Leggendo sul blog "BRONSESCOVERTE" i racconti
straordinari ed incredibili dell'infanzia e giovinezza
trascorsa a San Pietro, un grande desiderio di conoscere questo
Gianburrasca in gonnella si accese in me.
Perchè, se arrampicarsi
per le grappe alla diga della Torra, è già temerario, per una
ragazza, (ho visto dei ragazzi rifiutare), salire con la sorella
avvinghiata al suo corpo sa dell'incredibile e poi continuando
per uscire dall'alveo della Torra, arrampicarsi, sempre con la
sorella incollata al corpo, sù par el strodo quasi inesistente
e pericolosissimo della Nora della Volpe, sa di una grande
impresa!
E tutte le altre avventure straordinarie raccontate
con tanta semplicità e nelle quali traspare il suo grande
amore, quasi viscerale, per il paese di San Piero, per il
Maso (Stefani) dove dice di essere approdata nei primi mesi della
sua vita.
Lei parla della contrà Lucca come ci fosse nata e dei
suoi giovani coetanei, a quel tempo molto numerosi, come familiari
e compagni di merenda.
La zia Santa, Striola, sorella della
nonna, la Marianna (che gnocchi faceva!), la Giuliana... erano per lei una seconda famiglia. Ma chi era dunque questa
ragazzina, così sbarazzina, che nelle stagioni estive imperversava per
i sentieri della Torra e del Gorgo, che andava ad attingere l'acqua
alla fontana dei Pertile, che faceva battaglie senza fine in quella
dei Lucca con Giuliana, Mirta, Nico e la Gelinda?
Cercavo
nei miei ricordi... ma nulla, illustre sconosciuta!
Nico mi
mostrò una sera alcune fotografie, ma ciò non mi illuminò di
più... Un pomeriggio di cinque mesi fa stavo leggendo il
giornale sul computer, quando si accende la luce sul "Video
chiama skype".
Accendo e dall'altra parte si presenta mia figlia
che con indifferenza mi dice: "Papà, aspetta che ti passo
qualcuno" "Ma chi?" chiedo io.
La Floriana!!! mi risponde e
gira il computer verso...la Floriana in carne e ossa.
Era la
prima volta che ci vedevamo. Ci guardavamo, ma la sorpresa e la
commozione ci attanagliava lo stomaco. Vedevo il suo volto
sorridente, lacrime di gioia scendevano sulle sue guance. Pochi
monosillabi, incomprensibili, uscivano dalle sue labbra... ma
neppure io fui molto loquace...
Mia figlia mi spiegò in
seguito, che visto che Floriana, nel suo stato di salute
attuale, non avrebbe potuto recarsi a San Piero, avevano deciso di
andarla a trovare loro, assieme a Giuliana.
Mi trasmise i saluti
ed il suo desiderio di vedermi e conoscermi.
Decisi allora che,
rientrando in Francia, avrei fatto una capatina da quelle
parti.
Non abitava però a Milano, come dicevano, ma in un
paesello disperso nella pianura padana. Solo la bravura di mio
nipote che mi fornì mappe dettagliate, mi permise di arrivare, in
mezzo a quel dedalo di strade e stradine, davanti alla porta di
casa sua, dove il figlio Maurizio ci aspettava. Immensa fu la
gioia di Floriana nel vederci, ci abbracciava e ci baciava come
fossimo dei familiari, da sempre conosciuti.
Con la sua voce dal tono
singolare ci invitò dentro casa, dove la tavola era
già preparata, pronta per il pranzo: pizzoccheri della
Valtellina, bresaola, contorni, ed un bicchiere di buon
vino... il tutto intercalato con il racconto molto
interessante della sua vita assai avventurosa fatta di tante
gioie, ma anche di tanti dolori!
E mentre schiacciavo un pisolino ristoratore nell'accogliente divano, Floriana e Vincenza, mia moglie, avvicinatesi le sedie, per non essere udite, si raccontavano, serie, serie cose segrete, ma a volte alzavano la voce.
Floriana: "Mi ricordo che una volta ti ho visto nel podòlo della casa di tuo padre, ai Lucca, portavi nelle braccia una bambina... forse Anna... "Eh, si, si, me ne ricordo anch'io, stavi andando nel campo alla valle con Sandro e la Giuliana... e poi le voci si affievolivano...
Ed ora andiamo a vedere i miei dintorni, disse la padrona di
casa.
Prima ci fece visitare l'ostello.
Una grande fattoria
signorile trasformata da una ingegnere nucleare
austro-ungarica, in uno stupendo hotel. Visitina al paesello da
cui dipendeva e poi San Colombano, grosso borgo medioevale con
cattedrale, castello e grandi piazze.
In una di queste ci
arrestammo per berci l'aperitivo ed assistere all'esecuzione
dell'operette "Notre Dame de Paris"di R.Cocciante, da parte di
graziose ballerine.
Ripartiti, dopo una immaginaria perdita e ricerca delle chiavi della "ferrari", in quel dedalo di strade e stradine, con curve e tornanti, in quella macchina, ci sembrava d'essere su un ottovolante.
Per cena, risotto alla
milanese e fra chiacchiere e risate, le ore si erano fatte piccole.
Non
abbiamo avuto il tempo di ammirare la stupenda camera da letto, che, posati su un divino materasso, ci addormentammo.
Al mattino, l'odore del caffè saliva dalle scale.
Difficile fu la
partenza da quella casa e da quelle persone tanto
accoglienti.
Lacrime, abbracci e baci, auguri di ritrovarci un
giorno, seduti sugli scalini del Capitello dei Lucca, poichè la
fontana, luogo preferito dei nostri giochi, un brutto giorno di
tanti anni fa, fu distrutta dall'ignoranza e dall'avidità
dell'uomo!
Lino Bonifaci
Ah Lino, la nostalgie n'est plus ce qu'elle était !...
RispondiEliminaBello fare rivivere momenti spensieràti !
Mi sembra che hai preso un po di pancia nella Val d'Astico, o mi sbaglio ? La Vincenza invece è sempre snèlla e elegante.
A mezzogiorno andiamo pranzare al cinese di Grand Place /Echirolles...vicinissimi da voi !
LA FONTANA AI LUCCA A ME SEMBRA SIA STATA RISTRUTTURATA E MESSA IN SICUREZZA E NON CONDISTRUTTA..TROVO POCO CORRETTO DA PARTE DI LINO DARE DEI GIUDIZI COSI DENIGRATORI NEI ICONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI.a criticare semo boni tuti
RispondiEliminaLa Fontana dei Lucca non esiste più dagli anni settanta circa e se è stata ristrutturata tiratela fuori dalla sicurezza e rimontatela ai Lucca, mi sembra che sia giunta l'ora!!!!!!!!!
EliminaAi Lucca c'è a sinistra della carreggiata (salendo): il LAVATOIO ristrutturato (che tutti chiamano la fontana) e poi c'era LA FONTANA collocata di fronte a destra della carreggiata che è stata tolta tanti anni fa come precisato da Floriana. Due "fontane" molto diverse per stile e funzioni. Una ancora testimone del passato, l'altra come si nota già dimenticata...
EliminaAreli ..àreli cuei birbante ...
RispondiEliminaL'hai definita a pennello Lino! Un Giamburrasca in gonnella e come spirito credo lo sia ancora.
RispondiEliminaHai fatto bene ad andare a trovarla, le hai regalato di sicuro qualche annetto...
Carissimi Lino e Vincenza voglio dire a tutti quanto è stato emozionante trascorrere le ore con voi, ha ragione Carla mi avete regalato qualche annetto e anche più. Anche se quest'anno non mi sono mossa da casa la vostra visita a fine settembre e quella dei MAGNIFICI SETTE ai primi di giugno mi hanno caricato di buonumore gioia e soddisfazione come se avessi fatto il giro del mondo!!!!!!!!! Grazie di cuore Floriana
RispondiEliminaCome che dise anonymous a criticare semo boni tuti, ma a desmentegarse che la fontana mensionà da Lino la xera sora strada a la xe sta proprio distrutta te si sta bon solo ti.
RispondiEliminaBravo Lino, bellissimo post. Sono contenta che hai fatto contenta la Floriana. Non badare chi capisce pan par polenta. Ciao
RispondiEliminaFloriana,con la tua gentilezza,con la tua voglia di vivere intensamente ogni giorno hai saputo insegnarci
RispondiEliminal'arte di vivere sereni e contenti.Bella lezione di stile di vita!!! Grazie... Ciao e a presto......
Carissima Vincenza sono io che ho imparato molto da voi la vostra generosità nello spendere il vostro tempo per farmi visita mi ha dimostrato che esistono ancora PERSONE VERE e perciò non tutto è perduto!!!!!!!!!Un caloroso abbraccio Floriana
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