giovedì 4 luglio 2019

Malga Camporosà


L'ORIGINE DEL NOME
La prima citazione risale ad un atto del 1261 dove il comune di Vicenza cede alcuni beni in Rotzo, tra questi le montagne di Camporosà (e Verena): "Item de monte sive montanea Campi Rosati". Va ricordato poi che la sorgente del Bìsele era detta anticamente Sorgente di Camporosa. Il nome della località Camporosà, come nella tradizione dei toponimi cimbri, è composto da due parti per descrivere la caratteristica del luogo. RÜTSCHA [divenuto anche rósa, ruusa, rüutza, ruscha] in cimbro corrisponde a "roggia, piccolo canale per irrigare, ruscello, rigagnolo, getto zampillo fiotto fontanella". La combinazione quindi tra RÜTSCHA e KAMP rimanda quindi alla descrizione di "campo del ruscelletto".
MALGA CAMPOROSÀ
La malga è a quota 1451 m s.l.m. e ha una superficie totale di 92,2 ettari, di questi 79,6 sono a pascolo e 11,3 a bosco. E' posta all'estremità settentrionale del comune di Rotzo e si estende fino al bosco della Longalaita ("pendio esteso/lungo") che sulla strada per Passo Vezzena lambisce la destra della Val d'Assa. L'estensione della Malga Camporosà confina a nord con i Comuni trentini di Luserna e Levico, ad ovest con Valdastico, ad est con Malga Mandrielle e quindi il monte Verena ed infine a sud con Campo Posellaro. Anticamente quella che era detta Montagna di Camporosato comprendeva un territorio assai più vasto costituito dalle località o contrade di Enghelaita (Camporosà odierna), Cercenato (area ad est verso il Verena), Posellaro a sud e Brusolada (attuale Brustolato, a nord, in comune di Levico). Il suo territorio fu oggetto nei secoli di contese confinarie: i vari Principi e Signori del Tirolo da una parte, le Signorie che si susseguirono in terra veneta, dall’altra. (cfr_Ivo Matteo Slaviero, Rotzo Toponomastica storica e aspetti di vita della comunità).
LA MALGA PIU' ESTESA
Sull'altopiano dei Sette Comuni sono sono presenti oltre 100 malghe che rappresentano il più importante sistema d'alpeggio dell'intero arco alpino. Tra queste Malga Camporosà è la più estesa e più adatta alla monticazione insieme alla malga Posellaro, poiché gode di una posizione ideale data l'altitudine, la ricchezza d'acqua e la freschezza del terreno di elevata fertilità. Le infrastrutture sono adeguate alla produttività del pascolo, anche se la continua avanzata del bosco riduce la reale disponibilità di superficie agricola utilizzabile. Il pascolo appartiene al "poeto altimontano subalpino" e le specie più diffuse sono ad esempio: Poa alpina, Festuca nigrescens, Trifolium repens e Trifolium pratense. Sono frequenti nel pascolo il Capriolo, la Lepre comune, e recentemente anche la Marmotta. Nei dintorni troviamo anche il Gallo cedrone.
Veneto a 360° 
Comunità dei Cimbri - Cimbernauti

Nessun commento:

Posta un commento

Avvisi della settimana

Sabato 1 e domenica 2 febbraio alle porte delle chiese di tutta la valle ci sarà la vendita delle primule a favore del Centro di aiuto alla ...