giovedì 31 ottobre 2013

Orti



Cento metri quadrati di terreno sono sufficienti per produrre legumi e verdure per un anno e per una persona.


Per avere un buon orto produttivo ci vuole un apporto annuale di stallatico e l'avvicendamento delle colture. Ortaggi da bulbo, tuberi o radici, sfruttano  al massimo il terreno, mentre i pomodori e le leguminose arricchiscono il terreno e ne aumentano la fertilità.

Ai miei tempi negli orti non si coltivavano tante specie di verdura: solamente insalata, radicchio in quantità, ravi, cipolle, cavolfiori, verze e capussi, ma, seppur seminati in grande quantità, non bastavano mai!!!

Ed allora bisognava, soprattutto le famiglie numerose, andar a cercarli sù in Centa in quel dei Toi.
Due o tre famiglie numerose si mettevano d'accordo. La mattina prefissata, verso le quattro del mattino, si partiva con il carretto con sopra una cassa, abbastanza grande, fatta con delle tavole.
Si scendeva giù per la pontara, fora par la dogana e tutta la sinistra dell'Astico fino al ponte dei Busatti.

In quel tempo, questa strada era carrozzabile. Poi si cominciava a salire verso le Buse tirando a tre il carretto ed alla fine si arrivava alle Carbonare abbasstanza stanchi, ma non era finita, c'era ancora un bel pezzo della Fricca (la strada che scende verso Trento) per arrivare  nelle contrade di Centa.
Trovato un padrone che era disposto a vendere il suo campo di cavoli ci si metteva  all'opera. Brutto o bel tempo si cavava e si puliva il più possibile e si poneva il cavolo nel sacco e questo sul carretto, fin che era carico.
Impiegavamo delle ore e la schiena... a pezzi con il pensiero dei primi chilometri da dover fare tutti in salita.

Prima si tirava sù un carretto fino al piano, poi l'altro e poi la lunga discesa che non finiva mai.
Una volta, tornando dalla scuola serale di Arsiero, arrivato a casa, non essendo ancora arrivati nè i miei, nè gli altri, decidemmo
di andare ad incontrarli in bicicletta. Erano le dieci di sera quando li trovammo all'ultimo tonante dei Busatti, tutti bagnati e pieni di fame.

Per fortuna che avevamo portato della fugassa, del vino e del caffè e così si ripresero un po' e riuscimmo ad arrivare a casa.
La mattina, si metteva sopra un vecchio védo (tina) un apparecchio in legno con sù quattro o cinque lame di coltello e con la pressione

si tagliavano a strisce ed una persona addetta metteva il sale necessario (molto importante!!!!). Ci si metteva un forte peso sopra e si lasciava macerare per diversi giorni. Sostentamento, con il maiale, di un inverno. 
Sì, perchè gli anni precedenti la guerra e gli stessi anni di guerra, furono anni di tanta fame, di tanta miseria per la popolazione della Valle ed avere in càneva un vedo de capussi, un poca de “roba de mas-cio, e un bel canton de patate, voleva dire passare l'inverno con molta più serenità, ma ciò costava molte fatiche e molto lavoro!!!
Ricordéve che par avere un bel'orto ghe vole: 
bona tera, bone soménse, tanta acqua, ma sopratùto che “Quel Lassù”, el varde in dò...
Lino Bonifaci

N.B.: dovete sapere che d'estate abbiamo un "Campàro" d.o.c. che per diletto girovaga sù e giù, in largo ed in lungo per il Paese, col suo bastone e il suo occhio clinico...
Controlla tutto! Quanto ad orti quest'anno ha riservato lodi per quelli di Bellasio, per quello nascosto sù per le Giare e per le patate di Rosanna Spagnolo. Vediamo qualche foto nel post. Le zucche sono del suo orto in Francia, quella delle patate è di Rosanna, quella sotto la scritta Busatti, delle Giare e le altre di Bellasio.
In Bellasio hanno l'acqua comoda e il sole tutto il giorno, come essere in Riviera; Mario, in aggiunta,quando è nell'orto, ha la radio a 100 e anche la musica credo contribuisca ad una sana crescita. Chissà lù a Echirolles che tanghi e walzer che el mete sù par far suche cussì bele...

6 commenti:

  1. A Echirolles, i ga bona tera ciò !

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  2. Domandina ina ina: in Senta stiani se nava par pumi, capussi, patate, ecc. Ma Senta no xe mià un posto tanto manco desgrassià dela nostra vale, tuto erto e imbusà come chel se cata. Com'ela alora che la i ghin'avea da vendare e chive gnanca par naltri?

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  3. Senta,zona povera,tutta in pendita,ma posta ad una altezza ideale per la produzion dei pomi e dei capussi
    con terra grassa e un forte tasso di umidità.Ma non i produsea che quello e i ani che la nava male........Come in Posena e Castana con le castegne,quando che ghe se rivà la malattia,la "Cinepidi galligeria" addio produzion.....Come in Rotzo posto e terren ideale par le patate sti ani.Adesso.....
    A san Piero el terren gera bon par tutte le coltivazion,solo che vegnea sempre poco de tutto,anca
    quando che le stagion nava ben,parole de un coltivatore diretto......

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    1. Lino, ghetù prova a indagare un po anca a Valpegara ? Cossa podaria piantare quando ca vao in ferie ?
      Go prova metere salata ma no la cresce niente : tuta tera sabiosa e sassi.

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  4. Certo Lino che il sapore delle verdure di montagna è assai migliore di quello delle verdure di pianura, che siano l'aria e l'acqua diverse?????????Bellissime le tue zucche!!! Floriana

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  5. Odette,a Valpegara come a Sanpiero ed in tutta la Valle non esiste terra naturale.Quando che i roncava,
    che i costruiva le vanede i trovava sotto solo sassi e mastego=gera e sabbia.La terra( quel poco che c'era)era fatta con il farleto(erba e foglia) e con il letame delle vacche.Se ingrassi molto e piove spesso fai qualcosa se no..
    Le verdure di montagna,Floriana,sono migliori perchè piove piu spesso e il tasso di umidità la notte
    è molto superiore che in pianura.
    Con la grossa zucca gialla,il piccolo Alexis si è fatta una testa con dentro le candeline per la festa di
    Hallowen.Altri tempi......

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