Strano a dirsi, ma per spiegare il
senso del proverbio:
“arna lessa e bigolo tondo
a Rosario contenta il
mondo”
bisogna andare indietro nel tempo fino alla battaglia di Lepanto.
Era il 7 ottobre 1571 quando al largo del golfo di Corinto si
affrontarono le flotte della Lega Santa e dell’Impero Ottomano. La
vittoria dell’alleanza allontanò l’incubo turco dagli orizzonti della
Repubblica di Venezia, che aveva dato il maggior contributo in navi e
uomini all’impresa. A ricordare l’evento papa Pio V istituì la festa
della Madonna della Vittoria, esternando il favore celeste grazie al
quale il mondo cristiano aveva ottenuto quella liberazione. Fu il suo
successore, Gregorio XIII,
a modificarne il nome in festa della
Madonna del Rosario per sottolineare la potenza della preghiera mariana
che si era levata al cielo da tutta la cristianità. Era una festa che i
veneti avevano nella massima considerazione, onorata in ogni famiglia
con un piatto che diventerà quasi di precetto. Protagonista era l’anatra
novella, bell’e pronta proprio ai primi di ottobre. Il volatile veniva
lessato e nel suo brodo, giallo e grasso, venivano cotti i bigoli, la
pasta asciutta veneta per antonomasia. Bigoli da bigo,
che sta per
baco, e dunque, per chi non li conosca, una pasta simile d’aspetto ai
vermicelli, ma grossolani e di tutt’altra consistenza. L’impasto
richiede infatti farina di grano tenero, oggi con eventuale aggiunta di
grano duro perché tengano meglio la cottura, e un certo numero d’uova,
magari d’anatra perché il colore risulti più intenso. Per la trafilatura
si usava, e in famiglia si usa ancora, il bigolaro, un torchio manuale
montato su un cavalletto, con un manubrio sul quale far leva per forzare
la pasta in un pistone. Il condimento era semplicissimo: burro fuso e
salvia, nel quale rosolare il trito del fegatino e del ventriglio; come
tocco distintivo, nella cucina nobile, la cannella, caratteristica di
tanti intingoli veneti. La carne lessata veniva servita dopo la pasta,
con il cren, una salsa piccante ottenuta dalla radice di rafano
grattugiata e amalgamata nell’aceto.
Questa, la tradizione: oggi,
invece, il più delle volte si prepara un vero e proprio ragù d’anatra,
partendo dalla carne macinata, con o senza concentrato di pomodoro, col
risultato di ottenere una sorta di piatto unico. Quanto all’epicentro
della tradizione gastronomica, si parla del contado di Thiene e di Zanè
in particolare, dove in effetti nel fine settimana della prima domenica
d’ottobre, si tiene una Festa dei bigoi co’ l’arna che ormai va per i
trentacinque anni di storia. Nel resto dell’anno, invece, ci sono i
ristoranti, dove i bigoi co’ l’arna sono proposta immancabile, magari
rivisti in chiave raffinata, come nella versione con il petto d’anatra
cotto in rosa e scaloppato sui bigoli.
La festa dedicata alla Beata Maria
Vergine del Rosario,inizialmente limitata all'Ordine domenicano, fu
estesa a poco a poco a intere diocesi in occasione del centenario di
Lepanto e dopo la liberazione di Vienna dai Turchi nel 1683.
Il piatto tipico del periodo nell'Alto
Vicentino, in particolare nella zona di Zanè e Thiene sono i bigoli co'
l'arna. Vista la coincidenza della festa del rosario e
dell'anniversario di Lepanto, si può individuare nei bigoli co' l'arna
il piatto commemorativo di quella vittoria militare, senza la quale la
Storia avrebbe preso un'altra strada e – probabilmente – oggi anche il
Veneto sarebbe musulmano. E addio al maiale, adorato in particolare da
queste parti... In verità, l'anatra che viene sacrificata a questo
piatto (di non facile preparazione) è solo un esempio dell'importanza
che avevano gli animali da cortile nella gastronomia.
RICETTA
Si tratta di una delle innumerevoli
versioni del ragù d'anatra, che assieme ai bigoli, formano uno dei
binomi gastronomici veneti più riusciti e tradizionali.
preparazione : 2 5 m i n u t i
cottura : 8 0 m i n u t i
difficoltà : m e d i a
ingredienti per 4 persone:
400 g di bigoli
1 anatra già pulita e fiammeggiata
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
vino bianco
salvia
rosmarino
salsa di pomodoro
olio extravergine d'oliva di Pove
sale e pepe
Mondate e tritate la cipolla e l'aglio e fateli rosolare in un'ampia casseruola con qualche cucchiaio d'olio.
Adagiatevi quindi l'anatra, salate, pepate e profumate il tutto con
qualche foglia di salvia e un rametto di rosmarino; sfumate con mezzo
bicchiere di vino bianco e proseguite la cottura a fuoco lento.
Quando l'anatra sarà quasi cotta, toglietela dal tegame e disossatela riducendone le carni in piccoli pezzi.
Filtrate il fondo di cottura e rimettetelo nel tegame assieme
all'anatra disossata; aggiungetevi qualche cucchiaio di salsa di
pomodoro diluita con acqua e brodo caldi, aggiustate di sale e portate a
termine la cottura.
Nel frattempo cuocete i bigoli in abbondante acqua salata,scolateli
e conditeli facendoli saltare per 2' in padella con il sugo d'anatra.
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Ho scoperto la ricetta quest'estate e ho ADORATO !
RispondiEliminaI bigoli li tengo sempre in casa (quelli de Bassan) le anatre in campagna non mancano e perciò proverò questa ricetta che mi sembra molto gustosa!!!!!Floriana
RispondiEliminaEcco un'altra ricetta veneta inviata dalla badante personale del Don S., per chi vuole saggiàre :
RispondiEliminaPolenta e Musso
Tagliare a pezzi una cipolla, una carota, due gambi di sedano.
Preparare un sacchettino di garza con all’interno l’alloro spezzettato, il timo, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro, il pepe e cucitelo.
In un contenitore versare il vino, adagiare il sacchettino di spezie, le verdure a pezzi e la carne d’asino.
Condire il tutto con la noce moscata, ricoprite riponete al fresco per almeno un giorno a marinare, avendo cura di girare ogni tanto la carne.
Togliere la carne dalla marinata filtrando il vino e conservandolo.
Tritare finemente insieme una carota, una cipolla, un gambo di sedano, il rosmarino e la salvia.
Asciugare e infarinare lo spezzatino.
Sciogliere del burro in un tegame e rosolatevi bene la carne.
Aggiungere il trito, salare, pepare e mettere due bicchieri di vino, far marinare il tutto.
Lasciare evaporare il vino a fiamma vivace.
Bagnare con un mestolo di brodo caldo,coprire il tegame con un coperchio e mettere a fiamma bassa.
Lasciar cucinare aggiungendo brodo all’occorrenza e girando sovente lo spezzatino, sino a quando la carne sarà sufficientemente tenera (3 ore circa).
Servire appena pronto accompagnando con il fondo di cottura e una buona polenta calda di maïs Sponcio.
attenzione ! l'abuso di questa ricetta è pericoloso per la salute !
(Ricordiamo il suo commento/sgresendaminti
il 01 ottobre 2013
Bon el musso, con la polenta pò).