sabato 5 ottobre 2013

I prodotti de.co Vicentini - i bìgoli co l'arna de Zanè




Zanè ed i bigoli con l'arna: 
una storia che parte da lontano

SI RIVELÒ SUBITO UN SUCCESSO 
LA PRIMA EDIZIONE 
CON 250 PORZIONI DI BIGOLI 
E L'USO DI SEI ANATRE.

Nel 1964, ancor prima della nascita della Pro Loco, un cittadino di Zanè dà vita ad un gruppo autogestito e autofinanziato, per realizzare alcune iniziative a carattere sociale nell´ambito del Patronato, con la collaborazione del cappellano e delle suore dell´asilo.
Tra le prime iniziative, si ricordano il posizionamento delle giostre, di una mongolfiera posta all´interno dell´allora Asilo e il palo della cuccagna.
Nel tempo, l´originario Gruppo si incrementa nel numero grazie all´adesione di altri amici e durante un loro ritrovo al bar “da Rinaldo” decidono di costituire la Pro Loco di Zanè.
Nasce così nell´ottobre del 1972 la prima Sagra dei “Bigoli cò l´arna” che proponeva per la prima volta questa specialità gastronomica della nostra tradizione contadina.
L´inizio, si sa, è sempre un´avventura e infatti, per i primi anni, i “bigoli” vennero preparati con i mezzi più disparati; torchi e pentole venivano prestati dalle famiglie del paese, mentre il ragù veniva preparato dalle suore della scuola materna.
La prima edizione della manifestazione si tenne nel cortile della parrocchia.
Tutto era un po´ improvvisato, ma la voglia di fare era tanta e tutti hanno dato il meglio per la buona riuscita dell´evento.
Il successo è stato la naturale conseguenza di tanto impegno collettivo ed il motore per cominciare a pensare, da subito, all´edizione successiva, con la voglia di fare ancor meglio.
Per la Pro Loco si trattò di un´impresa da ricordare: furono preparate 250 porzioni di bigoli, e impiegate sei anatre. Sembravano numeri imponenti per l´epoca, quando tutto si faceva a mano, Ma nulla hanno a che vedere con quello che si è riusciti a fare negli anni; nel 2011, durante la 39ª edizione, sono stati consumati 20 quintali di bigoli e 10 quintali di anatre.
 
Bigoli co' l'arna

Strano a dirsi, ma per spiegare il senso del proverbio:


 arna lessa e bigolo tondo 
a Rosario contenta il mondo” 

bisogna andare indietro nel tempo fino alla battaglia di Lepanto. 
Era il 7 ottobre 1571 quando al largo del golfo di Corinto si affrontarono le flotte della Lega Santa e dell’Impero Ottomano. La vittoria dell’alleanza allontanò l’incubo turco dagli orizzonti della Repubblica di Venezia, che aveva dato il maggior contributo in navi e uomini all’impresa. A ricordare l’evento papa Pio V istituì la festa della Madonna della Vittoria, esternando il favore celeste grazie al quale il mondo cristiano aveva ottenuto quella liberazione. Fu il suo successore, Gregorio XIII,
a modificarne il nome in festa della Madonna del Rosario per sottolineare la potenza della preghiera mariana che si era levata al cielo da tutta la cristianità. Era una festa che i veneti avevano nella massima considerazione, onorata in ogni famiglia con un piatto che diventerà quasi di precetto. Protagonista era l’anatra novella, bell’e pronta proprio ai primi di ottobre. Il volatile veniva lessato e nel suo brodo, giallo e grasso, venivano cotti i bigoli, la pasta asciutta veneta per antonomasia. Bigoli da bigo,
che sta per baco, e dunque, per chi non li conosca, una pasta simile d’aspetto ai vermicelli, ma grossolani e di tutt’altra consistenza. L’impasto richiede infatti farina di grano tenero, oggi con eventuale aggiunta di grano duro perché tengano meglio la cottura, e un certo numero d’uova, magari d’anatra perché il colore risulti più intenso. Per la trafilatura si usava, e in famiglia si usa ancora, il bigolaro, un torchio manuale montato su un cavalletto, con un manubrio sul quale far leva per forzare la pasta in un pistone. Il condimento era semplicissimo: burro fuso e salvia, nel quale rosolare il trito del fegatino e del ventriglio; come tocco distintivo, nella cucina nobile, la cannella, caratteristica di tanti intingoli veneti. La carne lessata veniva servita dopo la pasta, con il cren, una salsa piccante ottenuta dalla radice di rafano grattugiata e amalgamata nell’aceto.
Questa, la tradizione: oggi, invece, il più delle volte si prepara un vero e proprio ragù d’anatra, partendo dalla carne macinata, con o senza concentrato di pomodoro, col risultato di ottenere una sorta di piatto unico. Quanto all’epicentro della tradizione gastronomica, si parla del contado di Thiene e di Zanè in particolare, dove in effetti nel fine settimana della prima domenica d’ottobre, si tiene una Festa dei bigoi co’ l’arna che ormai va per i trentacinque anni di storia. Nel resto dell’anno, invece, ci sono i ristoranti, dove i bigoi co’ l’arna sono proposta immancabile, magari rivisti in chiave raffinata, come nella versione con il petto d’anatra cotto in rosa e scaloppato sui bigoli.
La festa dedicata alla Beata Maria Vergine del Rosario,inizialmente limitata all'Ordine domenicano, fu estesa a poco a poco a intere diocesi in occasione del centenario di Lepanto e dopo la liberazione di Vienna dai Turchi nel 1683.
Il piatto tipico del periodo nell'Alto Vicentino, in particolare nella zona di Zanè e Thiene sono i bigoli co' l'arna. Vista la coincidenza della festa del rosario e dell'anniversario di Lepanto, si può individuare nei bigoli co' l'arna il piatto commemorativo di quella vittoria militare, senza la quale la Storia avrebbe preso un'altra strada e – probabilmente – oggi anche il Veneto sarebbe musulmano. E addio al maiale, adorato in particolare da queste parti... In verità, l'anatra che viene sacrificata a questo piatto (di non facile preparazione) è solo un esempio dell'importanza che avevano gli animali da cortile nella gastronomia.

RICETTA
bigoli.zane 
Si tratta di una delle innumerevoli versioni del ragù d'anatra, che assieme ai bigoli, formano uno dei binomi gastronomici veneti più riusciti e tradizionali.
preparazione : 2 5 m i n u t i
cottura : 8 0 m i n u t i
difficoltà : m e d i a
ingredienti per 4 persone:
400 g di bigoli 
1 anatra già pulita e fiammeggiata
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
vino bianco
salvia
rosmarino
salsa di pomodoro
olio extravergine d'oliva di Pove
sale e pepe


Mondate e tritate la cipolla e l'aglio e fateli rosolare in un'ampia casseruola con qualche cucchiaio d'olio.
Adagiatevi quindi l'anatra, salate, pepate e profumate il tutto con qualche foglia di salvia e un rametto di rosmarino; sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e proseguite la cottura a fuoco lento.
Quando l'anatra sarà quasi cotta, toglietela dal tegame e disossatela riducendone le carni in piccoli pezzi.
Filtrate il fondo di cottura e rimettetelo nel tegame assieme all'anatra disossata; aggiungetevi qualche cucchiaio di salsa di pomodoro diluita con acqua e brodo caldi, aggiustate di sale e portate a termine la cottura.
Nel frattempo cuocete i bigoli in abbondante acqua salata,scolateli e conditeli facendoli saltare per 2' in padella con il sugo d'anatra.

3 commenti:

  1. Ho scoperto la ricetta quest'estate e ho ADORATO !

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  2. I bigoli li tengo sempre in casa (quelli de Bassan) le anatre in campagna non mancano e perciò proverò questa ricetta che mi sembra molto gustosa!!!!!Floriana

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  3. Ecco un'altra ricetta veneta inviata dalla badante personale del Don S., per chi vuole saggiàre :

    Polenta e Musso


    Tagliare a pezzi una cipolla, una carota, due gambi di sedano.

    Preparare un sacchettino di garza con all’interno l’alloro spezzettato, il timo, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro, il pepe e cucitelo.
    In un contenitore versare il vino, adagiare il sacchettino di spezie, le verdure a pezzi e la carne d’asino.
    Condire il tutto con la noce moscata, ricoprite riponete al fresco per almeno un giorno a marinare, avendo cura di girare ogni tanto la carne.
    Togliere la carne dalla marinata filtrando il vino e conservandolo.
    Tritare finemente insieme una carota, una cipolla, un gambo di sedano, il rosmarino e la salvia.
    Asciugare e infarinare lo spezzatino.

    Sciogliere del burro in un tegame e rosolatevi bene la carne.
    Aggiungere il trito, salare, pepare e mettere due bicchieri di vino, far marinare il tutto.
    Lasciare evaporare il vino a fiamma vivace.
    Bagnare con un mestolo di brodo caldo,coprire il tegame con un coperchio e mettere a fiamma bassa.
    Lasciar cucinare aggiungendo brodo all’occorrenza e girando sovente lo spezzatino, sino a quando la carne sarà sufficientemente tenera (3 ore circa).


    Servire appena pronto accompagnando con il fondo di cottura e una buona polenta calda di maïs Sponcio.

    attenzione ! l'abuso di questa ricetta è pericoloso per la salute !

    (Ricordiamo il suo commento/sgresendaminti
    il 01 ottobre 2013

    Bon el musso, con la polenta pò).

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