sabato 27 luglio 2019

Il pesco di Coppi




Da Castellania Coppi buongiorno a tutti! Mercoledì 24 Luglio 2019
Ecco il racconto vincitore del Premio Bicicletterario di Minturno
(Latina) 2019, consegnato da Casa Coppi (spm) il giorno della partenza de LaMitica in Castellania, al figlio di Coppi, Faustino.
L'anno scorso, 2018, era stato consegnato a Marina.

il racconto era titolato "Il Pesco Di Coppi"
L'autore di entrambi il signor Maurizio Boschiero.

Grazie Maurizio!!!
- Lettera a Fausto e a Giulia

Egr. sig. FAUSTO
Mi permetta di chiamarla amichevolmente per nome, talmente Lei è famigliare a casa mia, ma non oso il "tu", sarebbe troppo, perché LEI è in alto tra i miti e ai miti si deve portare rispetto.
Io ho sempre seguito le sue corse e le sue vicende perché mi hanno davvero appassionata.
Però le seguivo da donna, anzi da casalinga, madre e moglie e si sa che le donne non possono perdere tempo perché hanno sempre troppe cose da fare.
Rifare i letti, preparare i figli per la scuola, la pulizia, la spesa, il pranzo, i compiti e in un piccolo paese di campagna anche la stalla. Insomma mille faccende. In più in quel dopoguerra non c'erano tutte le comodità che ci sono oggi, per cui si doveva faticare tanto e le assicuro che alla sera, davvero, eravamo sfinite da cadere dalla stanchezza. Macché frigorifero, lavatrice, lavastoviglie, t
elevisore, aspirapolvere!
Tutto di là da venire.
Ma la radio, quella sì che c'era.
Presente in quasi tutte le case nel dopoguerra e allora:
Giornale radio, commedie, la santa Messa, il festival di Sanremo, le dirette del calcio con Nicolò Carosio e le immancabili e seguitissime cronache dal Giro d'Italia con Mario Ferretti che raccontava di strade malmesse e piene di buche e di bici che pesavano come quei sassi che si dovevano schivare, di corridori ancora con le mani callose da contadini, di fatiche e di lacrime. Pura poesia, distillato di immenso, come ascoltare le liriche di un poeta!
Era una festa sentire la descrizione dei suoi attacchi in salita e quel: "UN UOMO SOLO E' AL COMANDO, LA SUA MAGLIA BIANCO-CELESTE,
IL SUO NOME FAUSTO COPPI". Un fremito di gioia! Ed io ero con Lei lassù sulle cime del PORDOI o sull' IZOARD nei giorni di neve o con l'afa che tagliava il respiro. Per me però tutto questo restava in sottofondo; non potevo fermarmi finché ascoltavo la cronaca. Certo sceglievo in quell'oretta di collegamento, dei lavori che mi consentissero di stare nei paraggi della radio collocata in un angolo della cucina.
Cercavo, di non fare troppo rumore e tendevo gli orecchi per bene. Anche le pentole sul fuoco a cucinare facevo in modo che non borbottassero troppo e per questo abbassavo al minimo la fiamma del gas. Per risparmiare mi giustificavo, quasi vergognandomi di ammettere la mia distrazione dai soliti impegni.
E stranamente quando lei ci esaltava e ci faceva orgogliosi di essere italiani; anche il nostro asino col suo raglio pareva festeggiare. Allora in fretta dovevo zittirlo.
Ma in quell'Italia povera e disgraziata uscita dalla guerra con le ossa rotte si poteva anche sognare e costava poco.
Anzi era il costo di una rivista che io acquistavo risparmiando sulla spesa e vendendo qualche uovo delle mie galline. Compravo GRAND HOTEL abbastanza regolarmente, costava 15 lire pieno di storie illustrate.
Lo acquistavo, lo leggevo poi lo rileggevo pagina per pagina, quasi carezzandole e annusavo quel profumo di carta e d'inchiostro così diverso dai soliti fastidiosi odori di casa, di minestre sul fuoco, di saponi scadenti e di sacchetti di lavanda per profumare la biancheria.
Gli articoli che la riguardavano sig. FAUSTO, credo che se frugassi un po' nella mia memoria ormai frusta ne ritroverei dei bei pezzi.
Mi appassionavano sicuramente le sue gesta sportive, quell'andare sù leggero come un AIRONE, quando gli altri corridori sputavano sangue e la fatica tagliava loro le gambe. Meraviglioso!
Ma prima di tutto ero interessata alla sua vita privata ai suoi sentimenti alle sue vicende umane e sentimentali.
La morte di SERSE nel '51, i vari incidenti, il massaggiatore cieco CAVANNA, e soprattutto la sua vicenda con la signora GIULIA OCCHINI, la DAMA BIANCA.
Però che fastidio mi dava quel bollo quasi infamante di DAMA BIANCA e quegli articoli scandalistici che frugavano crudelmente nelle vostre intimità! Certo i giornali ne godevano, affondavano il coltello nella piaga e ne traevano giovamento in copie vendute.
Per me invece la sua donna era semplicemente la signora GIULIA.
Una donna sposata con figli che si era innamorata tra l'altro dell'idolo del marito il dott. LOCATELLI di Varese suo fan appassionato.
Perché sig. Fausto in quegli anni nel mio paesetto del profondo Veneto agricolo e ancora arcaico, guai per una donna separarsi, impensabile, guai a sposarsi incinta, guai a non poter avere dei figli, "sterpa" (
sterile), la marchiavano a fuoco, neanche fosse una vacca, guai a comportamenti che dessero scandalo. Bastava un'occhiata furtiva o il solo indugiare con un uomo per un attimo per scatenare le malelingue ed essere per sempre una poco di buono e una rovina famiglie.
Voi invece caro sign. FAUSTO e signora GIULIA con la vostra vicenda anche dolorosamente e coraggiosamente
vissuta avete dato un senso di libertà e una boccata d'aria nuova a quegli anni bigotti e stantii.
Avete tracciato la strada nuova verso una liberazione che avverrà non senza lotte e dolori negli anni a venire.
Avete vissuto cari GIULIA e FAUSTO il vostro AMORE e la vostra passione alla luce del sole, contro tutto e tutti compresa la chiesa che con il Papa ne aveva fatto pubblica reprimenda, contro i preti che dai pulpiti tuonavano come temporali contro la vostra "scandalosa" passione.
Avete dato un calcio all'ipocrisia, all'italietta delle case chiuse, dei film censurati, degli aborti in casa consumati nelle stalle, dei calendarietti di donnine distribuiti dai barbieri di nascosto, dei preti troppo rigidi, dei matrimoni vissuti nella costrizione, delle donne usate come animali.
Con voi l'Italia ha imboccato la strada del futuro.
E avete pagato tutto troppo caro.
Lei sig. FAUSTO se n'è andato troppo in fretta appena compiuti i quarant'anni per una malattia banale e curabile con un po' di chinino e lei sig. GIULIA è finita perfino in carcere sola e desolata e per partorire il figlio vostro avete dovuto scappare in Argentina. Quasi foste dei delinquenti della peggior specie.
Io in quei giorni andavo a far qualche preghiera davanti al capitello della madonnina che sta poco distante da casa mia e che proprio lì, lei sig. Fausto era stato immortalato da un fotografo durante un Giro. Ne conservo ancora con cura la foto.
Allora, ANGELO FAUSTO e GIULIA dico grazie.
Grazie sig. FAUSTO per essere stato un UOMO prima di un campione e grazie sig. GIULIA per essere stata una DONNA che ha amato al di là delle convenzioni.
La nostra libertà la dobbiamo sicuramente anche a VOI.
Ancora mi capita, ora che sono in là con il tempo, di sfogliare qualche vecchio GRAND HOTEL di quegli anni. Mi fanno compagnia, ora che sono sola. Il profumo non è più quello di un tempo e le mie mani ormai tremano un po'. Li sfoglio lentamente e ancora mi sorprendono e mi commuovono. Le immagini mi appaiono sbiadite, anche gli occhi ormai mi tradiscono, ma lo stesso mi pare di tornare a quegli anni, al profumo di libertà che ci avete insegnato. E quelle pagine diventano ali che mi portano lontano accanto all'AIRONE che con la BIANCHI scalava il mondo e il cuore di tutti.
E mi sa tanto che vi ritroverò presto, tra quelle vette che toccano il cielo.
Allora a presto.
Maria classe 1926 

di Maurizio Boschiero Chiuppano Vicenza

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