venerdì 4 ottobre 2013

Baita Teresa a Belfiore: cos'è successo prima di dire: "oh che bela?"...


























































1 - arrivo e partenza filo
2 - filo 
3 - filo supplementare per mattoni
4 - Otto al posto di manovra
5 - arrivano i travi
6 - Otto e Sera alla betoniera
7 - un po' di pausa: Anna, Angela e Armando
notate i sacchi di sabbia: per geniale idea del fratello Vittorio, da poco   scomparso, vengono adoperati i sacchi di plastica del mangime delle trote del Sella. Ogni sacco 33 kg! Sono stati usati 28 mt cubi di sabbia.
8 - Anna e Otto
9 - anche le donne fanno la loro parte
10 - Vittorio controlla
11 - Otto e Armando levigano i larici
12 - la tettoia esterna
13 - i serramenti di larice fatti tutti giù a Casotto dal fratello Vittorio (i larici sono arrivati dal maso cogola sopra Belfiore)
14 - la scala tutta di larice
15 - Armando trasporta sulla schiena la cappa del caminetto esterno. Han acquistato la lamiera e l'han costruita loro. Nella cassa via filo non ci sta.
16 - la baita Teresa "prima"
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20 - l'esperimento della prima pizza

Qualche notizia

il filo adoperato è di proprietà del fratello Franco Serafini, mentre il motore (vespa 125 cc) è di proprietà di Terenzio Sartori di Casotto. la corda traente (diam.  mm. 3, lung. 630 mt.  è di proprietà dei f.lli Serafini, supporta al traino, oltre al carrellino, 100 kg. circa.
Il punto d'arrivo del materiale si trova 150 mt. sopra Belfiore. 
Motorista: Otto. 
Il filo che si può notare nei prati vicino la chiesetta, è andato in disuso (si può notare ancora il supporto di arrivo); Fu installato nel 52/53 e serviva a far scendere i "tarlisùni de fen" e la legna da Belfiore a Casotto (12-13 i soci proprietari); la partenza avveniva  nel parcheggio  sopra la casa di Armando. 
I f.lli Serafini, pur non essendo del mestiere, si dichiarano soddisfatti del lavoro svolto, e pure noi, potendone ammirare l'esito finale, credo che non possiamo che concordare.
I lavori son durati 5 anni e hanno dedicato la ristrutturazione a Mamma Teresa, chiamandola appunto BAITA TERESA.
I f.lli Serafini erano in otto, ecco spiegato il nome a Otto (Ottorino) che è l'ultimo della nidiata. Purtroppo Vittorio e Ugo sono da poco deceduti.
Sono figli di Isacco Mansueto Serafini (1900-1965), molto conosciuto a San Pietro perchè per anni presidente degli usi civici, e di Teresa Sartori (1902-1985). Il loro nonno si chiamava Massimiliano (1841-1917 Braunau) ecco spiegato anche il perchè del nome del figlio di Otto (il Madmax del Blog di Casotto) e della foto sul blog di Armando con Mamma Teresa a Braunau.

Ho proposto questo post perchè credo sia abbastanza "raro" di questi tempi, imbattersi in simili avventure... credo che solo l'amore per il territorio e il rispetto di chi ci ha preceduto dia la forza per farlo. 
Penso anche però che, in tempi non lontanissimi, quello che noi oggi consideriamo  un'impresa "fuori del normale", erano le fatiche quotidiane di chi ci abitava!
Carla













15 commenti:

  1. Veramente da ammirare. Siete unici, mi associo al commento della Carla!

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  2. Non imaginavo un tal lavoro ! Molto bene di averlo fatto conoscere Carla. Sera e Otto meritano.
    Questa volta non penso che Sponcio osa fare il commento "matarelo" !

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  3. Grazie Carla per questo super servizio. E' vero, le cose belle si ottengono con il sacrificio e l'amore.
    Binomio vincente.

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  4. Un bel coraggio ad incominciare una ristrutturazione così scomoda. Pionieri !

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  5. Questa è una bella testimonianza di amore e di rispetto per la propria terra e il proprio retaggio, proprio bravi i fratelli Serafini. Prima abbiamo visto la parte emersa, adesso vediamo il grande iceberg che c'è sotto, fatto di lavoro, coesione e grande determinazione, viste le condizioni operative.
    Perché non facciamo il TG dei fatti positivi che accadono in valle, spesso all'oscuro e nell'indifferenza dei più?

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  6. Bella proposta Gianni !

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  7. fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce

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  8. bescolo che lavorassi! Sarà banale ma digo BRAVISSIMI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  9. Poteva l'immarcescibile Sponcio non unirsi ai cori angelici per cantar le lodi dei Serafini? Giammai! Come i fuochi pii della più alta cerchia che custodiscono il trono, qui essi custodiscono la culla.

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  10. Che bello venire a conoscenza di queste realtà positive. Ai fratelli un grande applauso che se lo meritano.

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  11. io me la ricordo come era prima dunque quanti anni sono passati?
    questi fratelli non li conosco ma è giusto farli conoscere visto che hanno fatto cose meritevoli di lode. Bravi.

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  12. Vero lavoro da Certosini, risultato prezioso e se la teleferica ha potuto portare i mattoni con il montaggio di un seggiolino potrebbe portare anche le persone. Sarebbe stupendo!!!!!!Floriana

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  13. Scusate....un grande merito anche alle nostre mogli, donne del "Sud"che, partendo dalla Puglia e dalla Sicilia hanno amato questo luogo, condividendo fatiche e sudore.

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  14. VERGIN di SERVO ENCOMIO...(Manzoni. Ei fu.) Non è per lodare ,ma per esaltare,da conoscitore...una vita passata nel mestiere, il lavoro titanesco compiuto da questi tre bravi operai nella ricostruzione
    "aggiornata",ma senza sconvolgere l'originale,dell'antica casa dove vissero i loro avi.
    Luogo stupendo ma di difficilissimo accesso. Quanta fatica,quanto sudore,quanti sacrifici fatti assieme alle alle mogli,loro ancor piu' meritevoli perchè straniere!!!!!Encomiabile esempio per tutti.......
    Voglio qui ricordare in particolare l'amico VITTORIO. Il corso di falegname, fatto assieme, negli albori
    della nostra vita lavorativa nel" canevon "sotto la chiesa de Sanpiero,forse gli avrà giovato a squarare le travi del tetto e fabbricare le batue delle porte e delle finestre !!!!!!
    Peccato che la vita non le abbia data la possibilita di appofittarne!!!!!!

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