Maurizio ha l'innegabile capacità di estrarre poesia anche dagli eventi più ordinari e scontati, narrando dei fatti del suo paese e le sue esperienze, che sono un po' quelle della nostra generazione. Sa scrutare e indagare le profondità della sensibilità umana con semplicità e disincanto, ma senza perdere la fiducia nel genere umano, anche se racconta di sentirsi ormai straniero in patria. Questo è però un sentimento comune a chi più ama, e il suo narrarne le vicende lo testimonia. Ultimamente sappiamo che è tornato alla Terra, non tanto nella veste di coltivatore, quanto di raccoglitore per curarne gli sfregi arrecati dall'incuria e dall'insipienza dell'uomo.
Prima di Natale l'aveva annunciato durante la presentazione dell'amico Gino ed ora il libro è finalmente pubblicato, completando la sua prima pubblicazione narrativa dal tema analogo.
Maurizio lo ricordiamo con affetto presente al nostro siparietto di "filò" al Ritorno dal Bosco, con Gino e il compianto Firmino Brazzale, altro attento e sensibile cantore della nostra terra.
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