mercoledì 16 ottobre 2013

Lino e Vincenza da Floriana


Leggendo sul blog "BRONSESCOVERTE" i racconti straordinari ed incredibili dell'infanzia e giovinezza trascorsa a San Pietro, un grande desiderio di conoscere questo Gianburrasca in gonnella si accese in me.
Perchè, se arrampicarsi per le grappe alla diga della Torra, è già temerario, per una ragazza, (ho visto dei ragazzi rifiutare), salire con la sorella avvinghiata al suo corpo sa dell'incredibile e poi continuando per uscire dall'alveo della Torra, arrampicarsi, sempre con la sorella incollata al corpo, sù par el strodo quasi inesistente e pericolosissimo della Nora della Volpe, sa di una grande impresa! 
E tutte le altre avventure straordinarie raccontate con tanta semplicità e nelle quali traspare il suo grande amore, quasi viscerale, per il paese di San Piero, per il Maso (Stefani) dove dice di essere approdata nei primi mesi della sua vita. 
Lei parla della contrà Lucca come ci fosse nata e dei suoi giovani coetanei, a quel tempo molto numerosi, come familiari e compagni di merenda. 
La zia Santa, Striola, sorella della nonna, la Marianna (che gnocchi faceva!), la Giuliana... erano per lei una seconda famiglia. Ma chi era dunque questa ragazzina, così sbarazzina, che nelle stagioni estive imperversava per i sentieri della Torra e del Gorgo, che andava ad attingere l'acqua alla fontana dei Pertile, che faceva battaglie senza fine in quella dei Lucca con Giuliana, Mirta, Nico e la Gelinda? 



Cercavo nei miei ricordi... ma nulla, illustre sconosciuta!
Nico mi mostrò una sera alcune fotografie, ma ciò non mi illuminò di più... Un pomeriggio di cinque mesi fa stavo leggendo il giornale sul computer, quando si accende la luce sul "Video chiama skype". 
Accendo e dall'altra parte si presenta mia figlia che con indifferenza mi dice: "Papà, aspetta che ti passo qualcuno" "Ma chi?" chiedo io. 
La Floriana!!! mi risponde e gira il computer verso...la Floriana in carne e ossa.
Era la prima volta che ci vedevamo. Ci guardavamo, ma la sorpresa e la commozione ci attanagliava lo stomaco. Vedevo il suo volto sorridente, lacrime di gioia scendevano sulle sue guance. Pochi monosillabi, incomprensibili, uscivano dalle sue labbra... ma neppure io fui molto loquace...
Mia figlia mi spiegò in seguito, che visto che Floriana, nel suo stato di salute attuale, non avrebbe potuto recarsi a San Piero, avevano deciso di andarla a trovare loro, assieme a Giuliana.
Mi trasmise i saluti ed il suo desiderio di vedermi e conoscermi. 
Decisi allora che, rientrando in Francia, avrei fatto una capatina da quelle parti.
Non abitava però a Milano, come dicevano, ma in un paesello disperso nella pianura padana. Solo la bravura di mio nipote che mi fornì mappe dettagliate, mi permise di arrivare, in mezzo a quel dedalo di strade e stradine, davanti alla porta di casa sua, dove il figlio Maurizio ci aspettava. Immensa fu la gioia di Floriana nel vederci, ci abbracciava e ci baciava come fossimo dei familiari, da sempre conosciuti.
Con la sua voce dal tono singolare ci invitò dentro casa, dove la tavola era già preparata, pronta per il pranzo: pizzoccheri della Valtellina, bresaola, contorni, ed un  bicchiere di buon vino... il tutto intercalato con il racconto molto interessante della sua vita assai avventurosa fatta di tante gioie, ma anche di tanti dolori! 



E mentre schiacciavo un pisolino ristoratore nell'accogliente divano, Floriana e Vincenza, mia moglie, avvicinatesi le sedie, per non essere udite, si raccontavano, serie, serie cose segrete, ma a volte alzavano la voce.


Floriana: "Mi ricordo che una volta ti ho visto nel podòlo della casa di tuo padre, ai Lucca, portavi nelle braccia una bambina... forse Anna... "Eh, si, si, me ne ricordo anch'io, stavi andando nel campo alla valle con Sandro e la Giuliana... e poi le voci si affievolivano...
Ed ora andiamo a vedere i miei dintorni, disse la padrona di casa. 
Prima ci fece visitare l'ostello.

Una grande fattoria signorile trasformata da una ingegnere nucleare austro-ungarica, in uno stupendo hotel. Visitina al paesello da cui dipendeva e poi San Colombano, grosso borgo medioevale con cattedrale, castello e grandi piazze.
In una di queste ci arrestammo per berci l'aperitivo ed assistere all'esecuzione dell'operette "Notre Dame de Paris"di R.Cocciante, da parte di graziose ballerine.


Ripartiti, dopo una immaginaria perdita e ricerca delle chiavi della "ferrari", in quel dedalo di strade e stradine, con curve e tornanti, in quella macchina, ci sembrava d'essere su un ottovolante. 
Per cena, risotto alla milanese e fra chiacchiere e risate, le ore si erano fatte piccole.
Non abbiamo avuto il tempo di ammirare la stupenda camera da letto, che, posati su un divino materasso, ci addormentammo.


Al mattino, l'odore del caffè saliva dalle scale. 
Difficile fu la partenza da quella casa e da quelle persone tanto accoglienti.
Lacrime, abbracci e baci, auguri di ritrovarci un giorno, seduti sugli scalini del Capitello dei Lucca, poichè la fontana, luogo preferito dei nostri giochi, un brutto giorno di tanti anni fa, fu distrutta dall'ignoranza e dall'avidità dell'uomo!
Lino Bonifaci

11 commenti:

  1. Ah Lino, la nostalgie n'est plus ce qu'elle était !...
    Bello fare rivivere momenti spensieràti !
    Mi sembra che hai preso un po di pancia nella Val d'Astico, o mi sbaglio ? La Vincenza invece è sempre snèlla e elegante.
    A mezzogiorno andiamo pranzare al cinese di Grand Place /Echirolles...vicinissimi da voi !

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  2. LA FONTANA AI LUCCA A ME SEMBRA SIA STATA RISTRUTTURATA E MESSA IN SICUREZZA E NON CONDISTRUTTA..TROVO POCO CORRETTO DA PARTE DI LINO DARE DEI GIUDIZI COSI DENIGRATORI NEI ICONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI.a criticare semo boni tuti

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    1. La Fontana dei Lucca non esiste più dagli anni settanta circa e se è stata ristrutturata tiratela fuori dalla sicurezza e rimontatela ai Lucca, mi sembra che sia giunta l'ora!!!!!!!!!

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    2. Ai Lucca c'è a sinistra della carreggiata (salendo): il LAVATOIO ristrutturato (che tutti chiamano la fontana) e poi c'era LA FONTANA collocata di fronte a destra della carreggiata che è stata tolta tanti anni fa come precisato da Floriana. Due "fontane" molto diverse per stile e funzioni. Una ancora testimone del passato, l'altra come si nota già dimenticata...

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  3. L'hai definita a pennello Lino! Un Giamburrasca in gonnella e come spirito credo lo sia ancora.
    Hai fatto bene ad andare a trovarla, le hai regalato di sicuro qualche annetto...

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  4. Carissimi Lino e Vincenza voglio dire a tutti quanto è stato emozionante trascorrere le ore con voi, ha ragione Carla mi avete regalato qualche annetto e anche più. Anche se quest'anno non mi sono mossa da casa la vostra visita a fine settembre e quella dei MAGNIFICI SETTE ai primi di giugno mi hanno caricato di buonumore gioia e soddisfazione come se avessi fatto il giro del mondo!!!!!!!!! Grazie di cuore Floriana

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  5. Come che dise anonymous a criticare semo boni tuti, ma a desmentegarse che la fontana mensionà da Lino la xera sora strada a la xe sta proprio distrutta te si sta bon solo ti.

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  6. Bravo Lino, bellissimo post. Sono contenta che hai fatto contenta la Floriana. Non badare chi capisce pan par polenta. Ciao

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  7. Floriana,con la tua gentilezza,con la tua voglia di vivere intensamente ogni giorno hai saputo insegnarci
    l'arte di vivere sereni e contenti.Bella lezione di stile di vita!!! Grazie... Ciao e a presto......

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    1. Carissima Vincenza sono io che ho imparato molto da voi la vostra generosità nello spendere il vostro tempo per farmi visita mi ha dimostrato che esistono ancora PERSONE VERE e perciò non tutto è perduto!!!!!!!!!Un caloroso abbraccio Floriana

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