Il progetto del Museo
della Memoria è un percorso lungo e impegnativo che ha bisogno dei
suoi tempi per trovare il giusto terreno dove, dopo aver dissodato,
il seme possa trovare dimora e crescere. Un processo che va molto più
in profondità di un progetto su carta, è un lento lavoro che ha
come scopo, preparare le persone con situazioni, appuntamenti,
incontri che diventano motivi per creare le giuste potenzialità,
permettendo quindi di arrivare gradatamente all’idea che
l’architetto Domenico Molo, ha elaborato insieme al suo gruppo di
lavoro.
Per questo, anche la serata del 17 maggio 2019 all’interno
del FESTIVAL BIBLICO, se pur con i molteplici imprevisti, è stata un
momento di ascolto e di comprensione. Con l’introduzione di
Domenico Molo, i relatori Caterina Di Pasquale e don Maurizio
Mazzetto, accompagnati dal moderatore Leopoldo Sandonà, si è
meditato sugli spazi della memoria, su come la nostra società tende
a dimenticare, spesso perché ogni giorno siamo bombardati da tante
notizie per cui è più facile dimenticare.
La relazione della
ricercatrice di antropologia, storia e memoria dell’Università di
Pisa, Caterina di Pasquale, portando l’esempio del piccolo paese di
Sant’Anna Di Stazzema dove si è consumato un efferato sterminio,
ha spiegato quanto lavoro ci sia per fare riconciliazione, quando una
comunità vive avvenimenti tragici che ne cambiano l’aspetto.
Sicuramente serve fare un salto tra dolore, condanna, perdono e
riconciliazione, per guardare a un futuro dove poter mantenere una
memoria accessibile a tutti.
La serata è stata intervallata da
Gabriele De Rosso che con chitarra e viola, ha contribuito a creare
un clima di meditazione.
Un
altro momento importante è stato il 22 giugno 2019 dove,
ripercorrendo una strada per molti conosciuta e usuale, si ha avuto
modo di fermarsi, ascoltare, soffermarsi e meditare. Penso che ci sia
una grande differenza nel fare una passeggiata, godendo delle
bellezze della natura, gustando il paesaggio e discorrendo con gli
amici, da quello che percorrendo “La via del dolore” con lo
spirito giusto, si è sperimentato. Nonostante la pioggia, un bel
gruppo ha iniziato il cammino partendo dalla Chiesa di Pedescala,
percorrendo il Viale dei Martiri, portandosi poi verso la Val d’Assa
fino alla calcara; da qui il ritorno passando per il Mulino, stele
ricordo, ponte di Pedescala, ciclabile, Settecà, ponte di Forni, per
terminare sul sagrato della Chiesa di Forni.
Durante il percorso, nei
luoghi stabiliti, sono stati letti da alcuni partecipanti, brani
appositamente scelti da don Maurizio Mazzetto con Pax Christi di
Vicenza e commentati da Domenico, che hanno dato modo di
soffermarsi, pregare, meditare, interiorizzare.
La mattina del 4 luglio
2019, un gruppo di persone, ha incontrato il giornalista della Difesa
del Popolo e del quotidiano Avvenire, dott. Luca Bortoli che nella quiete della chiesa di
Pedescala, ha ascoltato con attenzione le spiegazioni dettagliate di
Domenico Molo riguardanti il progetto, per poi soffermarci sui
pensieri e le testimonianze delle persone presenti.
Con pazienza ha
ascoltato ogni particolare, ha visionato le foto dell’eccidio
esposte nella cappellina attigua alla chiesa, ha percorso il Viale
dei Martiri, soffermandosi su quello che gli veniva raccontato, con
rispetto e professionalità.
Ha promesso che darà ampio spazio sul
settimanale Diocesano, per portare a conoscenza quello che con
pazienza e impegno sta avvenendo nelle comunità di Pedescala,
Settecà e Forni.
Altre saranno le
occasioni di incontro, per fare piccoli passi necessari per
costruire, prima di tutto nell’intimo delle persone, una nuova
maturità, una rinnovata coscienza che sia rivolta alla comprensione
che noi tutti abbiamo una grande responsabilità: una memoria da
salvaguardare!
Ognuno con il proprio
contributo può essere quel seme che germogliando e crescendo
lentamente, può dar vita a qualcosa di nuovo, diverso e buono.
Il percorso sarà senza
dubbio lungo e impegnativo, ma se ci crediamo fermamente, possiamo
aiutare a trasformare le ceneri di un disastro, in qualcosa di
veramente importante.
Brava Lucia
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