi ringraziare! Quello che si può fare è un dovere farlo. Immensa è la gioia per essere stata utile. Il grazie va invece ad Enrico, che ha dimostrato ennesimamente di essere una Persona squisita!
RispondiEliminaOggi mi sono arrivate, spedite dal signor Enrico, 22 confezioni da nr. 30 cpr di CATAPRESSAN. Ne avrò per 220 giorni circa. Grazie Enrico!
RispondiElimina