[Gianni Spagnolo © 23H8]
La prima affiliazione del nostro stare al mondo era diventare mòcolo. Entrare nel gruppo dei chierichetti (oggi si chiamano: ministranti) era qualcosa di sospeso fra l’obbligo morale e la consuetudine familiare, ma per chi abitava in piazza era un servizio pressoché dovuto.
Come in tutte le confraternite, anche fra i mòcoli esisteva una rigida gerarchia. Gradi veri, ma informali, beninteso, che dipendevano sostanzialmente dall’anzianità di servizio, come per gli Alpini.
Almeno era così per chi esercitava con costanza negli anni canonici che andavano dalla comunione fino alla cresima. Anche se la velocità di carriera poteva dipendere dal rufianamento al prete, era legata ad abilità ed incarichi che si acquisivano via via, in ragione del pensionamento dei veci per raggiunti limiti di età o di còtola. Si entrava infatti spesso con la tonaca che si pestava su, per uscirne quando la stessa rivava ai denòci. I mocòli erano gli unici laici ammessi all’altare; rigorosamente maschi, almeno finché ressero le balaustre del rito preconciliare.
Per esercitare correttamente l’ufficio, oltre alle doti di supposta moralità, obbedienza e giudissio, occorreva impratichirsi di una molteplicità di riti, movimenti, orazioni e utensili. La divisa comprendeva la tonaca talare nera con la sua sfilza di bottoni, con sopra la cotta bianca coi merlìti. Gli accessori del rito rappresentavano una sorta di parallello liturgico con i parecìti delle sorelle. Corporale, palla, purificatoio e manutergio, poi: patena, pisside, secéi, ampolline, campanèi, piatèi, ecc. L’unica cosa maschia era il turibolo, non per nulla fare il turibolante costituiva l’apice della carriera.
Entrai nel Sacro Ordine dei Mòcoli de San Piero un giorno indefinito di un anno indeterminabile. Regnava allora dal Santo Soglio di Pietro il Sommo Pontefice: Sua Santità Paolo VI; guidava la diocesi di Padova: Sua Eccellenza Reverendissima Mons. fra Girolamo Bortignon O.F.M.Cap.; reggeva la parrocchia di San Pietro Apostolo in Val d'Astico: l’austero Reverendo Sacerdote dott. don Emilio Garbin.
Gran Maestra dell’Ordine era: Maria Toldo, detta Contessina, mentre ne era Gran Ciambellano: Antonio Nicolussi, detto Toni Podólo, sacrestano e garante laicamente dell'ordine e della disciplina a suon di codògni.
Santa Romana Chiesa stava giusto vivendo i primi anni del post Concilio V.II e non sarebbe stata più la stessa. Contemporaneamente avanzava a grandi passi il Progresso, demolendo tradizioni e consuetudini secolari della nostra gente. Niente sarebbe stato più lo stesso: stava cambiando il mondo! (continua, ... forse)
Queste le narrazioni più simpatiche che ricordano quelle de stiani dei veci bravo Gianni
RispondiEliminaBravo Gianni riesci sempre a risvegliare dolci ed assopiti ricordi, la mia carriera di "mòcolo" finì quasi subito avendo ribaltato in prima entrata il "turibolo" 😂
RispondiEliminaBen ciò, Delmo,... a te ghìvi scumissià la carriera dal coerto.
EliminaQuanto volentieri leggo i tuoi racconti non lo puoi nemmeno immaginare. Sempre interessanti tutti, nessuno escluso. Complimenti, ma tanti tanti. Continua così grazie
RispondiEliminaGrazie, ma vado ad estro. A volte sono in vena e allora scrivo, altre no e allora leggo.
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