Pomodori cinesi made in Italy. Qualcosa non quadra in questa definizione, che descrive una pratica molto comune nel nostro Paese: l'Italia, uno dei primi tre produttori mondiali di pomodori, ne importa centinaia di migliaia di tonnellate dalla Cina. Il rivale asiatico ci fornisce soprattutto pomodori concentrati, trattati con pesticidi o persino scaduti. Una vera e propria truffa alimentare le cui vittime sono i lavoratori cinesi costretti a lavorare in condizioni disumane, il marchio italiano e i consumatori. Dopo l'inchiesta di Nadia Toffa di Le Iene, ne ha parlato Ferruccio Sansa su il Fatto Quotidiano.
Ci sono 105mila tonnellate l'anno di prodotto fresco o refrigerato che arrivano da Israele e Marocco. Ma questo non è il pericolo. Il guaio sono le 155mila tonnellate di concentrato di pomodoro. Di queste 120mila sono cinesi. "Il concentrato sono pomodori privati dell'acqua, più leggeri e meno costosi da trasportare", spiega Lorenzo Bazana, responsabile del settore Ortofrutta di Coldiretti.
Il
traffico di pomodori ricorda da vicino quello della droga, con la
presenza costante della mafia. Per vincere la concorrenza i produttori
italiani sono inoltre soliti "tagliare" i pomodori nostrani con quelli
cinesi. Come riporta il rapporto nazionale sulle Agromafie, il 98 per
cento degli ortaggi made in China finisce in provincia di Salerno. Qui
viene lavorato e -per la gioia delle mafie che si infilano in tutti i
passaggi della filiera agroalimentare- diventa così made in Italy.
Ed ecco il secondo paradosso: il 71 per cento del pomodoro cinese targato Italia torna all'estero. Spesso proprio in Cina, dove viene spacciato per un'eccellenza tricolore (insomma, uno scaricabarile tra italiani e cinesi a chi frega meglio). Ma tocca anche a tedeschi, inglesi. E a noi italiani: il 29 per cento finisce sulle nostre tavole. Con parecchie incognite: "In Europa sono state bandite centinaia di sostanze pesticida tossiche. Molte, non tutte, sono vietate anche in America. Mentre in Cina spesso sono usate", sostiene Bazana. Non basta: "A volte per produrre il concentrato si utilizzano anche pomodori scaduti".
L'unica
soluzione per evitare di mangiare pomodori contraffatti è acquistare le
confezioni con i prodotti dove è scritto "100% di pomodori italiani":
in questi casi chi lo scrive si assume grandi responsabilità e deve
sottostare a rigidi controlli. Il problema maggiore riguarda invece i
prodotti lavorati, che hanno più probabilità di venire "tagliati":
pomodori a pezzettoni e pelati sono spesso allungati con liquido
ricavato da concentrato cinese. Il punto è che le leggi non prevedono
che sia indicata la provenienza dei singoli ingredienti. L'unica
soluzione è che vengano adottate regole comuni.
L'Huffington Post
Secondo me, l'unica soluzione, potendo, è coltivarseli a casa!!!
RispondiElimina