Li vedo, specialmente nella bella stagione, passeggiare curvi e lenti, simili a granchi che cercano qualcosa. A volte si fermano a guardare il cielo, quasi in attesa di qualcosa che debba, prima o poi, accadere davanti ai loro occhi, davanti ai loro acquosi sguardi. Altre volte si siedono ed osservano i loro piedi. Allora ci si chiede perchè mai si guardino i piedi! Parrebbe quasi che in quella contemplazione desiderino capire quanta strada hanno percorso in tutti questi anni e, allo stesso tempo, quanta ancora ne avranno da fare fino alla fine dei loro giorni.
In quei momenti sembrano pensare con grande soddisfazione che ancora una volta le gambe hano tenuto duro, riuscendo a raggiungere la solita panchina.
Li vedo in compagnia, mano nella mano, mentre camminano avanti verso una cosa che non sanno di cercare, ma che attendono con serena rassegnazione. Il loro destino è alle porte, dopo una vita fatta di scelte, a volte difficili, altre volte obbligate. Quando poi tornano a confrontarsi, forti delle loro convinzioni, delle loro esperienze passate e a volte delle loro idee antiquate, ma radicate nel cuore, li vedo accalorarsi in accese discussioni, che li rendono severi ed austeri, ritti sulle loro idee, come solenni torri che circondano e difendono un borgo medioevale.
Le voci sono spesso afone, ma il tono è deciso e acuto,nell'intento di convincere chi li ascolta, della fedeltà assoluta delle loro affermazioni.
A guardarli attenti si riesce a scorgere un leggero sorriso che si forma nell'attimo di silenzio tra una frase e l'altra; una piacevole smorfia della bocca, simile al largo sorriso di un cane che ama il proprio padrone e scodinzola, dopo una corsa nel prato o una passeggiata libera in un sentiero impregnato di odori diversi.
E in questa smorfia si mette a nudo ancora una volta la loro inconscia superiorità verso la vita, il loro essere già ormai a metà di quella linea sottile che ci separa dalla terra, perchè il loro animo è già intriso del loro destino.
A volte si assopiscono con lentezza esasperata, quasi temendo di non svegliarsi più o di non poter assaporare anche l'ultimo attimo regalato all'esistenza. Dopo aver reclinato la loro testa da un lato, finalmente colti da un profondo sonno, emanano dai loro volti rilassati, una pace infinita.
Nell'osservarli desidererei rubare per me questa calma placida, farla mia e tuffarmi in essa per lasciarmi indietro tutta la confusione di un mondo frenetico ed egoista.
Al risveglio, li scopro masticare l'aria entrata attraverso le labbra leggermente socchiuse. Essi non la ingoiano, anzi la tengono in bocca rigirandola come fosse una foglia simile a quelle che masticano i vecchi contadini delle Ande. Quando poi si alzano dal letto, a malincuore tornano sui loro passi, più lenti e più curvi del giorno precedente e allora ci si chiede perchè abbiano perso quel vigore di un tempo, oppure se sia dettato dal gioco sottile del destino, questo inconsapevole abbandoarsi della mente.
Ogni giorno li vedo, osservandoli di nascosto, senza riuscire a pormi delle domande. Alla fine di ogni tacito discorso interiore, ciò che mi lascia più meravigliato è quanto durante lo scorrere del tempo, nessuno possa immaginare realmente la sua vecchiaia.
Come saremo noi, come sarò io, come saranno i nostri cari? E in quale forma ci arriverò e cosa mi riserverà la vita?
Ci penso e ci ripenso e un sorriso leggero viene ad alleviare risposte a me ignote, mi si socchiudono appena le palpebre e s'increspano un po' le sottili rughe nel bordo esterno degli occhi.
Mentre sto seduto, pensando a tutte queste cose, non posso che riprendere in mano la quotidianità, unica certezza per viverla al meglio. Tornando in me, dopo tante riflessioni, sento che il tempo passa.
Ora, dopo essermi alzato, guardo avanti mentre cammino e, di tanto in tanto, mi fermo, voltandomi indietro senza alcun timore. Allora sorrido perchè sento che posso avvicinarmi a voi, cari vecchietti, e dirvi: "Buon giorno!"
I loro sguardi stupiti, nel sentirsi presi in considerazione, mi ripagano delle precedenti malinconiche osservazioni, rendendomi talmente soddisfatto di questo semplice approccio, che mi cresce il desiderio di scrivere, per rendere così partecipi anche altri di questa mia felicità.
(Anonimo)
Guardate gli occhi dei Vostri vecchi.
Oggi portano i colori dell’autunno,
ma ieri hanno donato sguardi
vivi come bacche di agrifoglio,
teneri come fiori di biancospino.
Oggi portano i colori dell’autunno,
ma ieri hanno donato sguardi
vivi come bacche di agrifoglio,
teneri come fiori di biancospino.
Guardate le mani dei vostri vecchi.
Oggi contano i giorni sulle ginocchia,
ma ieri hanno lottato, costruito
seminato carezze,
momenti di sole…
Oggi contano i giorni sulle ginocchia,
ma ieri hanno lottato, costruito
seminato carezze,
momenti di sole…
Guardate i passi dei vostri vecchi.
Oggi avanzano lenti, discreti come ombre,
ma ieri hanno percorso pianure di speranze
sudato lungo vicoli arroganti del dolore.
Caduti si sono rialzati…
Oggi avanzano lenti, discreti come ombre,
ma ieri hanno percorso pianure di speranze
sudato lungo vicoli arroganti del dolore.
Caduti si sono rialzati…
(Odette l'ha postata come commento
sul blog di Casotto.
Penso sia una canzone.
Troppo bella e gliel'ho rubata!)
E per me??????????
RispondiEliminaE l'iconcina ???????????????
RispondiEliminaa loro basta anche un solo ciao e un sorriso. A noi cosa ci costa?
RispondiEliminaMa il tempo esiste ? o forse è un illusione come lo dicono certi scienziati ? Philo, o Sponcio potrebberò dircelo ?
RispondiEliminaSponcio ci parlava di 1519 ultimamente. Forse voleva dire 1915 ? Ah la numerologia !
Il tempo non esiste ma c’è e con lui bisogna fare i conti ed essere precisini. La deformazione spazio-temporale nei miei pressi è di 6606,1 milliarcosecondi, causata più dall’effetto geodetico che dalla mia umile persona e ciò è in linea con la teoria della relatività generale. Nei miei frequenti voli pindarici può tuttavia accadere che superi inavvertitamente la velocità della luce e questo potrebbe indurre un incatiiamento di date.
EliminaSecondo me ad essere precisini la deformazione spazio-temporale sponciana va rivalutata. Ti stai sottovalutando di qualche miliardesimo di arcosecondo virgola duemilaotto arcoterzi trentini, diversi dagli arcoterzi casottani. E' per questo che superi troppo spesso la velocità della luce, perdendo fotoni da dietro; e questo, saprai meglio di me, a lungo andare impoverisce oltre la soglia la materia grigia, grazie a quel collegamento spinale che sai!
EliminaGrazie Sconcho, adesso mi è tutto più chiaro. Quindi seguendo il tuo ragionamento e la vignetta sulla Meridiana se uno espelle fotoni da dietro come il Don gli vengono le idee fotoniche se invece semplici gas di scarico quelle di merda. Giusto?
EliminaCo i siensati come co i politici se arriva sempre al stesso punto, alla m....come vuliu che la vada ben ???????
EliminaGo pensa, quando go visto la domanda della Siora Odet, finalmente na domanda intelisente ; sta qua la xe furba e imparo na s-cianta da sto Don che me sembra istruio. Invese el ne sorte da drio o da davanti na stronzada. Galo fato a posta per far perdre le piste o zelo proprio un S......?
Ben, par mi el tempo se vede sui cavii bianchi dei veci o se fa belo o bruto. Par el resto, ghe vole na s-cianta de pedagosia, ostrega ! Vedemo cosa chel dixe Philo desso.
Non tiratemi in ballo sulle deliranti disquisizioni dell'improbabile manchego. Non è preferibile commentare propriamente l'oggetto del post invece di rincorrere le fanfaluche di quello sciagurato? Vi lascio però un paio di pensieri di due grandi italiani. "L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quelle ch'andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente." "Perduto è tutto il tempo che in amor non si spende."
RispondiEliminaGrazie Signor Philo. Questi sono aforismi per dire che :
RispondiEliminail presente sarebbe un momento infinitesimale, sfuggente, tra il passato e il futuro e che non dobbiamo consàcrare la nostra vita alla futilità, come Don Sponcio, ma ad amare.
Leonardo, aveva anche l'esperiènza scientifica per potersi fare l'idea giusta.
Il Tasso mi fa pensare a Pierre de Ronsard, poeta francese, nato in 1524 (so che il Don ha una predilezione per quest' epoca) :
"Le temps s'en va, le, temps s'en va, ma Dame,
Las ! le temps non, mais nous, nous en allons,
Et tôt seront étendus sous la lame,
Et des amours desquelles nous parlons,
Quand seront morts, n'en sera plus nouvelle,
Pour ce, aimez-moi cependant qu'êtes belle."
Ah, ancora una cosa, per suo amico : C'è un Università popolare comunità montana Alto Astico Posina dove Sponcio potrebbe perfezionarsi .....
Gent.ma, purtroppo col francese non mi trovo a mio agio non avendo sperimentato l'universo mondo come Sponcio e se dovete fargli pervenire qualche messaggio, vi prego di non usarmi nel dire a nuora perché suocera intenda, tanto non mi ascolta e perdipiù mi trovo a disagio ad essere coinvolto nelle sue manipolazioni.
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