martedì 1 febbraio 2022

El bufèto



Nel secolo scorso, in ogni camera, ai lati del letto c’era il “bufèto”: un mobile indispensabile, molto più importante del comò o dell’armadio. Troneggiava in alto, più in alto dei materassi di piuma che venivano usati per riposare e poteva essere di semplice fattura o con intagli e lavori sul legno, oppure con il marmo sopra, ma il bufèto era funzionale per l’uso a cui era adibito. Se ai nostri giorni un comodino può essere basso, con dei cassetti o mensole, oppure fatto con un piccolo tavolino che serve per appoggiare la sveglia, qualche libro e una lampada, il  bufèto di un tempo, era un pezzo di arredamento necessario. Solitamente, sopra, su un piccolo centrino, c’era una candela, qualche immagine sacra, una croce, mentre all’interno del cassetto la corona del Rosario e i Santini dei defunti. Ma era il vano inferiore a essere  fondamentale  perché conteneva il vaso da notte! Quando i servizi in casa non esistevano, i bisogni notturni si espletavano nel “pitàro” che poteva essere smaltato, bianco con il contorno color blu, o di plastica, oppure i più belli erano in ceramica con una righetta color oro. Il legno dei bufèti s'impregnava del profumo lasciato dai contenitori che venivano svuotati quando ci si alzava dal letto. Credo che ogni sposa avesse nella sua dota, un vaso da notte per sé e per il marito. Poi è arrivato il tempo del “moderno” e tanti comodini sono stati portati nei granàri, per far posto al nuovo, magari venduti  quando il vecchio cominciava a rivalorizzarsi. 

Molti rigattieri bussavano alle porte di ogni casa per chiedere se si possedevano mobili vecchi da restaurare. La famiglia di mio papà era modesta e i bufèti erano semplici e ala bòna, ma il ricordo del comodino che stava dalla parte di mio nonno, è nitido e profuma del tabacco della sua pipa. Lui la riponeva ogni sera nel cassettin  accanto al taccuino di pelle scura che conteneva il tabacco  e alla corona del Rosario con i grani scuri come il caffè. Per me questo è un bel ricordo che ritrova il profumo della pipa che portava sempre con sé anche quando, nella stalla, mi metteva sulle sue ginocchia e mi raccontava le filastrocche.  Quando mio nonno è morto, per tanti anni la pipa e il tabacco sono rimasti nel cassettin a ricordare il proprietario. È proprio per il ricordo prezioso che custodisco, che un giorno, nel granaro della mia casa paterna, sono andata alla ricerca di quel vecchio comodino: era in pessimo stato, ma volevo provare  a rimetterlo in sesto. Grazie al marito di un’amica, appassionato di restauro, il malandato bufèto è rinato a nuova vita!  

Per me il suo valore è puramente affettivo, ma il restauro l'ha reso piacevole anche agli occhi. L’ho posto su un giro scala, all’interno ho messo dei libri vecchi e sopra, impreziosito da un centrino, ho appoggiato alcune foto e una pianta fiorita. Ogni volta che gli passo vicino, guardandolo, l’immagine che conservo mi torna alla mente e mi pare di sentire ancora il profumo del tabacco. Sono contenta di averlo potuto recuperare e tenerlo in casa, mi ricorda tanta vita passata, frammenti di storia di mio nonno che è comunque intrecciata con la mia.

Lucia Marangoni Damari

25 gennaio 2022

7 commenti:

  1. Perchè si chiama Comodin...forse per essere vicino al letto.

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  2. https://www.google.com/search?q=origine+del+nome+comodino+significato&client=ms-android-samsung-rev2&source=android-home&source=hp&ei=dk75Yfn-EryVxc8PmaOWUA&oq=origine+del+nome+comodino&gs_lcp=ChFtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1ocBABGAIyBggAEBYQHjIGCAAQFhAeMggIIRAWEB0QHjoCCCk6BQgpEKABOgcIKRAKEKABOgUIKRCABDoECCkQDToICCkQgAQQsQM6BggpEBYQHjoICC4QsQMQgwE6CwgAEIAEELEDEIMBOggIABCABBCxAzoOCC4QgAQQsQMQxwEQowI6BQguEIAEOgcIABCxAxBDOgQIABBDOgoIABCxAxCDARBDOgsILhCABBCxAxCDAToICC4QgAQQsQM6CgguEMcBEK8BEEM6BQgAEIAEOgUIABCxAzoICAAQgAQQyQM6CAgAEBYQChAeOgUIIRCgAVDKFVjkiAFgpawBaABwAHgAgAGmAYgB3hmSAQQwLjI1mAEAoAEBsAEP&sclient=mobile-gws-wiz-hp

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  3. Odette FONTANA FAVRE1 febbraio 2022 alle ore 17:56

    ...E in Francia il comodin si chiama "table de nuit ou de chevet".

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  4. Sopra c'era anche l'angioletto con l'acqua santa per farsi il segno della croce

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  5. E dentro l’urinale! E ditemi che non è vero!

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  6. Cara Lucia, grazie!!anch'io ne posseggo due, ed erano dei miei nonni, ora mi hai dato lo spunto per valorizzarli!!grazie del tuo racconto!

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