Avete tutti presente il proverbio che dice:
“Né di Venere né di Marte non ci si sposa e non si parte”
(in alcune zone aggiungono anche: né si dà inizio a ogni arte)
Questo detto ha una sua ragione antica, che affonda le radici nel periodo del primo Medioevo, quando ancora sopravvivevano usanze e riti pagani che la Chiesa faticava a cancellare.
Infatti il martedì e il venerdì erano giorni consacrati ai culti di Marte e Venere e addirittura in alcuni luoghi, come in Spagna, il venerdì era consigliato come propizio alle nozze.
Per estirpare queste usanze pagane si iniziò una strategia di contro superstizione, aiutandosi anche con i proverbi come questo sopra citato, ormai tanto celeberrimo quanto di senso oscuro ai più.
Così che il venerdì fu giudicato giorno infausto per molte intraprese: la superstizione voleva che non si setacciasse farina, non si facesse il pane, non si ordisse tela e non si mettessero le uova a covare.
Inoltre era sconsigliato seminare alcun genere da baccello come fave, ceci, fagioli e di venerdì nessun contadino cominciava mai la semina del grano.
Per tradizione poi, di venerdì e martedì, come dice il proverbio, erano sconsigliati perfino i matrimoni, le partenze e l'inizio di ogni intrapresa.
(dal web)
Manca il finale "e non si da principio all'arte".
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